di Piero Pasini
Una settimana incandescente quella che oggi sette novembre 2011 si apre per il governo retto da Silvio Berlusconi. L’uomo di Arcore è praticamente alla frutta, deve prendere delle decisioni definitive, il tempo dei giochini, delle strette di mano e dei baciamano è finito. Il Cavaliere lascia o resta? E se resta su quali numeri parlamentari potrà contare e quanto dovrà spendere politicamente per conservarli? L’Europa, l’arrogante Europa dell’asse franco-tedesco accetterà ancora un’Italia debole e divisa? Le prospettive che si aprono, e vedremo sabato quali di queste verranno confermate, sono piuttosto ampie ma tutte, ad avviso di molti, inficiate dall’improvvisazione legata all’emergenza che potrebbero causare un mix fatale deleterio per l’Italia. Una
prima ipotesi potrebbe essere quella di un governo “tecnico” retto da una personalità al di sopra delle parti, ammessa che ce ne sia una nel nostro paese, e potrebbe essere Mario Monti il cui governo si dovrebbe occupare del rilancio dell’economia, a partire dalle misure richieste dall’Europa, poi la nuova legge elettorale invocata dai tanti che vogliono eliminare il Porcellum .
Sarebbe necessaria però una coesione complicata da creare fra tutte le forze dell’opposizione ed un appoggio di una parte del Pdl ben più consistente dell’attuale pattuglia dei “malpancisti”. Bersani vedrebbe questa soluzione di buon occhio, ma appunto perchè la vede positivamente Bersani potrebbe non essere molto gradita al Pdl. Da più parti si propone un ingresso dell’ Udc nel governo, questa volta retto da un’altra personalità che non sia Berlusconi, ma sarà possibile poi fidarsi di Pierferdinando Casini che ogni giorno di più dimostra di portare dentro di sé il dna della non mai defunta democrazia cristiana? Altri commentatori politici prospettano un grande governo di “unità nazionale” in pratica tutti insieme appassionatamente. Quali scenari si potrebbero aprire dove il Pdl non vorrà cedere neanche una poltrona, mentre gli altri che da un po’ sono in “piedi” desiderano poggiare al caldo i propri deretani? In questo caso il rimedio sarebbe peggiore del male, inoltre la Lega e l’Italia dei Valori sicuramente resterebbero fuori e avere Di Pietro e Bossi che come cani sciolti si aggirano intorno al parlamento non conviene a nessuno in questo frangente. Alla fin fine il Cavaliere potrebbe anche dopo 17 anni, pensate è durato più di Vasco Errani alla guida dell’Emilia-Romagna, mettersi da parte e lasciare a tutti coloro che da sempre l’hanno azzannato, pur ricevendo immensi benefici come per Fini e Casini, alle loro responsabilità.