di Pietro Castagnoli
Ernesto Galli Della Loggia in un recente articolo sul Corriere della Sera (7 ottobre) fissa cinque paletti, da storico quale è, per i nostri rapporti con l’Islam. Il suo vuole essere un confronto aperto che coinvolge religione, politica e cultura. Papa Francesco di ritorno dall’America ha sostenuto la logica del dono nei confronti di una società che all’apertura del Sinodo sulla famiglia non esita a definire “disidratata, arida e anonima”, parole dure contro l’individualismo dell’avere, ma che rivelano un atteggiamento di cristianesimo autentico di fronte alle guerre, alle ondate di immigrazione che invadono l’Europa, ai pericoli dell’Isis che innalza bandiere nere e atterrisce con i rituali dei tagliagole.
Il primo paletto riguarda l’Islamofobia, l’avversione cieca contro un mondo che non ci appartiene, in particolare per la sottomissione e il trattamento della donna,che ci appare una forma di schiavitù per chi considera gli esseri umani uguali.Anche da noi il problema della liberazione della donna, la sua emancipazione, ha lunga e triste storia non sempre esemplare per i tentativi di mercificazione del suo corpo.
Il secondo paletto è la diversificazione all’interno delle religioni monoteiste. Anche se si riferiscono a un unico Dio, quando si scende sul piano delle difesa deidiritti naturali si spalanca un abisso, tra chi si afferma con il diritto allaviolenza e chi predica la pace e la comprensione.
Il terzo palettoriguarda l’alternanza delle sopraffazioni storiche e le loro motivazioni difondo, o come si potrebbe dire i “torti storici”. La domanda che ci facciamo ècome mai Maometto con la spada si conquista il potere e l’islam si estende inAsia, in Africa fino ad accerchiare l’Europa dopo la caduta dell’imperobizantino. La reazione con le Crociate e la battaglia di Lepanto è puramentefallimentare, per i dissidi interni alle coalizioni, mentre non lo è la dissoluzione dell’ImperoOttomano dopo la prima guerra mondiale. Le varie forme di colonialismo che sisono susseguite in America, in Africa e in Asia stanno creando le ritorsionicon le ondate di immigrazione di popolazioni devastate dalla fame e dalleguerre.
Il quartopaletto riguarda non l’esplicita condanna della violenza, ma il ricorso allamediazione nel riconoscimento reciproco di una convivenza possibile.
Il Quintopaletto verte sul dialogo interreligioso perché non sia una mistificazione. Sitratta di ritrovare i punti in comune che realizzino una vera comunità nellaparità dei diritti e dei doveri prima di ogni altra cosa. Una vera cultura deldialogo non può fondarsi sulla distruzione di chi comanda per mettersi al suoposto, ma sulla tolleranza che nasce dal riconoscimento reciproco e dalla limitazione delle proprieaspirazioni.
Intanto sicombatte in Siria per eliminare un despota che si considera una garanzia di una tradizione, per un posto in Crimea peruna flotta che deve affacciarsi sul Mediterraneo, o per mantenere una egemoniatra potenze. La storia non si cura dei paletti, ma noi abbiamo bisogno dicapire che cosa c’è tra i moti emotivi esentimentali della storia.