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Pregi da valorizzare e limiti da ridurre per vincere nella globalizzazione

     Giugno 27, 2017   No Comments

di Giancarlo Petrini

Unasostanziale criticità del sistema bancario italiano è rappresentatodall’incapacità dello Stato di intervenire nel caso di una crisi sistemica chepotrebbe compromettere la stabilità delle banche con grave pregiudizio deidepositanti. Quando si manifestarono a livello mondiale i primi segni dellacrisi con conseguenze ormai note, gli stati intervennero immediatamente a sostegnodelle proprie banche assorbendone le perdite. Oltre duemila miliardi sono statispesi, dei quali più di mille solo all’interno dell’Unione Europea. In Italiagli interventi dello Stato si sono limitati a prestiti di importo limitato e atassi di mercato, oggi quasi totalmente rimborsati (Tremonti e Monti bond).Quindi, a differenza delle banche estere, le banche Italiane (che hanno subitola crisi quanto quelle straniere) non hanno rappresentato un costo per ilcontribuente italiano.

Dall’iniziodella crisi a oggi il sistema bancario italiano ha contabilizzato perdite sucrediti erogati per oltre cento miliardi mentre i valori patrimoniali sonorimasti pressoché immutati. Chi ha pagato? In questi anni è stata alta lapolemica sulla destinazione della quota di prestiti che la Banca CentraleEuropea ha elargito alle banche europee comprese quelle Italiane. Le nostrebanche hanno infatti destinato larga parte di questo denaro all’acquisto dititoli dello Stato Italiano, atteggiamento contestato dai media e da buonaparte del mondo politico. La scelta operata ha consentito di ridare fiducia almercato sulla solidità del sistema Italia nella parte riguardante il debitopubblico, assicurando il rinnovo del portafoglio in scadenza tra il 2012 e2014. L’effetto immediato è stata la ripresa dei valori dei titoli del debitopubblico e un abbattimento di tassi col restringimento dello spread sul Bund.L’aumento del valore dei titoli ha consentito alle banche di realizzareplusvalenze straordinarie che sono state destinate all’assorbimento delleperdite sui crediti, limitando l’impatto sulla clientela affidata del costo delcredito che la crisi ha bruscamente fatto lievitare. Nel periodo precedente, ilcosto del credito (rappresentato dalle perdite contabilizzate a bilancio dallebanche) non superava lo 0,5%, mentre negli ultimi anni è arrivato a superare il2%. A questa percentuale vanno aggiunti i minori ricavi derivati dallesofferenze che non producono più interessi. Rappresentano ormai il 10%dell’importo globale dei prestiti e, con un rendimento medio del 5%, incidonosul conto economico per un ulteriore 0,5%. Complessivamente il costo delcredito, ovvero il margine minimo che le banche debbono applicare per rientraredel rischio sugli impieghi, è aumentato del 2%. Conseguenza diretta di questofenomeno è la mancanza di margine sui mutui concessi negli anni passati dove lospread applicato in molti casi non supera l’1%. Ad oggi le banche sono riuscitead arginare le perdite con le plusvalenze sui titoli acquistati con il prestitoBCE, contenendo il costo sui prestiti erogati a vista e per i nuovi mutui. Èquindi pretestuoso affermare che l’intervento della BCE tramite le banche nonabbia prodotto benefici per l’economia poiché ha permesso di ridurre i tassi dimercato sui titoli di stato, che rappresentano il riferimento principale nelladeterminazione del costo per le imprese, e contemporaneamente il costo delcredito che si manifesta sotto forma di spread sul tasso di riferimento,necessario per ottenere il margine dal prestito.

La perditacomplessiva delle banche operanti nel territorio cesenate è stata di oltre 500milioni. Una cifra che se fosse stata destinata all’economia avrebbe senz’altrocontribuito in misura rilevante alla ripresa. La liquidità comunque non manca,come del resto la volontà di sostenere le imprese meritevoli che hanno saputoaffrontare la crisi con capacità, determinazione e anche quella fantasia cheagli Italiani non manca. La ricerca di nuovi mercati, innovativi processi diproduzione, nuovi prodotti sono fattori che troviamo con frequenza all’internodelle nostre imprese. Se si esclude il settore immobiliare, possiamo affermareche tutte le attività permettono di conseguire risultati positivi. E’ il fruttodi una selezione operata dalla crisi dove sono emersi i limiti di una classe diimprenditori all’interno della quale sono presenti soggetti che non hannoadeguato spirito di sacrificio, determinazione, collaborazione. Ne è risultatauna selezione degli imprenditori prima ancora che di settori.

