di Bruno Piraccini
Ogni sguardo rivolto al futuro non può dimenticare il presente sul quale il futuro, appunto, si costruirà.
Per questo, andando con la mente al 2019, occorre partire da quei presupposti economico-sociali che caratterizzano l’attualità del territorio cesenate. Si evidenzia così un territorio che a tutt’oggi tiene ben salde le proprie radici in quei settori che da tempo ne costituiscono lo scheletro economico: dall’agroalimentare alla meccanica, dal calzaturiero all’artigianato di qualità passando attraverso leattività legate al mondo dello sport e del wellness e, in ultima analisi, le aziende dell’ICT, il cui sviluppo si deve anche all’insediamento della facoltà di Informatica in città.
La congiuntura economicache ha costituito il filo conduttore dell’ultimo decennio non è certo stata facile: la crisi del mercato globale ha avuto ripercussioni anche qui da noi, e tra i settori che ne hanno maggiormente risentito dobbiamo contare quello dell’edilizia che, fino al 2008, si caratterizzava per una vivacità favorita da un mercato immobiliare al su picco.
Gli anni della crisi hanno anche conosciuto una crisi del credito bancario che ha, infine, ridisegnato gli equilibri un tempo stabili. Le difficoltà di diversi istituti, in special modo di quelli di dimensioni medio-piccole, di rientrare dei crediti concessi, avvenuta in contemporanea all’entrata in vigore di Basilea 2 prima e 3 poi, ha di fatto stretto i cordoni della borsa e reso difficile, quando non impossibile, per gli imprenditori medio-piccoli, poter contare sulla concessione di prestiti e liquidità indispensabili alla vita delle loro aziende.
Oggi, diversi indicatori economici iniziano finalmente a mostrare una lenta e faticosa ripresa e proprio per questo diventa di fondamentale importanza che tutte le parti in causa, dalla Pubblica Amministrazione al mondo delle imprese, siano pronte a cogliere le opportunità che questa offre.
Per farlo, per costruire cioè un futuro di solidità economica per il territorio cesenate, esistono delle precondizioni che non si possono trascurare.
Se è vero che da tempo gli imprenditori chiedono con insistenza il compimento di quei percorsi di dematerializzazione e sburocratizzazione capaci di rallentare le nuove iniziative e la crescita di quelle già esistenti, dall’altro, credo, che il prossimo biennio possa dare finalmente corso a tali richieste. Fino ad oggi, infatti, i processi di informatizzazione e digitalizzazione non sono riusciti ad essere l’alternativa vera al passato di carte e burocrazia ma spesso vi si sono affiancati rendendo di fatto ancora più complesse le pratiche necessarie all’adempimento degli oneri di legge.
Tutto ciò diviene di primaria importanza se si tiene conto, come è necessario fare, della competizione globale in atto e che vuole aziende ‘veloci’ capaci di vincere una sfida vedendosela con ‘avversari’ liberi da burocrazia (e da prezzi dell’energia concorrenziali). Del resto nel futuro prossimo le aziende che non avranno saputo adeguarsi agli stimoli continui e sempre nuovi del mercato verranno soppiantate da realtà capaci di precorrere i tempi.
Certo è che per affrontare un simile futuro un territorio che si estende solo entro i propri margini provinciali non è sufficiente: a prescindere da quanto vasto esso sia. Proprio per questo auspico che i prossimi due anni vedano il definitivo compimento, anche economico e non solo legislativo, di quell’Area Vasta su cui vi è ancora qualcuno che mostra delle perplessità. Cesena, che sorge in una posizione centrale della Romagna, può essere capofila di questo progetto e fare da motore propulsivo alla sua realizzazione. La competizione tra territori vedrà trionfare quelli che avranno un’Amministrazione Comunale capace di mettere a disposizione dei propri imprenditori nuove aree da destinare a insediamenti produttivi e, al contempo, efficientare i controlli previsti dallenormative vigenti. Controlli indispensabili anche per favorire le buone prassi proprie della “green economy’, quell’economia che mette la tutela e il rispetto dell’ambiente e dell’uomo al primo posto, non depreda più il territorio delle proprie risorse naturali, ma si impegna anzi a migliorarlo con azioni etiche ed efficienti. Al contempo il mondo delle imprese affiancando quello delle istituzioni deve farsi carico anche delle necessità del tessuto sociale nel quale è inserito, facendosi promotore di iniziative a favore della salute deicittadini, un compito che è certamente in capo al Sistema Sanitario Nazionale ma che grava su ognuno di noi. Assicurare la salute, riducendo al massimo l’incidenza di patologie gravi attraverso politiche di prevenzione, diviene allora quel mezzo che consente al SSN di risparmiare denaro da investire in nuove tecnologie capaci di contribuire a migliorare la qualità della vita di ciascuno di noi.
Infine, la Cesena ideale del futuro, non può dimenticare chi davvero ne sarà cittadino. Mi riferisco aigiovani che dovranno trovare qui dove sono nati le occasioni di lavoro che oggi stanno cercando altrove. Ben vengano allora tutte quelle iniziative che legano il mondo delle imprese a quello della scuola, ma da sole non bastano. Le difficoltà che i ragazzi hanno attualmente a trovare un impiego nascono anchedalla poca dimestichezza che hanno nel vivere concretamente il lavoro, in cui si affacciano spesso per la prima volta dopo avere compiuto un ciclo di studi che si conclude intorno ai 25 anni. Fare in modo che i giovani, anche durante iloro anni di studio, inizino a lavorare, accettando magari di rivestire ruoli che richiedono competenze diverse, più manuali, rispetto a quelle che stanno sviluppando, è un sistema eccellente per aiutarli a crescere e abituarsi alla realtà che li attenderà.
L’ultimo centinaio di assunzioni che abbiamo fatto per gli stabilimenti Orogel sono state di giovani neodiplomati o neolaureati il cui bagaglio culturale ha contribuito alla crescita e al miglioramento della produttività anche se i ruoli che sono stati chiamati a rivestire richiedevano un’attività più pratica che intellettuale.
Investire sui giovani, tutela del territorio e della salute, accelerazione dei processi burocratici,sinergie tra territori sono le buone pratiche che, ritengo, consentiranno a Cesena, e alla Romagna in generale, di guardare al futuro con ottimismo. Pratiche che necessitano di condivisione e confronto costante tra Pubblica Amministrazione e mondo delle imprese perché il bene comune non esclude, ma include le competenze e le peculiarità di tutti.