di Valeria Burin
Il 13 settembre 2015 si è svolto aCesena l’evento organizzato dall’Associazione Salute e Libertà onlus, “Rage Against Ebola”, un concerto rock con loscopo di raccogliere fondi per la ricerca scientifica, la formazione medica edi personale di laboratorio contro le malattie infettive.Tutto ha avuto inizio nell’inverno 2015da un’idea di Denis Ugolini, Presidente di Salute e Libertà onlus dopo unincontro con Mons. Biguzzi, Vescovo emerito di Makeni. Il progetto aveva due finalità: il contributo allaricerca scientifica e alla formazione medica, l’aggregazione e il coinvolgimento dei giovani in questa solidarietà. Quei giovani chespesso appaiono così distaccati dalla realtà, dai problemi della società,dell’epoca in cui vivono, i giovani “sdraiati”. Oggi possiamo dire che per entrambi gli obiettivi se ne è ricavata unacerta soddisfazione.Il primo risultato dell’iniziativa è quello che ha permesso di destinare, attraverso Monsignor Biguzzi Vescovo emeritodi Makeni (Sierra Leone) ed il Rettore Joseph Turay, la somma di € 13.500,00, all’ Università diMakeni per organizzare corsi di laurea in medicina e percorsi di studio performare tecnici professionali di laboratorio atti a combattere l’ebola ed altremalattie virali. Un ringraziamento particolare va ancora una volta a tutticoloro che hanno voluto sostenere l’iniziativa sia con la partecipazione siacon le donazioni che hanno determinato il buon risultato dei 13.500,00 euro.Il secondo obiettivo è essere riusciti a unire un gruppo digiovani che si sono adoperati con grande spirito di solidarietà e impegno perla realizzazione dell’evento. Dai ragazzi che hanno pubblicizzato l’evento per le vie di Cesena, ai tecnici, aimusicisti, giovani artisti cesenati che sono saliti sul palco del TeatroVerdi regalandoci momenti di grandeemozione con la loro musica e le loro canzoni. E’ stato oltremodo gratificanteconstatare come, nonostante le differenze di età, di cultura, di idee, tra le persone che hanno fatto partedel gruppo di lavoro, sia stato possibile un impegno congiunto, con grandeentusiasmo, per raggiungere l’obiettivo prefissato.E’ stata una giornata di grandecoinvolgimento di artisti, molti ragazzi che pur con generi musicalidifferenti, hanno dato motivo di grande divertimento e coinvolgimento. Si sonoalternati sul palco Le Charleston, Next Time Mr. Fox, Black Bishops, Dogfaces.Rainakbà, Black old People. Poila meravigliosa esibizione dei ragazzi del Conservatorio Maderna con ladirezione di Chiavacci.In chiusura di serata il meravigliosocomplesso dei Rangzen. Bella e accogliente la location del Teatro Verdi (grazieall’impegno del locale sotto la regia di Luidi Di Placido) dove pure si ètenuta una molto partecipata cena che pure ha concorso al risultato devolutoall’Università di Makeni.Fra i molti che si sono impegnati ungruppo più circoscritto è stato attivo nella messa a punto dell’iniziativa, la promozione e l’allestimento delvariegato ed intenso intrattenimento musicale e concertistico. Fra questiStefano Capuano (detto Lucio) di Studio Arte3D, il “designer” dell’evento, che è stato ideatore del logo e che cidice cosa ha voluto rappresentare.“Prima di tutto – comincia Lucio – vorrei fare un passo indietro a circa 8 mesifa, quando Denis Ugolini, mitelefonò e mi parlò della sua idea.
Premetto che Denis per me era un perfetto sconosciuto. Mi diede subitol’impressione di una persona determinata,di carattere. A dir la verità ne ero anche un po’ intimorito, ma quando ci incontrammo mi mise subito a mio agio, mi rese partecipe diquesta iniziativa dandomi la possibilità di esprimere le mie idee ed ascoltandoi miei suggerimenti.
Inizialmente rimasi spiazzato – eancora Lucio che parla – in quanto mi sorprese vedere come un “signore”avesse tanta energia e voglia di fare,in un ambito non prettamente proprio. Ciò che mi colpì maggiormente fu la voglia di dare delle opportunità. Ricordatevibene questa parola perché se vi fermate a riflettere non sono molte leopportunità che vengono date a noi giovani.