Numerose leimprese che manifestano performance crescenti, piccole e grandi, senzadistinzione di dimensione. Lo sviluppo tecnologico del trasporto e dellecomunicazioni consente a chiunque abbia volontà e capacità di operare su unmercato globale con elevati indici di marginalità. Non esiste un settore dovesi è esclusi da questa opportunità, basta saperla cogliere interpretando lerichieste di un mercato che è avido di novità e di qualità.L’internazionalizzazione delle imprese si fonda sulla capacità di offrire unprodotto garantito made in italy, frutto dell’affidabilità dei nostrimanifatturieri, della fantasia dei nostri designer, dalla qualità dei nostriprodotti alimentari.

Il nostroterritorio rappresenta un distretto diversificato dove possono operare impreseche hanno a disposizione un patrimonio umano di alto livello, per formazione,storia, condizioni sociali. Alcuni esempi. Una piccola impresa locale hasviluppato la produzione di formaggi e salumi aromatizzati, unici nel lorogenere; sono prodotti venduti in tutto il mondo attraverso un’organizzazionedelle consegne che consente il raggiungimento di qualsiasi città del globo in48/72 ore. Sono prodotti riservati ad acquirenti benestanti che possonopermettersi di pagare il formaggio 150 euro il kg. Ma se mettiamo insieme ipotenziali acquirenti a livello mondiale, quel mercato di nicchia rappresentaun mercato enorme per quell’imprenditore. Abbiamo imprese che detengono un knowhow nel loro genere che consentirebbe, se sfruttato pienamente, un’espansionedelle attività in grado di assorbire una rilevante quota di lavoratoriprofessionalmente preparati. Nel campo della meccanica, della refrigerazioneindustriale, nell’agroalimentare, nella logistica. Tutti settori che sonocresciuti grazie all’esperienza di piccole e medie imprese che hanno lacapacità di capire le esigenze specifiche dei consumatori e trasformarle in unsistema di offerta diversificata e qualificata, apprezzata dal mercatointernazionale.

Alcunisettori hanno un potenziale di espansione enorme, realizzabile con l’azionecongiunta degli attori che sul territorio operano a diverso titolo. Le banchelocali hanno il compito di selezionare i progetti a lungo termine che hanno lacapacità di elevare gli standard di qualità del settore di appartenenza. E’ uncompito che solo esse sono in grado di svolgere e che per vocazione ma ancheper necessità debbono fare. La conoscenza dei settori nel loro specificorappresenta un’informazione di enorme valore indispensabile per la comprensionedelle esigenze e della validità del progetto imprenditoriale. Ciò che peròrende specifica l’azione della banca locale nel processo di selezione, è lavalutazione del know how culturale e professionale dell’impresa. Nessun ratingmatematico è in grado di farlo. Il rating è un dato statistico che valuta ilpassato di un’azienda, mentre l’analisi umana cerca di individuare la capacitàdell’imprenditore di affrontare con successo il futuro. La selezione nonavviene quindi tra settori, tra imprese, ma tra uomini, gruppi familiari, soci,soggetti che dimostrano di avere cultura, preparazione, determinazione, spiritodi sacrificio non comuni, elementi portanti delle imprese di successo. Ilrating valuta il patrimonio aziendale, la banca locale valuta e valorizza il capitaleumano.

La complessità dell’attuale economia è tale che icambiamenti di scenario sono repentini e imprevedibili, la capacità di analisie l’intuizione dell’imprenditore, congiunta a una propensione ai cambiamenti,permettono di reagire alle sollecitazione del mercato con successo. Questacrisi ha comportato delle modifiche strutturali al sistema economico eall’impresa. Innovazione, non significa solo nuova tecnologia, ma visionediversa dell’approccio al mercato. Elementi e fattori di successo sono lacapacità di analisi dei fenomeni che le informazioni circolanti sui diversimezzi di comunicazione sono in grado di assicurare all’impresa. L’imprenditoretrasforma quelle informazioni in intuizioni, in una visione che deve realizzarein concreto entro termini brevissimi, pena la perdita dell’opportunità. E’ uncompito complesso che deve essere realizzato all’interno di un ambiente checonsenta la minima dispersione di energia ed efficienza. Le vischiositàprovocate dall’operare della pubblica amministrazione, l’amministrazione dellagiustizia, le relazioni tra imprese e le stesse banche, rischiano dicompromettere le capacità di reazione del nostro sistema economico, fenomenoevidente anche nella nostra area.

