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Forlì-Cesena: mai situazione peggiore di questa

     Giugno 28, 2017   No Comments

di Davide Buratti

Con una frequenza sempre maggiore sentiamo parlare di ripresa. Noi, per la verità, non ce ne siamo accorti. Del resto gli ultimi dati sulla cassa integrazione, quelli del 31 dicembre, dimostrano che siamo una delle Province con la situazione peggiore. In Italia solo sei province hanno fatto peggio di Forlì Cesena. E se ci limitiamo a prendere in considerazione la cig in deroga (quella che interessa piccole imprese e commercio) emerge che in Italia solo Benevento ha una situazione peggiore della nostra. Tanto per essere chiari, nel 2013 in Provincia di Forlì Cesena sono state autorizzate oltre dieci milioni e mezzo di ore di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e deroga), il 29,5 per cento in più rispetto all’anno precedente. Va da sè che questo stato di cose ha un effetto devastante sui consumi e se non ripartono quelli interni non possiamo parlare di uscita dalla crisi. Del resto è un po’ quello che succede nell’area del Brics. Nei paesi emergenti, negli ultimi anni indicati come esempio, cominciano ad esserci problemi proprio perché i consumi interni restano al palo. Non a caso i grandi investitori internazionali cominciano a prendere le distanze. Quindi, se proprio vogliamo essere ottimisti, dobbiamo registrare uno stop alla recessione e una stagnazione. Nel nostro territorio i problemi più grandi li hanno le piccole imprese e il commercio. Va bene chi ha puntato sull’innovazione. Non a caso è l’Ict uno dei settori che gode di miglior salute. Anche perché siamo di fronte ad un comparto che non è ancora maturo. Quindi, nonostante la crisi, ci sono ampi margini di sviluppo. Soprattutto nella Biomedica, eccellenza della nostra Università. L’alimentare è un altro comparto che tiene. E per fortuna. Continua ad essere uno dei settori trainanti della nostra economia. E’ un po’ il nostro salvagente. Nell’edilizia continuano le sofferenze, anche se segnali positivi arrivano dalle riqualificazioni e da chi punta sulla bioedilizia. Il settore però ha un enorme bisogno dell’intervento pubblico. Solo lo sblocco dei lavori potrà rimettere in moto il volano. Tutto da valutare, invece, il discorso relativo al fitness. Secondo Nerio Alessandri, fondatore e patron di Technogym, la creazione di una filiera può garantire ottimi sbocchi occupazionali. E’ chiaro che è un percorso tutto, o quasi, da costruire. Ma può aiutare la presenza in zona di una fabbrica come Technogym. Una spinta può arrivare anche dal festival che si tiene a settembre. Tutti questi sono spunti che dovranno (o dovrebbero) essere al centro di una campagna elettorale che stenta a decollare. Si continua a parlare di alleanze e candidati, ma poco di programmi. Eppure si voterà fra poco più di tre mesi. Ovvero, domani. Secondo gli imprenditori la parola d’ordine della prossima campagna elettorale dovrebbe essere sburocratizzazione. Per molti di loro viene addirittura prima delle tasse. Non chiedono una totale libertà. Però vorrebbero un quadro normativo molto più snello di quello attuale e che possa garantire maggiori certezze e, in particolare, risposte rapide. Ma c’è un altro tema sul quale sarebbe necessario concentrare quelle attenzioni che invece, ci sembra, non siano riservate in maniera adeguata. Parliamo del riordino istituzionale. Agli atti c’è un accordo fra Cesena e i Comuni della Valle del Savio. Un’unione dei Comuni (interessa i servizi) che potrà dare dei frutti. Ma si spera ci possa essere qualcosa di più. L’ideale sarebbe un accordo circondariale, ovvero che interessi tutti i quindici Comuni del comprensorio. Sarebbe molto importante anche alla luce della cancellazione delle Province. L’unione (in termine di gestione dei servizi) potrebbe anche essere quel collante necessario per tenere unito un territorio che, invece, rischia di sbriciolarsi. Non è sbagliato ipotizzare che una parte del Rubicone (Savignano e San Mauro) guardi ad un accordo con Santarcangelo. Inoltre non può essere esclusa neppure la creazione di una sorta di polo della costa composto da Bellaria, Cesenatico e Cervia. Ci sarebbe, però, una frammentazione che non farebbe bene al territorio. Quindi è Cesena, comune capo comprensorio, che in questo momento deve avere l’onere e l’onore di costruire il percorso che permetta a tutto il territorio di restare unito.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 8:59 am
  •   In The Categories Of : Politica Locale

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