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Il pollo di Trilussa allevato a Cesena

     Luglio 23, 2019   No Comments

Energie Nuove – NUMERO 1 – luglio 2019

Il pollo di Trilussa allevato a Cesena

di Franco Pedrelli

Il Sor Trilussa spiegò molto bene gli effetti della statistica con la sua celebre omonima poesia applicata al pollo, ancor più il finale è quanto mai esemplificativo: “se nun entra ne le spese tue, t’entra ne la statistica lo stesso perché c’è un antro che ne magna due”. Ecco, guardiamo il pollo trilussiano allevato a Cesena.

Giunta nuova al comando, temi vecchi ereditati, come i mai soluti insoluti, un innocente gioco di parole per porre l’evidenzia sui 38 milioni di euro di ruoli emessi dal comune di Cesena e mai onorati dai cittadini debitori. Il nuovo sindaco ha liquidato la questione bollandola, nel corso di un dibattito pubblico, come fake news, rifacendosi alle vulgata rilasciata dalla precedente Giunta e ben presente nel sito istituzionale dell’ente. Certo che come discontinuità rispetto al precedete sindaco il viatico non è dei migliori, confermato dall’assenza di qualsivoglia dubbio in proposito. Come dire, sindaco a 31 anni e già tutto imparato ancor prima di iniziare, sinonimo di chi ha studiato tanto, o si è fatto suggerire di più.

Veniamo al pollo, questo costituito da quanto serve per fare il bilancio comunale annuale di 80-90 milioni di euro, per la quasi totalità pagato dai cittadini, con imposte, tasse, servizi e infrazioni al Codice della Strada. Se tu paghi 100, l’altro zero, la statistica dice appunto che ciascuno paga 50, ma non è vero assolutamente, e lo sappiamo bene: un mezzo pollo statistico a testa. Se il gioco continua, senza modifiche, si arriva al punto che il “pollo” continuerà a mangiarlo solamente uno, l’altro costretto a…morire di fame, metaforicamente parlando. Statisticamente siamo quindi nell’ambito dell’equità, nella realtà viene applicata una evidente discriminazione. Cesena città virtuosa, ripetuto anche recentemente, ma siamo sempre nella statistica.

Come si fa allora a superare questa logica fredda? Semplice, scendendo con la statistica di livello, applicandola per indagare i soggetti a cui spettano uno o più “polli”, quanti invece ne risultano senza, da quanto tempo, dove sono collocati. Solo in questo modo si possono applicare correttivi distributivi adeguati, qualora vi sia la voglia di farlo.

Venendo agli insoluti, sappiamo il loro totale, già obsoleto mentre ne scriviamo, la sua macro ripartizione, la cui parte più cospicua è determinata dalle infrazioni stradali, seguita dalla Tari in grande spolvero, sappiamo di una crescita continua ed accelerata negli anni, ma nulla sappiamo della loro effettiva e puntuale consistenza statistica. È importante conoscerla, perché in tal modo si possono individuare sacche di criticità sociale, che possono riguardare sia le famiglie che le imprese, nello stesso tempo individuare comportamenti scorretti che si ripercuotono sulla collettività.

Sarà bene che i cittadini inizino a comprendere bene cosa giri per loro attorno al tema degli insoluti, questi 38 milioni di euro che sono tanti, ma che sembrano essere di altri, mentre invece riguardano singolarmente tutti quanti, in quanto mancate capacità di spesa dell’ente comunale, che si ripercuotono su investimenti, welfare, manutenzioni. Non per niente la nuova giunta ha indicato la necessità di una manovra di bilancio per poco meno di 4 milioni di euro, e dove pensate che vengano trovate le risorse necessarie? Per gli investimenti si tratterà di accendere mutui, che ricadono sul bilancio sotto forma di oneri correnti di interessi. Sul resto si opererà con tagli, maggior contributi per i servizi individuali, maggiori entrate da tassazione e imposte. Quanto sarebbero più indolori ed ampie le manovre se si potesse accedere a quei 21 milioni di euro di fondi accantonati per crediti di dubbia esigibilità, figli degli insoluti: sono lì, ma non li puoi utilizzare. Per assurdo, i soldi disponibili sarebbero quasi il doppio se tutti pagassero tutto, eliminando il totale di 38 milioni di euro di insoluti. Situazione idilliaca questa, certo, ma a cui ci si potrebbe avvicinare.

