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Ritorno al futuro

     Giugno 28, 2017   No Comments

di Maddalena Forlivesi

La vera scommessa del territorio è sapere uscire dalla situazione di stallo in cui ci troviam prigionieri di un passato dove le regole del gioco apparivano chiare e lineari, quasi scontate; incapaci, oggi, di affrontare le nuove sfide che richiedono scelte coraggiose e innovative, quasi rivoluzionarie. Il futuro passa quindi attraverso una nuova fase politica, aggregativa e non divisiva, che recuperi i migliori valori del passato e che non può prescindere dall’attenta analisi e valorizzazione del nostro “capitale territoriale”. Ogni territorio è il risultato del profondo legame esistente tra passato, presente e futuro. Il che non significa che si debba essere condizionati dalla propria storia, ma che da essa si debba trarre insegnamento, facendo tesoro di esperienze positive e di fallimenti, per potersi proiettare nel futuro sulla base di un’analisi conoscitiva approfondita e di una volontà comune a tutti gli attori locali. Ma come dare vita ad un nuovo progetto per il territorio, pianificarlo, condividerlo e consolidarlo nel lungo periodo? Come individuare le iniziative da attuare per innescare quel processo di rilancio sociale, economico e culturale, di cui vi è crescente esigenza? Come dare vita a nuove modalità di approccio ai problemi e di relazione fra gli stakeholders? In altre parole, come passare dal processo di analisi teorica all’elaborazione concreta di un progetto per il territorio, che sia rispondente alle esigenze specifiche e non sia l’esito di dictat esterni o estranei alla realtà locale? Occorrono competenze, conoscenze, professionalità, lungimiranza politica, ma anche una sana presa di distanza da posizioni preconcette ed una solida onestà intellettuale nell’affrontare i problemi e le situazioni. E poi, occorre partire, innanzitutto, dalla valutazione oggettiva del nostro patrimonio, vale a dire dall’analisi del così detto “capitale territoriale”, per definirne punti di forza e punti di debolezza, comprendere le opportunità che si prospettano e le minacce che possono ostacolare lo sviluppo. Occorre quindi individuare negli “swot” territoriali, il metodo di analisi del posizionamento competitivo del sistema locale, analogamente a quanto avviene in qualunque azienda, prima di intraprendere un nuovo progetto o investimento. Non è più tempo di decisioni “politiche congiunturali” fondate sull’opportunità o il consenso, ma occorrono scelte strutturali basate sulla concretezza dei fatti e l’oggettività degli interventi, nonché – oggi più che mai – sui bisogni veri. Il “capitale territoriale” è dunque l’insieme di tutti gli elementi – materiali e immateriali, economici e culturali, di qualità della vita e di coesione sociale – che il territorio possiede, sono parte integrante della tradizione locale e ne costituiscono la ricchezza. Per questo non possono essere trattati alla stregua di “merci di magazzino” da usare a necessità, ma ne vanno ricercate ed individuate le specificità che possono essere valorizzate oppure recuperate. Per questo, le politiche di sviluppo del nostro territorio devono innanzitutto essere indirizzate a preservare e incrementare questo patrimonio, avendo però una chiara idea del futuro, della direzione verso la quale si vuole procedere, della strategia che si vuole perseguire, individuando e integrando i potenziali fattori di successo. Tutto ciò può portare a valorizzare o riscoprire aspetti che negli anni di crescita economico-finanziaria sono stati messi in secondo piano, a evidenziare specificità del territorio che possono essere diversamente riutilizzate o rivalutate; a promuovere attività economiche e occupazionali o a riscoprire risorse locali dimenticate: non di rado accade, infatti, che qualcosa che era stato considerato un handicap possa divenire un punto di forza e viceversa. L’elaborazione di un progetto per il territorio che sia serio, articolato e strutturato porta inevitabilmente a evidenziare il rapporto di interdipendenza esistente tra le diverse componenti che agiscono sul territorio stesso e quindi a disegnare una strategia per il futuro condivisa. Ma finchè tutto ciò non verrà affrontato in modo intellettualmente onesto, riscoprendo valori etico-morali oggi un po’ sbiaditi, superando gli “interessi di bottega” e le logiche di contrapposizione imperanti, non sarà possibile fare passi in avanti significativi. Il territorio deve cercare o riscoprire la sua vocazione o specificità, investendo sulla propria immagine, sulla capacità di attrarre, ma anche di trattenere e preservare imprese, investimenti, cervelli e competenze, quindi – in sintesi – di salvaguardare il proprio capitale territoriale, dimostrando anche di essere in grado di rinnovare il proprio sistema di governance. Tutto ciò però necessita di un piano di lavoro continuativo e strutturato che, come si diceva precedentemente, coinvolga tutti gli attori locali: il mondo politico- istituzionale, ma anche il sistema economico e della rappresentanza devono imparare a coordinarsi di più per evitare duplicazioni e dispersione di risorse, occorre un’azione sinergica finalizzata a costruire una rete di collaborazioni con tutti i soggetti interpreti delle competenze e delle vocazioni del territorio; ciò al fine di qualificare le relazioni interne locali e sviluppare attività di promozione del territorio, a livello internazionale. Un’azione interessante da intraprendere, che peraltro potrebbe coniugare interessi di marketing del territorio sia in “entrata” che in “uscita”, potrebbe essere la individuazione di paesi, aree, regioni, distretti industriali o comparti sinergici e/o complementari ai nostri, con cui avviare progetti di collaborazione di valenza territoriale, che coinvolgano quindi sia i livelli politico-istituzionali, che specifici settori produttivi e ambiti economici locali. Abbiamo un evento alle porte che si chiama Expò 2015 e che potrebbe rappresentare un’ opportunità imperdibile per sperimentare un progetto di valenza territoriale, ma ne saremo capaci? Per costruire un progetto di territorio è necessaria conoscenza, competenza, professionalità e lungimiranza, ma anche fiducia in se stessi, negli altri e nel futuro. Occorre inoltre ritrovare le radici ed i sani principi del passato per affrontare con coraggio le sfide che ci attendon per questo, mutuando un noto film, ho scelto di titolare questo articolo “ritorno al futuro”.

  •   Published On : 6 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 11:56 am
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