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Verso il 2014. Si gioca soprattutto a sinistra

     Giugno 28, 2017   No Comments

Fra pochi mesi si vota anche a Cesena, per eleggere il nuovo Sindaco ed il nuovo Consiglio comunale. Adesso è fase di preparativi. Cosa bolle nella pentola cesenate? I grillini penta stellati raccoglieranno il voto dei vaffa di varia natura, di molti delusi dalla politica che esprimeranno così il loro sentimento invece di astenersi dal voto. Il grillismo locale non brilla per statura propositiva e dirigenziale, tuttavia si avvantaggia di un vento favorevole. Si sta preparando un cartello che si propone alternativo alle forze che hanno avuto fino ad oggi la maggioranza. Ne faranno parte, con liste diverse, ma in coalizione, il Pdl, la Lega, il Pri, l’Udc, e altre sigle. Il Pdl è soprattutto il voto berlusconiano. Non è una forza politica che si sia particolarmente radicata nella vicenda del territorio, economica e sociale. La Lega non usufruisce dei favori di altre stagioni. L’Udc sono alcuni “cattolici” casiniani. Le altre sigle, compresa Scelta civica, rappresentano un’area di centro, elettoralmente esistente, ma non politicamente attiva nel territorio. Il Pri ha una grande storia e una grande tradizione nel suo trascorso. La vicenda elettorale, invece, è declinante da tempo. Il suo radicamento sociale pure. Il cartello alternativo che è in preparazione è questo collage. Quali ne saranno le proposte e chi, come candidato sindaco, ne sarà la rappresentazione è ancora da vedere. Ci saranno, forse, anche altre presenze elettorali. Quelli lib-dem che vogliono essere propositivi per la città e valutare sulle cose che si propongono con chi altri, eventualmente, c’è più vicinanza o anche condizione di alleanza. Insomma è ancora gran movimento e chiacchiericcio di preparazione. Non di meno è così anche nelle forze che esprimono la maggioranza di sinistra, Quello che sta succedendo in questa parte della politica locale è più significativo ed esplicativo di tutto il resto. C’è qualche ebollizione anche nella sinistra locale. Timorosi che il populismo grillino e non solo possa creare qualche problema, si stanno spendendo a mani basse, anche a sinistra, in populismo un tanto al chilo. Con le primarie per il candidato Sindaco, ad esempio. Domanda. Ma se le forze che hanno sostenuto Lucchi fino ad oggi si sono dette sempre e acriticamente d’accordo con la sua sindacatura, che bisogno c’è delle primarie? Una pantomima che butta fumo negli occhi della gente. Con connivente ausilio di stampa locale. Il fumo aiuta a non vedere una certa pochezza amministrativa di questi anni. Esorcizza valutazioni critiche. Questa pantomima, però, mostra una certa insicurezza. Nel Pd locale pare si stia muovendo un po’ di dialettica interna. Per le elezioni del segretario. Gli schieramenti: i seguaci di Lucchi da una parte; dall’altra i renziani locali, i cosi detti lettiani e gli amici dell’on Gozi. Quest’ultimo, gli va riconosciuto, ha messo in moto la dialettica che si sta dispiegando. Un’azione che deve essere risultata urticante, vista la reazione che ha ricevuto. Dietro la vaghezza di termini ancora non molto esplicitati quali rinnovamento e cambiamento, cosa in realtà si muove? Di politico, al momento, pare molto poco. Altrimenti il contendere sarebbe su contenuti amministrativi, su alleanze e contro l’autoreferenzialità che ha contraddistinto Pd e sinistra locali fino ad oggi. È solo un gioco interno di partito a valere sulla presa che il partito ha sul sistema di potere locale e sulle scelte delle varie candidature e/o nominations che al partito toccano di volta in volta a seconda della posta in gioco? Certi posizionamenti last-minute avvalorano una risposta affermativa. Da un lato sono quelli di più stretta derivazione ex Pci, dall’altro soprattutto gli ex Dc e margheriti. Qui ci sono anche i renziani di maggiore autentica passione, e gli estranei all’ortodossia dei due maggiori ceppi formativi del Pd. Si può attendere qualcosa di veramente nuovo almeno da loro? Auspicabile. Questa dialettica, almeno servisse a stemperare quell’autoreferenzialità che rende “poca” la politica del Pd. Insomma la preparazione alle elezioni amministrative, al momento, è, soprattutto, uno svolazzare di superficie. In questo quadro, conoscendo abbastanza la realtà della politica locale, il candidato-sindaco Lucchi (pd, sel) può dormire sonni non particolarmente agitati. Non sono gli avversari che possono impensierirlo. Presi nel loro insieme, ma anche nelle loro distinzioni, al momento non stanno esprimendo gran chè (in termini di contenuti, di presenza economica e sociale, di senso politico, di leadership). Semmai il candidato Lucchi e la sua coalizione hanno più ragione di temere lo scollamento di un loro pregresso consenso. Scontento. Scontento della prova amministrativa resa in questi anni; di un presentismo tanto invadente e propagandistico, quanto scarsamente costruttivo; delle strabordanti apparizioni, dichiarazioni e annunci senza adeguati, corrispondenti, effettivi riscontri. E quell’opuscolo da berlusconismo in sedicesimi che enfatizzava una sequenza di “fatto”, “fatto”…”fatto”!? Che dire? Un rischio smottamento da delusione si potrebbe mettere in conto. Il fronte debole è questo, non il confronto con gli avversari in campo. Alla fin fine sarà più una partita giocata soprattutto in una parte del campo, che a pieno campo. E a questo riguardo varrà molto come si svilupperà la dialettica interna ed in corso nel Pd. È comunque il partito che associa e rappresenta un pervasivo sistema economico, sociale e di potere. Radicato nel tempo. Con blocco d’ordine consistente e solido intorno a certo modo di gestire la spesa pubblica ed il potere amministrativo. La difesa e la conservazione di questa condizione – è la politica valsa fino ad oggi – è uno degli indirizzi che si confrontano nel dibattito interno. Un altro è (o dovrebbe essere) quello che ritiene che questa conservazione debba essere superata. Che debba farsi largo una discreta innovazione di contenuti e di metodi amministrativi. Quella conservazione non potrà aiutare uno sviluppo ed una crescita economica e sociale, per la quale, peraltro, vi sarebbero potenzialità. Ma manca una politica adeguata ed un adeguato governo locale per sollecitarle e attivarle in un coerente progetto di sviluppo. Perché riteniamo varrà molto come svilupperà la dialettica interna al Pd? Perché può essere tale da esaltare le ragioni dello scontento verso l’attuale Amministrazione e favorirne l’aumento. Perché può essere un dibattito serio che dà mostra di porsi seriamente l’obiettivo di un cambiamento effettivo (contro l’autoreferenzialità di oggi). Nel tal caso potrebbe derivarne una attenzione anche esterna al Pd dalla quale attingere anche nuovi consensi. Se sarà così lo si vedrà da come si proporrà, alla fine, la candidatura di Lucchi. Quanto sarà innovativa e se si avvarrà di una squadra di sicura rappresentazione di innovazione e capacità. Nelle prossime settimane si manifesterà meglio la preparazione al voto del 2014.

  •   Published On : 6 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 8:57 am
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