Il PRI di Cesena a congresso nel prossimo gennaio. Scadenza importante. Passaggio delicato e complesso. Ne va di quel tanto di futuro che può ancora esserci. È necessario anche un po’ di coraggio: di analisi e di valutazione. Ci serve per affrontare al meglio la realtà per quello che è.
La politica ed il panorama politico sono molto cambiati. Anche il PRI non è più come il PRI che era. Difficilmente si percepisce il senso di una sua presenza significativa a livello nazionale. Troppo ridotto nei numeri e nell’influenza politica. Difficile da individuare nella più diffusa comunicazione mediatica. Anche per i comportamenti locali del partito, in altri tempi, erano rilevanti i riferimenti di linea politica nazionale e regionale.Oggi è difficile avere questi due riferimenti. A meno che non ci si adatti, passivamente ed acriticamente, allo schieramento nazionale al momento frequentato, visto che il bipolarismo anche se “bastardo”, come taluni lo definiscono, sembra acquisito nel sentire della pubblica opinione. Ma questo potrebbe impedire di fronteggiare al meglio la varia specificità delle diverse realtà locali. Laddove il partito c’è a livello locale la presenza è a macchia di leopardo. Anche questo vanifica un certo livello di linea poltica che non sia quello locale. Nella nostra stessa regione la presenza del PRI si è decurtata molto e quella che c’è è varia assai.
Allora deve essere un Congresso incentrato su Cesena e sul PRI di Cesena. Questo non toglie che le nostre considerazioni debbano essere parte di un obiettivo e di un orizzonte più ampio. Spero sia quello che ci vedrà desiderare, volere ed eventualmente concorrere alla formazione di una forza liberale e democratica, laica, della quale sicuramente il Paese ha bisogno e per il quale sarebbe solo che benefica. Si vedrà. Ma intanto: Cesena.
Il congresso ribadirà e proporrà alcune posizioni programmatiche chiare, positive e forti che sono sicuramente utili e necessarie alla nostra realtà. Ma non possiamo esaurire in questo il nostro ruolo e la nostra funzione. Dobbiamo sottolineare con forza finalità più ampie ed impegnative alle quali ricondurre continuamente la nostra azione. Qui vado in modo spiccio, ma occorrerebbero adeguati ed impegnativi approfondimenti. La nostra città ha bisogno di cultura politica liberale, moderna ed innovativa. Nella vita istituzionale e nel rapporto con l’economia e la società. Siamo una realtà economicamente e socialmente di rilievo. Con grandi ulteriori potenzialità che rimangono però inespresse. Ci sono cifre enormi di chiusura, di non apertura. C’è un forte sistema di potere, economico, sociale. Rigido. Un intreccio fra componenti politiche, gestione ammnistrativa, organizzazioni sociali ed economiche che frena anche la libertà degli individui e delle intraprese.
Ne è prova il timore e la paura che ci sono da parte di molti, imprenditori, professionisti, organizzazioni, cittadini, di esprimersi e di partecipare trasparentemente alla vita politica e civile del Comune. Paura che chi detiene le leve del comando e del potere possa determinare , nei vari modi che ha a disposizione, ritorsioni e difficoltà, intralci ed ostacoli. È un sentire diffuso.
Solo con ipocrisia si potrebbe cercare di negare questo vigente sistema di potere. Una cappa che limita e che è vessatoria.
Occorre porsi l’obiettivo di un lungo impegno volto a fare più libera la realtà cesenate.
Liberalizzarla; allentarne l’intreccio di potere che la comprime. Con liberalismo, modernità ed innovazione.
Non è solo una questione di contenuti amministrativi, ma anche di impostazioni, di metodi, di regole e di modo di agire e di operare dell’istituzione Comune. C’è bisogno di rinnovamento culturale in senso liberale.
Un impegno organico ed organizzato. Da subito. Anche per muoversi verso la preparazione del prossimo rinnovo del Consiglio comunale e l’elezione del nuovo Sindaco. Verso le elezioni del 2009. Come? Tutti i futuri candidati a Sindaco saranno nuovi. L’attuale Sindaco ha esaurito i suoi due mandati. L’impronta (per così dire) dell’attuale manico amministrativo, almeno quella, non ci sarà più. È già tanto, per fortuna, ma non basta. È auspicabile che non ci sia più neppure la stessa Giunta e la stessa maggioranza. Adesso in campo c’è anche il PD. È solo un dato di novità esteriore o qualcosa di più? È la novità che decanta Veltroni o è un nuovo contenitore di vecchie politiche? È il presidio di questo sistema di potere con aggiunta di quello non meno intrecciato formatosi intorno alla sinistra democristiana, a suo tempo, oppure è la nuova forza moderna che dicono? Vogliosa di liberalizzazioni e di modernità riformiste? Conteranno molto le persone che saranno messe in campo. Saranno solo i nuovi allevati in batteria o saranno anche persone aperte e libere? La novità di per sè non è il PD, ma sarà semmai – se ci sarà – quello che proporrà in persone e in volontà innovative, in obiettivi di maggiore libertà e modernità. Se il PD avrà novità importanti allora non ci troveremo davanti ad una proposta elettorale uguale a quella delle elezioni precedenti. Il campo di preparazione delle elezioni sarà più aperto e gli interlocutori saranno più liberi. Se invece si resterà ad un livello di dibattito politico asfittico come quello che ci trasciniamo da tempo e se si andrà solo verso contrapposizioni, allora sarà bene investire politicamente nella ricerca di soluzioni ampie e nuove. Incentrate su Cesena e per Cesena. Importante è che cerchiamo le soluzioni migliori per dare alla città una politica capace di scucire le maglie rigide di quel sistema di potere che limita molte energie, molte libere iniziative e il dispiegarsi di una crescita che sia anche di cultura e di classe dirigente moderna. Punteremo a questo a partire dal nostro congresso? Lo auspico.
Denis Ugolini