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SANITA’: PRIORITA’ PER LE ELEZIONI

     Giugno 27, 2017   No Comments

La Sanità impegna più dei tre quarti del bilancio regionale. Basta questo per dirne l’importanza. Stiamo andando verso elezioni regionali. Cosa c’è di maggiore rilevanza dal punto di vista programmatico se non la sanità? Se di essa non si parla dandole il peso che deve avere, significa che facciamo le campagne elettorali su questioni di minor rilievo invece che su quelle che contano. Anche questo è specchio di una politica decisamente inadeguata, comunque la si guardi e da qualsiasi posizione o lato di schieramento la si affronti. Anche questo è prova evidente che la politica anziché essere quella con la P maiuscola è sempre più in scivolo verso il rango del politicume. Si contende il potere. È lotta senza quartiere e senza esclusione di colpi per conservare il potere che si detiene o per conquistarlo. Di potere e di posti di potere si parla e ci si preoccupa. Non dei problemi e di come risolverli. Sicuramente non dei problemi più importanti che – proprio perché tali – sono quelli più ostici o complicati per essere presi di petto da una classe politica che con quella P maiuscola sembra proprio averci poco a che fare. In questi giorni, per alcuni versi è disarmante, per altri è quasi dilettevole, ci si imbatte in un politicume di varia natura. Saccenza, prosopopea verbale, disquisizione di e su strategie ed altri termini roboanti ai quali non si reca un briciolo di significato che sia uno. E non sono discussioni da bar. No. Intervengono fior fiore di attuali o ex leader politici ed amministrativi. Sempre puntuti nell’asserire l’autoencomio per le prorpie azioni. Perfino incuranti delle mastodontiche contraddizioni che sono del loro parlare così come sono evidenti del loro agire, di ieri, come di oggi. Non importa. Tutto va bene, madama la marchesa. Un personale politico – si fa per dire – che con la più evidente delle strumentalità solo si occupa di conservare il prorpio potere e la possibilità di continuare a gestirlo con il più cinico arbitrio, o di raggiungerlo, non per cambiare, ma solo per sostituirsi in questo modo di intendere e di gestire il medesimo potere. Impossibile non stupirsi e perfino non indignarsi. Al chè si prova solo, però, un profondo e disarmante senso di impotenza. E non basta volgere una critica in questa direzione. Non basta dire che la società civile è stanca di tutto questo. Che è insoddisfatta. No. Perché se tutto questo è, lo è anche perché quella politica o quel politicume è specchio esatto di questa società civile. Non c’è trillo che dia la sveglia. Occorrerebbe un boato e chissà se basta.

La sanità è qualcosa che riguarda da vicino tutti i cittadini. Ne riguarda la salute, la cura della malattia. La prevenzione. Ci si imbatte tutti in problemi di salute, più o meno seri. Difficilmente c’è qualcuno che se non è stato coinvolto direttamente in certe questioni, non ha però avuto familiari, parenti o amici che non ne siano stati coinvolti. Si soffre la mala sanità e si apprezza quella buona.

