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E ora si lavori

     Luglio 23, 2019   No Comments

Energie Nuove – NUMERO 1 – luglio 2019

E ora si lavori

di Marcello Borghetti – Segretario CST UIL Cesena

La campagna elettorale è finita, i cittadini hanno votato, ora si lavori. La politica ha il dovere di deporre le armi. Il Comune di Cesena, è un ente influente per il territorio cesenate e l’intera Romagna. Ciò che accade a Cesena, può favorire processi politico economico e sociali, in ambito vasto. Il valore del dialogo a Cesena ha vissuto una forte sofferenza. Una situazione con una responsabilità diffusa in tante forze politiche, certamente anche a carico dell’ex Sindaco. Questa situazione ha finito per disconoscere aspetti positivi nell’azione amministrativa, esempio nuovo ospedale, enfatizzando eccessivamente problemi non centrali, esempio parcheggi, e distogliendo l’attenzione da problemi vitali, quali: sviluppo, infrastrutture, diffusione di lavoro fragile e bassi redditi. Responsabilità, da condividere però con tutti gli attori romagnoli, soffrendo l’intera area vasta, uno sviluppo stentato. Siamo il mezzogiorno della nostra Regione. È quindi bene costruire la famosa “discontinuità” sulle cose da fare, affinché questo richiamo ridondante, non diventi un alibi per mancanza di idee. Sviluppo, lavoro, welfare, legalità, centralità della persona, sono temi sui quali la Uil misurerà l’operato degli Amministratori e delle opposizioni. Da tutti i Sindaci del territorio, ci aspettiamo un rilancio del confronto partecipato, quello che crea un “clima” favorevole per trattare i problemi e condividere soluzioni. Senza queste premesse, le discussioni su assetti istituzionali e architetture associative, sono una perdita di tempo. Il patto per il lavoro è certamente un ottimo strumento, da praticare in ogni Comune disponibile ad un salto di qualità nella elaborazione di idee e poi da condividere fra Comuni. Uscire da una visione ragionieristica del confronto sul bilancio a favore di un confronto politico a 360 gradi. Centrale è il tema della legalità, ed il contrasto alla malavita organizzata. La Uil su questo tema ha sottoscritto un appello con tutti i candidati Sindaco di Cesena, ora ci aspettiamo coerenza, a partire da una richiesta bipartisan di incremento organico delle forze di polizia. Siamo poi convinti che “Osservatori” permanenti sui “Dati” di ogni territorio comunale, siano fondamentali per affrontare alcuni temi: redditi, contrattazione, infortuni per citarne alcuni. Il solo dato provinciale non aiuta, ad esempio il dato reddituale di Cesena offre ragionamenti sulla carenza di contrattazione, quello di Cesenatico offre ragionamenti sul tasso di fedeltà fiscale. La Uil pensa che la crisi dei consumi, sia figlia del livello eccessivo di tassazione, ma anche dei bassi redditi, conseguenza di una scarsa propensione alla contrattazione integrativa, di un eccesso di precarietà e di una preoccupante diffusione di contratti pirata o finti rapporti di lavoro autonomi. Fattori che producono una scarsa valorizzazione delle competenze e danneggiano lo sviluppo. Avere nel nostro territorio alcuni lavoratori pagati 3 o 4 euro all’ora o poco di più è sintomatico di un territorio malato, con un modello di sviluppo perdente. Devono capirlo i Sindaci, devono capirlo le imprese. Il welfare aziendale, è una opportunità a patto che non lo si voglia utilizzare come foglia di fico per eludere la contrattazione.  Serve poi individuare strumenti per collegare scuole e sistema produttivo, con strumenti di territorio. Perché dunque non costruire “comitati scientifici” composti da istituzioni, associazioni, scuola e università, per identificare le esigenze del nostro modello produttivo, e le competenze richieste di qui ai prossimi dieci anni? Perché poi non immaginare un opuscolo che di anno in anno sia aggiornato e possa essere distribuito nella scuole, con professionisti che nell’alternanza scuola lavoro, illustrano le esigenze del sistema produttivo, facilitando l’orientamento di alcuni indirizzi scolastici, nonché la scelta di ragazzi e famiglie?  C’è poi bisogno di un nuovo protagonismo di tutta la Romagna, che superi le storiche diffidenze, antipatie e divisioni e affronti in modo più determinato un’Istituzione regionale che è stata avara con il mezzogiorno della Regione. Servono investimenti in Romagna, in infrastrutture per favorire anche nuove politiche industriali e poi investimenti in welfare. Situazioni come quella della E45, non devono vedere la sfilacciata risposta alla quale abbiamo assistito, quasi fosse un problema di alcuni Sindaci, di Uil, Cgil e Cisl e delle associazioni di impresa. Serve un rilancio radicale di questa infrastruttura, come servono nuove infrastrutture, moderne efficaci e rispettose dell’ambiente. Vanno dunque potenziati i collegamenti fra zone produttive, cittadine e turistiche, oggi completamente obsoleti e lenti. Si pensi poi all’Ausl Romagna, una scelta coraggiosa per una migliore gestione delle risorse, scelta che oggi appare quasi mal sopportata dalla Regione, incapace di esportare altrove questo modello, e avara nel riconoscere il finanziamento e l’organico che spetta all’Ausl Romagnola. Intanto monta un clima di legittima e fortissima insofferenza fra gli operatori della sanità, costretti a lavorare in condizioni esasperate e con un’utenza sempre più costretta a rivolgersi al privato a pagamento. Infine, sarebbe necessario parlare di rilancio dell’agricoltura con una discussione con la grande distribuzione, che svaluta il valore del prodotto, diventando concausa di una degenerazione sul fronte del rispetto del lavoro. Così come il rilancio del turismo deve ripartire dalla riqualificazione dell’offerta, con investimenti pubblici e privati innovativi, viceversa avremo un turismo in decadenza e costruito su una diffusa degenerazione del valore lavoro, sfruttato e mal pagato, con buona pace per quel piagnisteo  molto ipocrita, di chi lamenta la mancanza di mano d’opera. Ecco alcuni spunti sui quali ragionare ma soprattutto lavorare per offrire ai cittadini quelle condizioni di sviluppo redistribuzione, legalità e benessere, fondamentali per la coesione della nostra società.

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