Energie Nuove – NUMERO 2 – novembre 2018
Una svolta concreta in Italia e in Europa
di Jacopo Morrone – sottosegretario di Stato alla Giustizia
Chi grida ‘al lupo al lupo’ davanti al governo Lega/M5s ha pochi argomenti concreti per contrastarlo. In questa manciata di mesi di attività è stato detto di tutto, spesso in modo pregiudiziale e senza entrare nel merito o, addirittura, propinando alla gente informazioni viziate. E’ il momento d’oro delle fake truth, ovvero dei fatti veri manipolati in modo da dare notizie distorte. Ma è proprio questo accanimento che la dice lunga sui limiti dei nostri oppositori. A troppi non importa remare contro gli interessi nazionali pur di delegittimare il Governo che è comunque l’unico possibile in questo momento.
La vera incognita è invece rappresentata da quei ‘poteri forti’, con enormi interessi economici alle spalle, che temono di veder vacillare rendite di posizione maturate in decenni di tacite e acquiescenti alleanze con la politica.
Non scambiamo, tuttavia, per il bene del paese quelli che sono gli interessi di pochi, che hanno mezzi e strumenti per indirizzare politiche e media.
Né si devono chiudere gli occhi di fronte alle macerie lasciate dagli ultimi governi tecnici e politici, da cui ereditiamo situazioni desolanti in molti ambiti, tra cui sicurezza, immigrazione e giustizia.
Credo non sfugga che gli elettori di ogni latitudine stanno bocciando severamente i risultati delle scelte assunte dalle formazioni politiche che hanno assecondato, in Italia e in Europa, la lobby globalista e che hanno imposto decisioni maturate in centri di potere transnazionali, per i quali le varie comunità non sono che pedine da muovere nello scacchiere mondiale, a seconda di interessi finanziari e di visioni futuribili.
Certamente non è da oggi che l’Europa e le sue istituzioni sono condizionate da influenze estranee ai principi che hanno informato la millenaria civiltà del vecchio continente.
Sono numerosi i saggi di recente pubblicazione sulla profonda crisi che sta vivendo l’Europa e sul suo declino che sembra inarrestabile e che, di certo, l’attuale casta politico/burocratica della UE non ha fatto nulla per arginare.
L’Unione non è stata in grado di rafforzare la propria identità fatta di valori, culture, tradizioni similari. Di fatto, questa appare un’Europa senza radici e quello che i nostri popoli hanno di fronte è un panorama disorientante, dove storia e origini comuni sembrano in qualche modo assoggettati all’ideologia del politicamente corretto e alla supponenza politica e intellettuale dei chierici del mondialismo, dell’immigrazionismo, del multiculturalismo.
La Lega, per prima, ha posto queste questioni all’attenzione della politica. Inascoltata, anzi, ostracizzata come forza antieuropeista. Cosa assolutamente non vera. Al contrario, la Lega punta a un profondo rinnovamento della UE, come si evince anche dal relativo capitolo contenuto nel Contratto di Governo, dove, tra l’altro, si auspica un maggior coinvolgimento dei territori, mediante la rappresentanza delle Regioni, e una definizione precisa delle competenze.
I fatti, dunque, ci hanno dato ragione e oggi la necessità che questa Europa subisca una riforma radicale è di dominio pubblico.
La buona politica vorrebbe anche che chi ci ha sommerso di retorica europeista e ha mitizzato la moneta unica come collante per formare un’identità comune facesse un pubblico mea culpa. Ma sappiamo bene come vanno le cose in Italia. E’ evidente, quindi, che una svolta, in Europa, come nel nostro Paese, è indispensabile.
Ma non potranno essere le forze politiche corresponsabili di questa decadenza, guidate da leader irrilevanti quando non dannosi, a farsi protagoniste della nuova costruzione europea e, a maggior ragione, dell’indispensabile cambio di rotta di cui ha bisogno l’Italia.
La contrapposizione ideologica destra/sinistra non interessa più, se non ristrette cerchie di nostalgici dei vari schieramenti. La vera sfida è quella tra globalismo, da un lato, e un mix di sovranità dei popoli, identità e autonomia decisionale, dall’altro.
Purtroppo le formazioni politiche e sociali più conformiste, che sembrano rispondere a interessi diversi da quelli rappresentati da gran parte della nostra società, non lo hanno compreso.
Per arroganza e miopia politica, come emerge dalla delegittimazione a livello politico, culturale e intellettuale di chi non si adegua al ‘pensiero unico’.
Né le défaillance elettorali li inducono a riflettere sugli errori commessi o sulla loro inabilità a rappresentare l’attuale società italiana.
La loro giustificazione salvifica è che se gli elettori non li votano, sono gli elettori a sbagliare e quindi sarebbe meglio non farli votare più. E concedere questa facoltà solo ai ‘competenti’, ovvero all’élite illuminata ostile pregiudizialmente alle ‘rozze’ teorie identitarie e di democrazia popolare.
Per certo, non saranno queste parti politiche a somministrare una cura contro la decadenza dell’Europa. Tantomeno potranno sanare il profondo stato di insicurezza e disagio in cui è precipitato il nostro Paese.
Servono soggetti con ben altre capacità, che siano dotati di coraggio e realismo, che sappiano capire le esigenze delle comunità e siano svincolati da schemi preconfezionati.
E’ con questo spirito riformatore e con un progetto politico chiaro che la Lega ha puntato a essere forza di governo nazionale.
E il cambio di passo risulta evidente dagli obiettivi raggiunti pur dopo soli pochi mesi di attività.
Posso testimoniarlo per le materie di cui mi occupo e, in particolare, per i due filoni a cui abbiamo dato priorità: sicurezza e legalità.
A confermarlo, tra l’altro, provvedimenti come quelli riguardanti la ‘legittima difesa’, il voto di scambio politico-mafioso, l’esclusione dal rito abbreviato dei reati punibili con l’ergastolo e le nuove norme su immigrazione e sicurezza pubblica.
Quello che emerge è anche il nuovo atteggiamento di ascolto e di apertura nei confronti di tanti settori, non ultimi quei servitori dello Stato che tutelano, con grande professionalità, la nostra sicurezza.