di Augusto Patrignani*
Fruibile, vivibile e aperto. Da anni Confcommercio è in prima linea per chiedere che il centro storico, cuore pulsante della città e del commercio, venga rilanciato partendo da questi tre presupposti. Il centro può funzionare solo se c’è vita. Se diventa un museo, se lo si chiude agli accessi, è destinato a morire. Confcommercio chiede allora un centro da viverci, non da guardare. Dopo le tante e anche doverose parole (e gli immancabili proclami) sul futuro del centro storico, dopo i tavoli di confronto avviati e le idee annunciate, è arrivato il momento dei fatti.
Quello che noi chiediamo è innanzitutto una indagine seria sul nucleo antico, l’area urbana limitrofa e i quartieri per inventariare punti di debolezza e intervenire a sostegno del commercio, che della città antica ma anche di quella periferica resta la colonna portante.
I capisaldi su cui intervenire sono la messa a disposizione di nuovi parcheggi a ridosso e dentro il centro, fra i quali quello interrato in piazza della Libertà che sarebbe un atto di puro masochismo pedonalizzare e quello all’ex Lugaresi, che l’amministrazione deve assolutamente riprendere in considerazione poiché si tratta di un sito assolutamente strategico.
Nel progetto del nuovo Foro Annonario, inoltre, fondamentale per il decollo del cuore urbano, dovranno essere coinvolte tutte le organizzazioni commerciali e imprenditoriali per creare un grande volano di rilancio del centro in cui le attività commerciale, specificamente del settore alimentare e gastronomico, fungano da esca.
Rilanciamo anche la proposta di ripavimentare piazza del Popolo creando un grande parcheggio sotterraneo con accesso da viale Mazzoni, un intervento che soddisferebbe il fabbisogno di nuovi posti auto e conferirebbe al manto della piazza quella fruibilità che tutti giustamente reclamano.
Riteniamo inoltre che un progetto innovativo e di riqualificazione per il centro storico, potrebbe essere quello di realizzare attraverso una copertura in vetro una vera e propria galleria commerciale nella Via di Zefferino Re, Corso Mazzini e Corso Sozzi, al fine di creare un percorso pedonale in armonia con l’arredo urbano e maggiormente fruibile dai consumatori, al fine di garantire nel nostro territorio una unicità della rete commerciale.
Le nostre pretese sono miopi e di parte, come sostiene qualche nostro contraddittore? Provo a rispondere anch’io con una domanda: teniamo veramente, come comunità, alla salvaguardia della nostra identità, dei nostri valori e anche dei luoghi cardine, come la piazza e il centro storico, che li incarnano, oppure riteniamo che la identità sia un concetto fluido, in divenire e che bisogna lasciar fare ai tempi e alle mode?
Ecco: secondo la Confcommercio la città e il commercio a partire dalle sue forme più tradizionali dei piccoli esercizi al dettaglio che costituiscono la vera spina dorsale della rete distributiva sono un tratto distintivo della nostra civiltà, del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro. Allora quel che serve veramente è rendere i centri storici «competitivi» con i centri commerciali: sicuri, facili da raggiungere, attraenti anche il tardo pomeriggio e la sera, magari anche grazie a quelle ricchezze – l´arte, la musica, il teatro – che anche nella nostra Cesena si forgiano da secoli e che i nuovi luoghi di aggregazione possono al più riprodurre.
Centri storici sicuri e facili da raggiungere, dicevo. Ecco perchè Confcommercio si batte per un centro che sia un luogo di vita, fruibile, raggiungibile, godibile. Le nostre non sono richieste o al peggio ‘sparate’ sporadiche, ma la logica traduzione di un principio che sottende una visione culturale ed etica insieme: teniamoci stretti, valorizziamo i luoghi privilegiati dell’aggregazione e del commercio e mettiamoli nelle condizioni di competere ad armi pari con i nuovi luoghi anche del commercio, quelli dove si trova il parcheggio gratuito per accedervi.
Per un centro di questo livello serve anche un maggior protagonismo da parte dei commercianti con l’affidamento della regia delle iniziative a chi ha saputo dimostrare sul campo di essere capace e affidabile, come ad esempio il consorzio “Cesenaincentro”, per il quale chiediamo un maggior sostegno da parte dell’amministrazione comunale.
L’auspicio della Confcommercio è che la Cesena che cammina diventi una Cesena che corre, come è doveroso che sia. La nuova amministrazione ha lavorato ai box in questi mesi per assicurare una partenza veloce, ma ora si tratta di ingranare la marcia giusta e di procedere ad andatura spedita per promuovere lo sviluppo e la crescita della città. Ora è giunto il momento di fare. Di fatti – e di buoni fatti – ha bisogno il centro storico, dopo la miriade di parole e promesse non mantenute di questi anni.
*Presidente Confcommercio cesenate