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Cinque interventi per cinque anni

     Luglio 23, 2019   No Comments

Energie Nuove – NUMERO 1 – luglio 2019

Cinque interventi per cinque anni

di Stefano Bernacci – Segretario Confartigianato Federimpresa Cesena

Le nuove amministrazioni comunali, scaturite dalle elezioni del 26 maggio e dal ballottaggio del 9 giugno a Cesena e Savignano,  sono dunque al lavoro, dopo una lunga campagna elettorale, in un Paese – mi pare il caso di rimarcarlo non certo con compiacimento  – che si manifesta sovente in ininterrotta campagna elettorale, con le promesse e i proclami che si rincorrono anche quando sarebbe il caso e il tempo di realizzare fatti e atti di governo. Il primo auspicio è dunque che a livello locale non si ricalchi lo schema non di rado prevalente in quello nazionale, ma si proceda con efficacia e concretezza in uno scenario definito senza alimentare il senso di irrisolta incertezza che rappresenta un limite per tutti, a partire da chi fa impresa.

Ciò premesso, è indubitabile che all’indomani  delle elezioni amministrative,  la geografia politica nel nostro territorio si è in parte modificata, pur in un quadro generale di sostanziale continuità rispetto ai governi precedenti.

Quello che ci auguriamo  è innanzitutto che si attui  la  collaborazione anche tra Comuni di diversa compagine amministrativa, a partire da quelli capoluogo di Cesena e Forli, riuscendo a realizzare quello che purtroppo  non sempre è stato costruito in passato con giunte dello stesso colore, nell’ottica in particolare  del rafforzamento imprescindibile del sistema Romagna. 

Il modello a cui riferirsi, per capirci, deve essere quello delle Olimpiadi 2026, conquistate  grazie all’unitarietà degli attori politici di diverso colore, ma accomunati da un grande progetto comune.

Proseguendo nell’analisi, un dato significativo del voto per le amministrative è stata la grande partecipazione alla competizione elettorale: solo a Cesena le candidature a sindaco erano sette e le liste sostenitrici 15. Se da una parte ciò può essere letto come un segno di frantumazione, per noi è più importante rimarcare invece che questo proliferare di offerte politiche rappresenta un segnale di spiccato interesse per il bene comune, un grande valore, un segno di città viva e con forte senso di appartenenza. Questo vale anche che per i comuni comprensoriali, basti pensare alle tre liste in campo a Savignano, San Mauro Pascoli, Gambettola e  Bagno di Romagna. 

Un patrimonio, questo, da non disperdere, con tante proposte per migliorare le nostre città che vanno tenute in conto, sia quelle di chi ha vinto le elezioni, sia quelle di coloro che in consiglio siedono all’opposizione.

D’altro canto, va anche rimarcato anche che si è notata in campagna elettorale non poca confusione,  in particolare su un aspetto cruciale:  che cosa si deve richiedere a chi è chiamato a governare e quali aspettative avere sull’operato delle amministrazioni. Diciamolo subito, allora, a costo di essere impopolari: bisogna avere la consapevolezza che i Comuni  non possono e non debbono risolvere tutti i problemi dei cittadini, e a noi pare fuorviante attendersi interventi risolutivi che non competono all’ente pubblico, ad esempio su due materie così centrali e col nervo scoperto come il lavoro e la sicurezza. I Comuni debbono fungere da stimolo e senza dubbio sono chiamati a  favorire politiche generali in risposta alle esigenze dei cittadini, ma non spetta a loro in prima persona creare posti di lavoro e proteggere dai crimini. 

Usciamo quindi da pericolosi equivoci. Non ha senso ed è controproducente attendersi interventi da deus ex machina realizzati da parte dell’ente pubblico, a cui essi direttamente non competono, mentre invece  occorre ragionare insieme su nuovi strumenti e modalità per incentivarli, specie a vantaggio dei giovani, senza proseguire nella proliferazione di tavoli che onestamente non si sono rivelati molto produttivi. 

Anche sul versante dei tributi locali è bene intendersi ed essere intellettualmente onesti: la riduzione della pressione fiscale  resta indubitabilmente una richiesta centrale a favore delle imprese, ci mancherebbe, ma quello che più conta è la creazione di un ambiente generale favorevole allo sviluppo per cui se i 500 euro supponiamo risparmiati grazie alla eventuale diminuzione del carico fiscale li si deve scontare ad esempio  in termini di minori servizi sociali erogati, il gioco probabilmente non vale la candela. 

Quello che invece dobbiamo perentoriamente richiedere alle amministrazioni e Confartigianato su questo aspetto  è impegnata a farlo fermamente  in prima persona da sempre,  è di agire e operare nell’ottica di un modello di sviluppo chiaro, coerente e consapevole. Unitamente a questo, a Comuni e amministrazioni, dobbiamo chiedere di fare bene il loro mestiere, avendo chiare le competenze e possibilità concrete che hanno a disposizione.

Per questo ai candidati sindaco nei nove comuni del Cesenate in cui si è andati al voto Confartigianato non ha presentato semplicemente una lista della spesa affastellata di richieste,  ma bensì un manifesto ragionato con proposte ad ampio spettro da cui necessariamente ora deve ripartire il confronto. Un manifesto che si compone di cinque punti strategici, tutti indirizzati a un miglioramento strutturale  del territorio. Cinque interventi per cinque anni, chiari e misurabili.

La nostra sollecitazione è di costruire un territorio più favorevole al fare impresa, che voglia investire in personale più qualificato, che dia vita a un modello di sviluppo più sostenibile e circolare contribuendo alla realizzazione  di un nuovo welfare di comunità e alla costruzione di un sistema territoriale omogeneo nell’ottica di un orizzonte Romagna.

Sono  questi i pilastri su cui insieme edificare la cattedrale dello sviluppo e della crescita. Non chiediamo all’Amministrazione pubblica di creare politiche industriali di sviluppo, ma di giocare un ruolo di regia in accordo con Università, associazioni, fondazioni sul Welfare, evitando sovrapposizioni di ruoli.

Un manifesto, il nostro, che è stato redatto all’indomani del rinnovo delle cariche e della nomina del nuovo gruppo di presidenza eletto da oltre mille imprenditori, un momento di grande partecipazione politica per i nostri imprenditori. Sulle proposte e le istanze contenute nel nostro manifesto, misureremo dunque l’operato di chi ci amministra continuando a svolgere il nostro compito di stimolo per la creazione di un territorio più favorevole alla crescita, quello che spetta a una seria organizzazione di rappresentanza di imprese non solo rivendicativa ma costruttiva e propositiva.

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