Nel dettaglio. ogni servizio, imposta, tassa, genera insoluti, per definizione, ma quando si instaurano costumi comportamentali è bene alzare l’attenzione, procedere con azioni correttive, agire con la dovuta trasparenza. In altre parole la politica deve affrancarsi dal quieto vivere burocratico imposto dalle amministrazioni. Nei giorni scorsi la stampa ha rilanciato il tema delle infrazioni del Codice della Strada, che a livello nazionale non vengono pagate nella misura del 40%. Bene, Cesena ha la previsione per l’anno corrente di un totale di infrazioni pari a 4.340.000 euro, con l’accantonamento di legge al già citato fondo crediti di dubbia esigibilità di 2 milioni di euro: siamo nella perfetta norma e qualcosina di più. Come valore assoluto di insoluti segue la Tari, dove da quei 16 milioni di euro del costo del servizio rifiuti si generano 3 milioni di euro di insoluti attesi per l’anno in corso. Per legge l’intero costo del servizio rifiuti va caricato in bolletta, perché sono i cittadini a doverne rispondere in toto e direttamente: in altre parole, al costo del servizio vero e proprio svolto da Hera, vengono aggiunti i mancati incassi, leggi insoluti; come i recuperi positivi da evasione, ma anche il non esiguo costo del servizio di accertamento e riscossione. Potremmo continuare con le rette nidi e refezione scolastica, IMU, ICI, imposta di soggiorno, canoni di locazione e crediti vari.

Il modello di “non pagare” si è consolidato negli anni, complice la “crisi economica”, tant’è che vi sono comuni a noi vicini che hanno pensato di agire in modo meno burocratica e più pragmatica. Parliamo di Riccione e Cesenatico, due giunte di segno politico diverso con l’unico obiettivo di riscuotere la Tari, che per le imprese ed esercizi commerciali può significare decine di migliaia di euro alla volta. Ingiunzioni rapide, pena la sospensione della licenza commerciale. Sembra che stia funzionando. Sul fronte degli altri insoluti, ad iniziare dal codice della strada, sarà bene capire quanto sia conveniente affidarsi a società di riscossione che pretendono bassi aggi, ma con tempi esecutivi anche di 10 anni. Spendere poco per non incassare nulla o quasi rende felici solamente chi verso questi crediti ha un rapporto prettamente burocratico. Tant’è, se i tempi di riscossione si allungano subentrano poi varie forme di cancellazione del debito, dai condoni periodici che caratterizzano il Bel Paese, alla loro naturale inesigibilità: nel 2018 ben 3,8 milioni di euro di crediti sono stati stralciati dal bilancio del comune di Cesena perché inesigibili.

Nei mesi passati sono state chieste in Consiglio Comunale soluzioni per il maggior controllo periodico degli insoluti, la loro supervisione unica, la loro analisi di dettaglio, la rivisitazione organizzativa del modo di procedere, ma se siamo qui a riparlarne è evidente che ci si è voluti soffermare al solo “pollo” statistico, questo nonostante l’attenzione sollevata anche dai Revisori dei conti.

Quindi oggi giunta nuova, ma problemi vecchi, senza che questo debba giustificare il dare tempo al tempo visto l’insediamento recente del governo locale, anzi occorre fare pressione da subito, perché con un sindaco che parla di “fake news” e un assessore part time al bilancio con esperienze nel pubblico di informatica, chi veramente gestisce la partita è l’apparato dirigenziale, quello di prima, con gli immutati comportamenti gestionali attesi che sinora hanno caratterizzato i 38 milioni di euro di insoluti, la parte passata a coattiva, l’accantonamento al fondo rischi per crediti di dubbia esigibilità, lo stralcio annuale dei crediti non più esigibili.

Nei banchi dell’opposizione rimane una buona esperienza su come seguire gli insoluti, ad iniziare dalla interpellanza che sarà bene fare quanto prima, giusto per avere il quadro a metà d’anno, auspicando che la risposta sia più celere dalla prima, ben 15 giorni per avere il dato contabile. Quindi ripeterla ogni 3 mesi, sino quando sia divenuto costume per l’amministrazione attuare il controllo e la gestione come prassi.

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