Possibile, quindi, che non vi sia la responsabilità politica e delle persone che operano nelle istituzioni o che ambiscono ad essere nell’attività istituzionale che non affrontano con chiarezza di analisi e di proposte questo ampio e rilevante ambito delle preoccupazioni più vere e dirette dei cittadini? Che non assumono come prioritario questa problematica? E per quanto riguarda i cittadini, possibile che non debbano misurare la qualità della politica con la quale hanno a che fare anche partendo da qui? Se i cittadini-elettori si determinassero ad esprimere le loro preferenze elettorali in base a valutazioni di merito delle proposte che si confrontano su questioni come la sanità, invece che lamentarsi di queste talvolta e poi votare in base a tutt’altre ragioni quando è il momento, forse ci sarebbero davvero dei benèfici cambiamenti nella società, nella politica e nelle istituzioni. E invece l’andazzo è quello di una politica che sfrutta la popolazione inerte e la popolazione inerte che non produce alcun cambiamento della politica. Adesso, a fine marzo, si vota per i governi regionali. Tre quarti del bilancio regionale sono inerenti alla sanità. Perché non pretendere in questa circostanza – quando, altrimenti! – che si dica con chiarezza cosa si intende fare a questo proposito così da valutare e scegliere fra proposte di merito e concrete. Premiando chi ha le migliori e bocciando chi non dice nulla o dice cose che non si condividono. Che gran prova di maturità civile sarebbe se succedesse qualcosa del genere.! Pretendere soluzioni per la sanità. Sarebbe bello, positivo e originale se ci fossero dei cittadini che dessero vita ad un comitato a-politico, a-partitico, no partisan, che incitasse le persone ad indirizzare il loro voto in base alle proposte concrete che si fanno per dare soluzione ai problemi della nostra sanità regionale. Scegliendo fra quelle che si confrontano. Che schiaffo sonoro sarebbe per la politica-politicume, e che sprono sarebbe invece per la politica che fosse costretta a mettersi la P maiuscola in testa! Pia illusione!? Irrefrenabile speranza!? Qui a fianco pubblichiamo un breve resoconto delle questioni che sono sul tappeto da alcuni giorni. Dissesto finanziario. Un sistema di controlli quantomeno discutibile e lacunoso. Investimenti fatti e non completati che richiamano un ulteriore dispendio di risorse che nulla hanno prodotto. Situazioni, nel complesso, che inducono anche troppo facilmente a considerazioni preoccupate sul modo stesso con il quale si gestiscono i soldi della collettività. E il tutto nel merito di problematiche così decisive come quelle che riguardano alla fin fine la salute di tutti. Impossibile non riflettere su un quesito fondamentale: nella scala dei valori che presiede la gestione della sanità e delle strutture sanitarie, la salute dei cittadini è davvero al primo posto? O non è invece che spesso è secondaria rispetto al privilegio di altre esigenze ed altre considerazioni? Da tempo poniamo l’esigenza di adeguare la governance della sanità regionale; di dare all’Area Vasta un assetto di governo concreto nuovo, che attualmente non c’è. C’è solo una coordinazione che comincia a palesare una impotenza di fondo ad affrontare i problemi che ha di fronte. Ed abbiamo posto la questione tenendo conto dell’obiettivo di dare una funzionalità più adeguata al funzionamento delle strutture e dei servizi sanitari. I problemi di questi giorni che non conoscevamo così eclatanti e che tanto hanno quasi scandalizzato l’opinione pubblica sono una conferma dell’esigenza che occorre mettere mano subito e bene a queste problematiche. La scorciatoia di molti nell’affrontarer queste cose è dire che bisogna estromettere la politica dalla sanità, cioè dal governo della sanità. E più si suona questa grancassa, più si chiede meno politica, non ci si accorge che invece ce ne è sempre di più e spesso della peggiore. Non si prescinde dalla politica. La sanità è nelle competenze della regione. La regione sceglie e nomina i Direttori generali delle Aziende sanitarie. Questi ultimi sulla base delle disposizioni di bilancio e degli indirizzi regionali gestiscono le Aziende, le strutture ed i servizi attraverso i vari altri responsabili che sono scelti e/o nominati dalle direzioni generali, e via così. Dalla politica non si prescinde. Allora è nelle soluzioni politiche che si deve mettere mano altrimenti si pesta dell’acqua e si fan frittelle con l’aria. Anche questo meccanismo dei così detti managers che sarebbero i Direttori generali dell Asl deve essere cambiato. Non sono estranei alla politica, spesso sono più politicizzati che mai, e senza l’onere di un controllo e di un equilibrio determinato dal controllo di una politica dialettica e seria. C’è spartizione fra forze politiche anche nelle nomine delle direzioni generali. Niente di cui meravigliarsi se non fosse che spesso quelle nomine anziché essere improntate, però, a meriti riconosciuti rispondono ad affiliazioni politico-partitiche che prevalgono sulle considerazioni delle attitudini e delle capacità. Il sistema stesso dei controlli va ripensato. Che sia il controllo che attualmente si esercita sulla spesa delle Asl che consente di avere individuato, ad esempio, il dissesto finanziario enorme dell’Asl forlivese, non esclude di dover riflettere sul fatto che quel sistema di controllo non basta ad evitare o almeno ad essere più tempestivo nell’intervenire sulla mala gestione. Un sistema di controllo che eviti di incorrere in prassi, in acquisti, in locazionie quant’altro che inducono anche troppo facilmente a riscontrare quanto meno certe incongruenze e certe discrasie rispetto al più normale mercato di certi prezzi e di certi costi. Non pretendiamo di avere la soluzione per queste esigenze. Anche se abbiamo idee al riguardo e non certo campate in aria. Ci interessa vedere e valutare se almeno c’è la consapevolezza che queste sono esigenze serie e prioritarie. Ciò che fa specie è che si faccia finta di niente e che si passi ad altro invece che stare su queste cose. Bisognerebbe segnalare con forza ai vari concorrenti elettorali per le regionali che il voto di molti dipende da questo: dall’impegno che si assumono e come se lo assumono perché nei prossimi mesi siano affrontati e risolti il nuovo assetto di governance di Area Vasta; la definizione di nuovi contenuti e nuovi metodi inerenti la gestione dell Asl; un più efficace sistema di controllo sia della spesa sia delle procedure di spesa. Senza dire che sarebbe bene che si affermasse la consapevolezza che ci sono molte cose da andare a rivedere perché hanno fatto troppa acqua nel corso di questi ultimi tempi. Dare il voto a chi manifetasse con forza e credibilità queste consapevolezze e questi impegni. E non darlo a chi se ne disinteressa e non si cura troppo se le cose rimangono così come sono. Sarebbe la sveglia che occorre.

 

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 27, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 27, 2017 @ 9:12 pm
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