• I Nostri Sponsor

Loading...
Your Are in   Home     Cultura Società Economia     Unioni, adozioni e molte confusioni

Unioni, adozioni e molte confusioni

     Giugno 28, 2017   No Comments

di Giancarlo Biasini

Una domanda mi facevo nelle settimane che hanno preceduto le votazioni sul disegno di legge Cirinnà e non tanto sui dubbi dei “cattodem” che ero sicuro che sarebbero arrivati. Mi chiedevo se sarebbero tornati i sentimenti e l’anima che hanno sempre accompagnato la dirigenza politica dei cattolici del vecchio PCI; i dubbi di Franco Rodano, Adriano Ossicini, Tonino Tatò il segretario di Enrico Berlinguer e di molti altri.Quest’anima ricompare quando si tratta di affrontare problemi che rischiano di toccare il “comune sentimento religioso” degli italiani. E’ un dato storico findai tempi della Costituente. Cino Macrelli, testimone storico e obiettivo, ci diceva che l’inclusione dei patti lateranensi nella Costituzione (Art. 7) sarebbe passata comunque anche senza il voto dei comunisti, magari per pochi voti, ma sarebbe passata. “Togliatti –continuava Macrelli- volle far sapere che passava anche per i voti del PCI”. Il suo discorso in aula sorprese perché Il Pci, passando dal voto contrario in sede di commissione al voto favorevole in seduta plenaria, aveva rotto il fronte laico nonostante il patto d’unità d’azione fra PSI e PCI cui Togliatti teneva . Quel comportamento (più legato al sentimento religioso del paeseo a un opportunismo elettorale?) fu una tappa decisiva della storia politica dell’Italia. Ci ho ripensato quando Giuseppe Vacca, presidente dell’Istituto Gramsci e deputato per il PCI nella IX e X Legislatura, ha dato un giudizio sul Family day perfettamente in linea con la concezione togliattiana di 70 anni fa: “Quella folla esprime un modo di vedere la famiglia che appartiene a una vasta parte della società italiana […]. Lì si è manifestato un denominatore comune, la nostr aciviltà cristiana. È una grande eredità”. Opinione rispettabile intendiamoci,stavolta più legata a sentimenti che ad opportunismi.
Dopo l’art 7 nel 1970 venne la legge suldivorzio portata avanti con lamobilitazione del partito radicale, dei socialisti e di noi laici. Il Pci era rimasto sempre aimargini di quella battaglia condotta sui quei giornali che i comunisti si ostinavano, con linguaggio ottocentesco, achiamare “borghesi”. Il Pci era semprestato fermo nel timore che la battaglia politica sul divorzio avrebbe apertouna frattura nella società fra laici e cattolici, mentre il leitmotiv era lanecessità di “andare incontro alle esigenze delle masse cattoliche”. Poi, approvatoil divorzio, il PCI provò a modificare la legge in parlamento (compromessoAndreotti-Jotti e proposta di legge della senatrice del Pci Tullia Carrettoni)per evitare il referendum anche se durante la campagna elettorale non esplosero guerre di religione néebbero luogo scontri drammatici e devastanti e quel 59,3% di consensi per il mantenimento dellalegge fu una sorpresa solo per chi non sentiva il polso del paese. Venendo adoggi la voglia di non “arrivare a scontri con l’anima cattolica del Paese “era latente di fronte alla legge sulleunioni civili con i chiari interventi di Vacca, ma anche con le opinionipiù sommesse di Giorgio Napolitano,Mario Tronti, Ugo Sposetti, Maurizio Migliavacca, ma non di EmanueleMacaluso. Conosciamotutti il percorso di quella legge. Durantela discussione parlamentare i 5stellehanno cercato di ostacolarne l’approvazione (con molto maggiore legameall’opportunismo elettorale che al sentimento del Paese proprio del vecchio PCI) prima con la libertà di coscienza dei parlamentari e poi con la opposizione al “ super canguro”che un alfabetizzato alla politica sapeva giudicare per quello che era.
Certola stepchild adoption, è stata gestita dalPD con ingenuità. L’utero in affitto, sventolato all’inizio con le battute diGiovanardi e Formigoni, haacquistato concretezza solo negli ultimi10 giorni per le turbolenze innescatedai 5 stelle. Si trattava solo di mantenere la discussione sui bambini esistenti e non sui bambini a veniree del resto l’ adozione “in casi particolari” (legge 4 maggio 1983n 183) è un istituto utilizzabile quando due adulti formano unanuova famiglia ed uno di loro, o entrambi, portano nella famiglia un figlio avutoda una precedente relazione: bambini esistenti quindi. Questo istituto “speciale” consente già da oraal figlio di una delle due persone di essere adottato purché vi sia il consensodel genitore biologico. Sino al 2007 questo tipo di adozione era ammessa soloper le coppie sposate poi il Tribunale per i minorenni di Milano prima e quellodi Firenze dopo, hanno esteso questa facoltà anche ai conviventi eterosessuali.Nel 2014 il Tribunale dei Minori di Roma ha riconosciuto di fatto la primaadozione omosessuale, permettendo a una donna di adottare la figlia naturaledella compagna. Proprio in questi giorni (1 marzo 2016) il tribunale di Roma haautorizzato una adozione “incrociata” di due bimbe a favore di due mammeconviventi da oltre 10 anni. Ognuna delle due donne ha partorito dopofecondazione eterologa, legalmente quindi, una figlia di 8 e 10 anni che orasono ambedue figlie delle due mamme.
Lasentenza ci ricorda che quando la coppia omosessuale è costituita da due donnei figli stanno dentro un utero naturale e non in affitto. Ed è prevedile che cisaranno presto decine e decine di adozioni incrociate di questo genere. Certo sitratta di sentenze di tribunali in attesa della cassazione, ma questo sembraessere l’andamento della giurisprudenza. Finirà insomma come con i divietidella 40/2004 sbrindellata dalla Corte Costituzionale. Sullatecnica dell’ utero in affitto, che riguarda solo, ricordiamocelo, i conviventimaschili, tutti i dubbi sono leciti e io ne ho in abbondanza,ma oggi perfino una grande parte del femminismo internazionale ha preso le distanze.
Quantoalla vita dei bambini in famiglie omosessuali nel 2013 la prima sezione dellaCorte di Cassazione aveva confermato l’affidamento esclusivo di un bambino a sua madre che, divorziata, eraandata a vivere con la sua compagna, stabilendo in una sentenza che è un”mero pregiudizio” sostenere che sia dannoso per i bambini crescerein una famiglia omosessuale. Non è questa la sede per affrontare questoproblema. Gli studi che se ne occupano sono parecchie decine e, dopo averliletti, ognuno rimane della sua opinione perché in base alla propria cultura lidefinisce costruiti in maniera correttao scorretta o costruiti per confermare opinioni precostituite.
Lamia modesta opinione, consolidata da una consistente esperienza, è che ci sono famiglie con “genitori omosessuali”accoglienti o escludenti e famiglie con “genitori naturali” accoglienti o escludenti.Sta al giudice e ai suoi consulenti stabilirlo.

  •   Published On : 6 anni ago on Giugno 28, 2017
  •   Author By :
  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 12:32 pm
  •   In The Categories Of : Cultura Società Economia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You might also reading...

Un’orchestra per Cesena

Read More