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Sangue nostrum

     Giugno 28, 2017   No Comments

di Giorgio Biguzzi

“Un altro mondo è possibile”. E’ loslogan del Forum Sociale Mondiale (FSM) che si tiene ogni due anni cambiando lacittà dell’incontro. Iniziato a Porto Alegre, Brasile, nel 2001 come rivale delForum Economico Mondiale di Davos, Svizzera, il FSM è una specie di congressomondiale della società civile. Comprende una grande pluralità e varietà diprotagonisti che, in un clima di grande libertà, possono esprimere opinioni esostenere proposte anche contrastanti.  E’ un tentativo di dar voce a chi non ha voce.

Il Forum non produce dichiarazionifinali e proposte normative. Forse per questo non suscita l’interesse deimedia. Tuttavia al termine di ogni Forum si tengono assemblee tematiche chefocalizzano problemi sociali particolarmente urgenti, e possono così influenzarel’opinione pubblica mondiale. E’ il caso della campagna contro “land grabbing”(accaparramento delle terre), promossa dal FSM di Dakar nel 2011.

L’ultimo Forum Sociale Mondiale si èsvolto, dal 24 al 28 marzo 2015, a Tunisi, dove si era già svolto due anni fa.Il ritorno a Tunisi una settimana dopo l’attentato terroristico al Museo delBardo ha assunto il significato di non cedere il passo al terrore e divicinanza al popolo tunisino. La giornata inaugurale ha avuto per motto:“Popoli di tutto il mondo uniti per la libertà, l’uguaglianza, la giustiziasociale e la pace. In solidarietà con il popolo tunisino e tutte le vittime delterrorismo, contro ogni forma di oppressione”.

Partecipare al FSM per noi missionari èun modo di rispondere all’appello di Papa Francesco per una chiesa in uscitamissionaria e andare dove “sono presenti gli scenari e le sfide sempre nuovidella missione evangelizzatrice della Chiesa” (EG 20), per portare a tutti lagioia del Vangelo. Ho partecipato al Forum assieme ad una delegazione dimissionari comboniani e comboniane e ho incontrato sacerdoti, religiosi ereligiose, laici, gruppi ecclesiali da varie parti del mondo. Era presenteanche un altro saveriano: P. Alberto Panichella.

Nell’ambito del Forum sono moltointeressanti gli incontri informali e casuali coi partecipanti e coi tunisiniincontrati in città. Una ragazza incontrata per caso sul bus ha detto in buoninglese: “grazie per la vostra presenza. E’ un segno di speranza per tutti noi”.Un giovane, sentendo che parlavamo italiano, si è presentato dicendo: “Hostudiato all’università di Genova. L’Italia mi piace molto, ma non com’èadesso”. Penso si riferisse ai casi di corruzione nei vari settori della vitaitaliana. Un altro si è rivolto ad una suora spagnola in modo polemico: “Voispagnoli ci avete cacciato da Granada e dalla Spagna…” Evidentemente ha taciutosul fatto che erano stati gli arabi ad invadere la Spagna. Poi c’è stato chi ciha assistito senza neppure aspettare un ringraziamento. Alla discesa dal busabbiamo chiesto ad un ragazzo indicazioni per raggiungere l’albergo dovealloggiavamo. Ci ha detto di seguirlo e ci ha condotti davanti all’albergo, poiè sparito prima ancora che lo potessimo salutare. Su quello che i tunisinichiamano il metro, il loro tram a rotaie, ho visto seduti di fronte a me unagiovane donna col viso incorniciato da un bel velo leggero, accompagnata da unragazzo che le parlava con evidente tenerezza; un fatto lontano dallostereotipo dell’uomo musulmano maschilista e autoritario.

I più di millecinquecento incontrinelle aule dell’università di Tunisi hanno toccato i temi più svariati: Trattadi esseri umani; donne schiave della prostituzione in Europa; teologia dellaliberazioni e politica; dialogo interreligioso; cambiamenti climatici;accaparramento delle terre, delle acque e degli oceani; critiche aperte allepolitiche neoliberiste dell’occidente e dell’impero finanziario; diritti deimigranti e rifugiati; difesa della mobilità umana; pace, riconciliazione,spiritualità, diritti umani. Per tutti è una chiamata a rivedere i propri stilidi vita. Era anche l’anelito delle primavere arabe.

Al di fuori delle aule c’è stato tuttoun intrecciarsi di lingue, razze, colori, messaggi, manifestazioni. Mi ha colpitoil messaggio lanciato da una coppia di siciliani del gruppo laici comboniani.Hanno marciato per tre giorni con un grande striscione che diceva: SANGUENOSTRUM. Un messaggio che scuote le coscienze di fronte al dramma dei morti nelmediterraneo e del dramma umano dei rifugiati.

E’ possibile un altro mondo? Per noicristiani è possibile e doveroso coltivare e far crescere i semi del Regno diCristo. Sul bus in viaggio verso il luogo del Forum, un passeggero ci hachiesto: “Credete voi di cambiare il mondo”? Una suora eritrea gli ha subitorisposto con le parole di Madre Teresa: “Cambiare il mondo, non lo so. Ma tu eio possiamo cambiare!”. Veramente, se nessuno si ritiene esente da questo impegno, un mondo migliore è possibile.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 12:17 pm
  •   In The Categories Of : Cultura Società Economia

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