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Collezioni da “privato” a “pubblico”

     Giugno 28, 2017   No Comments

di Giampiero Teodorani

Grandi e piccoli musei e gallerie d’arte moderna e contemporanea in Italia si sono formati e sono cresciuti nel tempo prevalentemente grazie a donazioni ed acquisizioni da privati, enti e associazioni territoriali. Anche a Cesena,specialmente nel recente passato, si sono verificati episodi di generosità da parte di artisti importanti e collezionisti, che hanno contribuito a accrescere il patrimonio della città. Un episodio su tutti, la donazione della “Collezione Morello Morellini”: intitolata ad un medico cesenate trasferitosi a Roma e diventato il dottore degli artisti, che alla  sua morte e in suo onore, donarono propri dipinti destinati alla creazione di una galleria d’arte contemporanea nella città natale dello stesso Morellini. Sono così entrati a far parte del patrimonio artistico comunale 30 opere di Guttuso, Maffai, Turcato, Monachesi,Greco, Fazzini e tanti altri artisti importanti e famosi. Un nucleo veramentefondante a cui si sono aggiunte le donazioni di Schifano, Bogoni, Vacchi,Lanfranco, Piraccini, Sughi, dopo la realizzazione di significative mostremonografiche. Da non dimenticare il lascito di Mario Bocchini alla sua cittànatale di diverse opere. Si potrebbe ovviamente continuare nell’elenco.

Maquesta generosità è stata ricambiata dalla città? E in che modo?. Credo dipoter dire in maniera insufficiente e molto parziale. Vecchie e più recentidonazioni hanno trovato posto nella quadreria della Biblioteca Malatestiana,poi nella Pinacoteca Comunale, che è oggi totalmente satura perfino nei suoiprecari depositi. Quindi, sono state in parte ospitate nei diversi corridoi delpalazzo municipale ed in ambienti attigui alle sale del consiglio comunale edella giunta e in tanti uffici. Si potrebbe concludere che donare arte oggialla collettività vuol dire creare più problemi che altro all’amministrazionecomunale. Così come è naturale che senza l’offerta di una adeguata visibilitàil collezionista, come pure l’artista, o eredi di pittori e scultori, si sentanodel tutto demotivati dal rendere pubblico il proprio patrimonio d’arte, stanteil desiderio (credo più che legittimo!) di tramandare, a chi verrà dopo di noi,il segno dell’esistenza di una attività o della passione di una vita.

Questoproposito va invece sicuramente incoraggiato da parte dell’ente pubblico, edevono essere date garanzie a chi compie gesti di alto civismo, che sarà fattacorretta conservazione con adeguata valorizzazione delle cose donate. Valga pertutti, l’esemplare pubblicazione che è stata data alle stampe dall’Istitutoregionale per i beni culturali sulla più recente donazione di opere d’arte efotografie voluta da Renzo Ravegnani a favore della Biblioteca Malatestiana.

Nonposso dimenticare la confidenza che alcuni anni fa mi fece un caro amicocollezionista, oggi scomparso, circa la sua volontà, condivisa dalla moglie ein assenza di figli, di donare all’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali)l’intera propria collezione di arte contemporanea. Per tutta la vitaquell’appassionato d’arte aveva raccolto dipinti di Vespignani, Ferroni,Banchieri, Fieschi e tanti ancora (i Cappelli e i Sughi più belli degli annisessanta sono stati suoi) e ora quelle opere sono destinate ad essere dispersein un’asta, il cui ricavato sarà impiegato per fare stare meglio cani e gatti,che tanto il collezionista amava. Un gesto nobile, nulla da dire! Ma quantatristezza sapere che forse, proprio per una mancanza di fiducia nelle capacitàdel nostro Comune di essere un buon gestore di tanto patrimonio, opere d’artedi rari valore e bellezza saranno per sempre disperse, a favore del miglioreofferente.

Horicordato un caso, ma sono tante, a Cesena, le situazioni che conosco eriguardano collezionisti, artisti “storicizzati” e anche famiglie di celebriartisti scomparsi, interessati a rendere pubblici propri patrimoni, e la cittàfarebbe bene ad attrezzarsi adeguatamente, cominciando dal dotarsi di unastruttura museale che oggi, come ben sappiamo, non c’è. Conosco meglio le coseche riguardano la pittura, ma sono sicuro che il discorso vale anche per lascultura, i vetri e le ceramiche, l’alto antiquariato e l’archeologia. Oggettiil cui “tramando” alle future generazioni di cesenati, deve essereassolutamente tentato. Soggetti, che definirei “facilitatori”, interessatiall’incremento del patrimonio artistico locale possono essere tanti: il Comune,la Fondazione della Cassa di Risparmio, la Curia, i diversi gruppi industrialiimportanti e le banche attive sul nostro territorio.  A loro il compito di creare finalmente quel“museo della città”, entro il quale anche a nuove auspicabili “accessioni”possano essere garantiti non semplicemente spazi di visibilità, ma strumenti emezzi per essere conosciuti e apprezzati, come parti costituenti di quel benecomune che si chiama patrimonio artistico-culturale.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 12:24 pm
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