Tornando alla domanda iniziale, ciò che mi ispirò nella scelta del logo furonole parole dette durante l’incontro con Denis. Partendo da quelle ho voluto riprendere 3 elementi fondamentali:musica/mondo/libertà”. Dice Lucio“ Per la musica quale simbolo migliore di una chitarra?
Per la libertà quale simbolo migliore delle ali?
E visto che l’obiettivo dell’associazione era aiutare la ricerca in SierraLeone per la cura dell’ebola, che non èsolo un problema del continenteafricano bensì del mondo intero, ho voluto inserire un mondo stilizzato. Inquesto logo ci sono naturalmente la voglia di non fermarsi a questo evento e la volontà di sposare altrecause”.Eh sì, perché mi è parso di intendereche lo stesso Ugolini, in futuro, abbiaintenzione di pensare un altro “Rage Against…..”. Il nome di questo evento lascia infattispazio a numerose altre occasioni di solidarietà. Alessandro Medri, il Direttore diAccademia49, un altro particolarmente attivo nell’iniziativa. La partecipazionedei giovani gruppi e complessi, si deve in gran parte a lui e a Libero Cola.Alessandro Medri ha ispirato il nome dell’evento.“I Rage Against The Machine” sono un gruppo musicale importante dellascena metal crossover anni ’90. Il messaggio che porta la loro musica è politico. Il loro intentocomunicativo è sempre rivolto verso il risveglio della coscienza collettivaverso una rivoluzione che parte da una rinnovata consapevolezza dei propridiritti e del proprio potere. Personalmente, continua Medri, non sono mai stato interessato al colorepolitico che utilizzano come strumento sotteso al loro messaggi la politicanon potrà mai essere all’altezza della luminosa bellezza dell’arte, quindi latrovo sempre di poco interesse e di scarsa efficacia. Mi piace pensare che lamorale sia la parte più profonda di una favola, tanto quanto la forza chescaturisce dalla parola cantata sia la parte più importante di una bellacanzone. Il rock è duro per definizione. E’ una parola contenitore cheidentifica chi sente il bisogno di urlare al mondo qualcosa di importante,qualcuno che ha bisogno di fare molto rumore per farsi sentire più lontanopossibile. Di questo urlo volevo parlare quando ho pensato al nome Rage AgainstEbola. Urlare la propria rabbia contro qualcosa di sbagliato può aiutare adinfuocare animi pronti a combattere, a far loro vedere con chiarezza qual è ilmale da sconfiggere e unire le forze verso un comune obiettivo. Il nostro èstato un urlo concreto, dice Alessandro, perché abbiamo fatto un gran baccano al Teatro Verdi quel 13 settembre.Perché è stato l’urlo di battaglia del Re che ha infuocato l’animo di generosicavalieri che hanno permesso al loro popolo di sopravvivere un giorno in piùper combattere un male invisibile, ma non invincibile”.Nel suo lavoro Alessandro, é quotidianamente a contatto con giovani chesi avvicinano alla musica ed al canto. Ed è interessante ascoltarlo a propositodi quanto secondo lui oggi come oggi gli strumenti con i quali i giovani riesconopiù facilmente ad esprimersi in una società dove la loro voce ha poco risalto.“La musica – dice Medri – è lo strumento che permette a chi sa comeascoltarla di non perdere mai il contatto con la purezza che il tempo tenta diportarsi via con se. La parola cantata è posta in versi e di versi sono fattele poesie. A pochi chilometri da qui un famoso poeta ha fatto conoscere almondo il potere alchemico racchiuso nell’arte. La nostra scuola è un luogo doveconvogliano molte persone che sentono un richiamo e decidono di seguirne latraccia. Hanno tutte le età ma quando imbracciano uno strumento o usano quellocol quale hanno salutato il mondo la prima volta, il tempo smette di esistere,talvolta. Io l’ho visto di fronte a me, spesso. E ho avuto il piacere diprovarlo tantissime volte. Quindi credo che la passione o la frustrazione sianosolo gocce di un mare di emozioni che coinvolgono chi sceglie di salire sulpalco e mettersi a nudo per raccontare qualcosa. Credo che chi sceglie di faremusica, giovane o vecchio, lo faccia perché porta pace, in un modo onell’altro. Fa sentire vivi. Fa sentire. La passione – continua Alessandro-, è un fuoco che si alimenta sullaconcretezza di una risposta emotiva tangibile, potente. Più si è consapevoli epadroni del mezzo più forte brucia la sua fiamma perché più persone riescono adintravederne la luce”.Come vede Medri in futuro un nuovo Rage Against…..?