di Denis Ugolini
Per il PRI, stante la situazione che lo riguarda e che lo circonda, la scadenza delle prossime elezioni comunali è oltremodo vicina. Anche se mancano ancora due anni. Non credo vi sia altro orizzonte più importante ed immediato di questo per i repubblicani cesenati. Riferimento costante di un impegno che occorrerebbe già rodato. E, comunque, da avviarsi subito. Su una precisa impostazione. E con essa coerenti iniziative e sequenze di impegni e di decisioni. Per attrezzare al meglio il partito nella sua azione e per favorirne la capacità di trasmettere all’esterno il senso della sua proposizione. Nel nostro Comune manca un vero e capace governo amministrativo. Escluse le molte rotonde pur collocate nel contesto di un traffico che rimane assai caotico; escluso l’impegno del Sindaco verso i lavori per la Malatestiana ( gli va riconosciuto); escluse le presenze moltissime e fugaci dai battesimi ai funerali per passare dalle varie manifestazioni ai compleanni che costituiscono gran parte dell’impiego del tempo dello stesso, escluse fondamentalmente queste cose da questo attuale agrume amministrativo di Cesena si ricava ben poca spremuta da bere.
Per converso registriamo un potere amministrativo pervasivo e caratterizzante un vero e proprio sistema autoreferenziale, chiuso e perfino arrogante. Un sistema che irretisce anziché stimolare e spronare le energie e la cultura di impresa ed innovativa che pure sono un dato presente nella nostra realtà. Questa città avrebbe bisogno di un poderoso cambiamento d’aria, di maggiore dinamismo sotto ogni punto di vista in particolare quello delle idee e delle azioni politico amministrative.
È una questione di sostanza non di etichette. Certo se Cesena potesse godere della condizione di una sana dialettica politica e di possibilità di alternanze ne trarrebbe sol che beneficio. Invece siamo ad un sistema politico e di potere bloccatissimo e molto dedito con ogni mezzo alla sua conservazione e difesa. Ogni sincero democratico dovrebbe poter aspirare a ben altro. Ma molto spesso l’interesse generale è più richiamato per ipocrisia che per convinzione. Anche il minimo cambiamento dell’aria viziata che al momento si respira non può derivare dal semplice cambio della guardia in Comune.
Condizioni di alternanza, adesso, in questo preciso momento, non ci sono. E comunque ciò a cui si aspira e si attende non è rappresentato dal semplice e semplicistico mutamento degli schieramenti politici e delle loro etichette. Avere una visione strategica del proprio impegno politico che miri a realizzare nel tempo necessario le condizioni per addivenire anche nel nostro comune a possibili alternanze politiche e quindi ad un sistema politico più aperto e più libero è cosa meritoria e da tenere nel conto. Non solo dei desideri. Non in quanto mera sostituzione di suonatori, ma come ambizione a poter ascoltare ad avere il diritto di poter godere di altre musiche e sperabilmente di migliori melodie. Non si può essere paghi di questo bisogno.
Quel cambiamento più realisticamente può essere atteso da un miglioramento almeno della cosiddetta classe dirigente. Particolarmente quella investita di responsabilità istituzionali.
Non vi è penuria di campi da cui trarre un certo raccolto. Nella nostra società, nell’economia, nelle professioni, nel nostro sistema di imprese, vi tanto a cui fare riferimento e a cui attingere.
È problema della più vasta e generale cultura politica essere aperta e incitante in questa direzione.
Può aprirsi questo spiraglio nella politica cesenate?
Alle prossime elezioni comunali vi sarà un nuovo candidato sindaco anche da parte delle forze politiche maggioritarie di oggi. Da tempo abbiamo colto, con buon anticipo, chi potrà essere. È una energia giovane. Attrezzata. Ne ho molta stima personale e politica.
Traspaiono modi di azione che palesano disposizione al confronto, una visione non priva di aperture, che appare più fluida di quelle tutte volte al servizio del “ sistema “e della sua conservazione costi quel che costi. È solo il risultato di un tatticismo di immagine ben congegnato?
Non lo credo e non lo vo0glio credere. Spero anzi che si comprovino le nostre valutazioni nella realtà dei prossimi mesi. Costituirebbe un segnale importante della possibilità di una interlocuzione concreta e seria che oggi è mancante, purtroppo. Sarà così? Se sarà così allora credo che occorra esplorare la strada di introdurre nel nuovo confronto e nel nuovo dialogo costruttivo e collaborativi certi presupposti, almeno alcuni, per schiuder se non proprio spalancare almeno una finestrina. Così da cominciare a rinfrescare, almeno un po’, quell’aria rappressa di oggi. Può essere un orizzonte a cui volgere le nostre attenzioni. Nei prossimi mesi si vedrà. Diversamente occorrerà volgere in altre direzioni. Dando il segno chiaro – è questa la costante di maggiore impegno ed iniziativa – che si sta operando per un mutamento oramai necessario per una realtà che voglia essere più libera e ancor più dinamica. Come può e sarebbe giusto che fosse.