Un limiteallo sviluppo dell’economia è rappresentato anche dall’incapacità di faresistema tra le imprese, di sentirsi parte di un agglomerato in grado di porsiagli occhi della comunità nazionale e internazionale con maggiore evidenza.Questo limite, negli anni Ottanta, ha impedito al settore dell’autotrasporto,della refrigerazione industriale, dell’impiantistica alimentare, entrati incrisi di competitività per le ridotte dimensioni degli operatori, di evolvereverso un mercato che chiedeva un servizio di logistica integrata nellamovimentazione dei materiali all’interno della catena del freddo. Sono costi digestione che le piccole imprese che movimentano prodotti alimentari deperibilidevono sostenere individualmente e perciò contraggono i margini operativi conripercussioni sulla capacità di crescita. La mancata realizzazione diinfrastrutture che potevano essere realizzate per la presenza di cultura,tradizione e professionalità ha impedito in quegli anni di fare diventare lanostra area un distretto attraente nella gestione della catena di distribuzione,in grado di sfruttare la propensione delle aziende a esternalizzare le attivitàdi trasporto e movimentazione delle merci deperibili. Un’occasione di sviluppopersa per mancanza di innovazione.

Rischiamo difare lo stesso errore con il progetto della Wellness Valley. Probabilmente chisi propone ha interesse nel realizzare questo progetto distribuendo costi erischi su più partners, ma gli attori che possono ottenere vantaggi da questainiziativa sono molteplici e diversificati con ritorni per il territorio dielevato potenziale. Allentare il livello di diffidenza e sostenere condeterminazione il progetto attraverso un confronto serrato sulle idee, sarebbegià un elemento positivo che consentirebbe al sistema finanziario di valutarneil sostegno in modo determinante. E’ un mercato con un elevato potenziale,rappresentato da individui di fasce d’età diverse con esigenze che vanno dallaricerca del benessere tout court a quella della soluzione a problemi di salutecome quella più banale di elevare il livello di qualità della vita. Promuoverela Romagna, le aree un tempo destinate alle colonie marine, ora semiabbandonate, che potrebbero rappresentare un’offerta di alloggi a pensionatidel nord Europa dove poter svernare in concorrenza alle Canarie e altrilitorali della Spagna e Grecia. Accompagnare l’offerta di alloggi con ilcomplemento di servizi termali in zona, di strutture sanitarie di massimaefficienza, prodotti agroalimentari di alta qualità, attrezzature e  impianti sportivi all’avanguardia. Un nuovotipo di turismo da affiancare a quello tradizionale, in grado di aumentare iricavi destagionalizzando le attività e contemporaneamente realizzare economiadi scopo con ripercussioni positive su settori variegati ma saldamente ancoratiall’economia locale.

Perconcludere, le banche vengono accusate di non concedere credito, dal mio puntodi vista è in parte vero. La selezione delle imprese, centrale nell’attivitàdelle banche e ancora più determinante nelle banche locali che dipendono dallo sviluppodel territorio in forma simbiotica, impone una valutazione del contestoambientale creato dall’agire dei diversi protagonisti che sul territorio hannoruoli fondamentali per il suo accreditamento sui mercati nazionali einternazionali. A partire dall’operare della funzione pubblica, che deve esserein grado di evolvere verso una funzione rivolta alla soluzione dei problemi chele imprese possono incontrare nello sviluppo delle idee, abbandonando la logicadel controllo a tutto campo sulle attività al punto da ingessarne lo sviluppo.Le banche valutano anche i tempi di realizzo delle idee che in un contesto aelevato dinamismo, rappresentano un fattore di rischio non trascurabile.Valutiamo anche la capacità delle imprese di fare rete, di scambiarsi konw howe cultura, di economizzare sui costi attraverso collaborazioni, scambio diidee. Attività che oggi lamentano ancora mancanza di pragmatismo e concretezza,e non consentono alle idee e agli investimenti di portare valore aggiuntotradotto in moneta, unica fonte di rimborso dei prestiti tanto richiesti e perquesta evidenza negati.

  •   Published On : 6 anni ago on Giugno 27, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 27, 2017 @ 10:02 am
  •   In The Categories Of : Politica Nazionale

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