“Lo vedo vincente. Di nuovo”.Quando si parla di rock a Cesena non sipuò non parlarne con Libero Cola eUgolini non voleva fare assolutamente a meno della sua preziosa collaborazione.Nella sua esperienza trentennale nel settore musicaleCola ha visto passare sul palco del Vidia Club diversi giovani artisti che sonopoi riusciti ad affermarsi con successo. In occasione del 13 settembre abbiamoavuto modo di sentire musica rock suonata, cantata, urlata. Che cos’è il rockoggi? O meglio, che cos’è diventato? E chi meglio di Libero Cola può risponderea questa domanda.“Il rock è una continua evoluzione di rabbia energia ribellione emozione eproposta. Ha avuto anni di splendore assoluto ed anni più bui ma continua acoinvolgere ed emozionare milioni di persone, tra le nuove e le vecchiegenerazioni”.A differenza degli anni d’oro del rockgli chiedo se ritiene che siano pochi igruppi che oggi suonano bella musica, quella che colpisce veramente enon soltanto per il ritmo, ma anche per la voce del cantante, i testi e ilsignificato che essa esprime? Libero è nett“No assolutamente sono tanti i gruppivalidi”.I Foo Fighters sono uno di questi gruppi dell’era moderna. Faccioriferimento al grande evento che segue il magnifico Rockin 1000 radunato questaestate all’ippodromo. Cesena si è presentata al mondo con un’iniziativa senzaeguali. Libero ha avuto modo di stare astretto contatto con questa band essendo nel team organizzativo del concerto. “E’ stato un piacere avere i Foosnuovamente a Cesena. La prima volta risale al 1 dicembre 1997 al Vidia.Per l’organizzazione del concerto del 3novembre abbiamo lavorato con una squadra eccezionale, tutte persone rodate e coinvolte nelle piùgrosse produzioni mondiali (U2, Guns & Roses, Prince, Pink Floyd, RollingStones, Muse). La cosa fantastica è che molti di questi sono romagnoli.Dato il tipo di artista non potevaessere altrimenti”.Conclude Libero Cola su “RageAgainst Ebola”.“Conosco Denis dal 1972 e con piacere mi sono lasciato coinvolgere.Gran bella esperienza sia professionale che umana. Conoscere MonsignorBiguzzi e sentirgli citare il “Restiamoumani” di Vittorio Arrigoni è stato toccante”.In conclusione possiamo dire che tutto èdifficile prima di essere semplice. L’importante è crederci ed esserefortemente motivati. Il logo c’è, la squadra pure. Aspettiamo solo di vederecosa ci riserverà il prossimo “Rage Against…”.Prima del concerto finale dei Rangzen i ringraziamenti sentiti hannoespresso l’ampio e caloroso consenso di chi si è stretto in quella giornata disettembre intorno all’iniziativa di salute e Libertà. Ugolini ha cercato di nontrascurare alcuno e insieme a Mons. Biguzzi e al Rettore Turay ha ringraziatoper il loro patrocinio ed il loro contributo il Comune di Cesena, la FondazioneCassa di Risparmio, la Fondazione Romanga Solidale, le testate giornalisticheil Resto del Carlino, il Corriere di Romagna, la Voce di Romagna, il CorriereCesenate, Teleromagna. Per la sua presenza il Vescovo di Cesena DouglasRigattieri. Le aziende e i negozi che hanno in varia forma favorito l’evento;il Teatro Verdi, l’Accademia49, il Vidia Club, lo Studio Arte3D. Ugolini si èsoffermato ad un particolare grazie verso i ragazzi impegnati per “Rage againstebola” e soprattutto verso i gruppi e gli artisti che sono stati protagonisti :Le Charleston, Next Time Mr. Fox, Black Bishops, Dogfaces. Rainakbà, Black oldPeople, il Conservatorio Maderna di Cesena, i Rangzen.