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Priorità del semestre europeo

     Giugno 27, 2017   No Comments

di Sandro Gozi

Il Semestre Europeo che si apre il primo luglio è una grandissima occasione per cambiare le cose. Le fondamentali elezioni europee del 25 maggio ci hanno infatti insegnato che se vogliamo arginare i populisti e gli euroscettici, dobbiamo essere in grado di impugnare la bandiera del cambiamento. L’Italia, che ha la grande responsabilità di guidare l’Europa in questo momento così complesso, intende utilizzare tutte le sue forze ed energie per ridare slancio al progetto europeo, che troppo spesso è stato messo in discussione in questi anni.
Ci troviamo infatti ad affrontare la sfida europea in momento complesso per l’Europa, ma sono convinto che da questa difficoltà si possa uscire più forti. È per questo motivo che sono particolarmente felice di poter dare il mio contributo alla grande sfida del semestre europeo: crediamo fermamente nelle potenzialità dell’Europa, e non vogliamo che questi sei mesi siano un semplice periodo di passaggio. Non mi piace pensare, come fanno alcuni, che questo sia considerato un semestre in tono minore solo perché avviene in un periodo di transizione. Al contrario. Il semestre che partirà il primo luglio sarà cruciale per l’impronta che riusciremo a dare al contesto europeo.
Da cosa partire, dunque? Io credo che l’Italia abbia l’enorme opportunità di far sentire tutto il proprio sentimento europeista. L’integrazione europea è stata l’àncora della nostra crescita e del nostro sviluppo nel dopoguerra, quando inseguimmo un’idea ancor prima che un progetto. Quello spirito deve tornare a vivere e farsi sentire. Purtroppo assistiamo a un clima di crescente incertezza, dove non si trova il consenso necessario a prendere decisioni importanti e in grado di scuotere la società europea. Ecco che allora servono delle idee forti per il semestre.
Io sono convinto che siano tre le idee fondamentali da cui partire: Europa della crescita economica e dell’occupazione; Europa dell’innovazione; ed Europa rinnovata nelle sue istituzioni. Queste sono le priorità del Semestre Europeo a Presidenza italiana, e potremo dire di aver avuto successo solo se saremo riusciti ad avvicinare Bruxelles alle persone e ai loro bisogni.
L’Europa della crescita economica è quella che riesce a guardare oltre alle colonne del rigore. Le cause della crisi da cui stiamo faticosamente cercando di uscire non derivano dall’austerity, certo, bensì da altre motivazioni, legate a disfunzionalità del mondo della finanza e all’assenza di regolamentazioni, che hanno prodotto la bolla finanziaria americana che ha contagiato poi l’Europa. Il nostro problema, però, riguarda la medicina che è stata somministrata al malato europeo. E io sono assolutamente convinto – e non credo di essere il solo – che questa medicina si sia rivelata insufficiente, per non dire sbagliata.. Noi vogliamo rispettare i nostri impegni, ma vogliamo anche una vera politica per la crescita condivisa a livello europeo. Questo vale per l’Italia ma anche per tanti altri paesi: l’idea forte che cerchiamo di far passare è che, al pari di un impegno sincero per l’approvazione delle riforme, intendiamo prendere quelle misure necessarie a sostenere a costruire davvero una “legislatura europea della crescita”. Non ci interessa un’Europa dello “zero virgola”, dobbiamo assolutamente far sì che l’Europa esca dai bilanci e entri nella vita delle persone.
C’è infatti un tema che mi sta molto a cuore: il tema dell’agenda digitale, della tutela della proprietà intellettuale e delle connessioni continentali, assolutamente centrali per il governo italiano nei prossimi mesi. Investire sulle nuove tecnologie è una scelta vincente per aiutare le imprese e per dare più strumenti ai giovani: ecco perché nel corso del semestre europeo a presidenza italiana abbiamo già in cantiere diversi appuntamenti nei quali approfondire questo argomento. Come può il nostro paese coesistere e competere con le altre realtà non occidentali, in rapida crescita, se non fa tesoro delle proprie eccellenze?
Il compito più importante che ci aspetta, di conseguenza, è quello di rafforzare l’Europa economica e sociale. Dobbiamo partire dalla zona Euro, naturalmente, ma nel corso del tempo aprire il nostro sguardo all’intera Unione. Un’Europa irrobustita nella sua coesione ha senz’altro bisogno di una politica industriale competitiva che favorisca la transizione verso un’economia sostenibile ed eco-efficiente, dove il ruolo cruciale svolto dalle PMI all’interno del sistema europeo sia valorizzato. Intendiamo realizzare iniziative volte a favorire l’accesso al credito, ed un ruolo più incisivo della Banca Europea per gli Investimenti, alle quali affiancare misure di semplificazione regolamentare ed amministrativa.
A tal merito, la governance dell’Europa è un punto cruciale: non ha futuro l’Europa del metodo intergovernativo da tanti teorizzato e sostenuto. Dobbiamo da una parte tornare ai trattati, e dall’altra andare oltre i trattati, per dare forza alle istituzioni che ora sono svuotate di potere e per immaginarne nuove. Questo sarà naturalmente un percorso che richiederà molti anni, non è pensabile di vedere immediatamente i frutti, specie perché attorno a queste idee va costruita una proposta politica adeguata. Il mio auspicio, tuttavia, è che il semestre italiano abbia anche questa priorità politica fondamentale: tornare a un’Europa forte, non all’attuale Europa debole in balìa degli Stati membri. Il nostro compito dunque è fondamentale poiché abbiamo l’opportunità di gettare un seme su questo campo, che poi dovremo curare nei prossimi anni.
Europa della crescita e dell’occupazione; Europa al fianco dei cittadini e dei loro diritti; Europa nel mondo. Questa è l’idea di Unione che abbiamo in mente, e che l’Italia si impegnerà con tutte le forze che ha a mettere in pratica con azioni concrete e risposte precise. Ma mai come in questo frangente è fondamentale tracciare una strada. Ci aspettano mesi molto impegnativi ma anche molto stimolanti. Mesi in cui abbiamo la possibilità di incidere davvero. Perché la nostra strada parte da Roma, ma arriva dritta al cuore di Bruxelles. E l’occasione del Semestre europeo è fondamentale da questo punto di vista. Vogliamo un’Europa diversa, un’Europa che sia vicina ai cittadini e forte nelle sue istituzioni.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 27, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 27, 2017 @ 9:46 am
  •   In The Categories Of : Politica Nazionale

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