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Oncologia in Romagna

     Giugno 28, 2017   No Comments

di Dino Amadori

Lapopolazione residente in Romagna è suddivisa in tre aree provinciali(Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini) e settantacinque comuni distribuiti su unasuperficie complessiva di 5.102,7 km2. La popolazione residente in Romagnaconsta di 1.128.570 abitanti rispetto ai 59.685.227 residenti in Italiacomplessivamente.

L’IstitutoScientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) IRCCS opera inun contesto caratterizzato da un buon livello di qualità della vita,contraddistinto da una popolazione più anziana rispetto alla media nazionale,distribuita in maniera omogenea sul territorio (il 67% dei Comuni ha meno di10mila abitanti). L’elevata performance della Rete Oncologica della Romagnanelle attività di prevenzione, screening e cura, contribuisce a determinare unaminore mortalità per patologie tumorali e una necessità di presa in carico delpaziente per un periodo più lungo (cronicizzazione).

Idati epidemiologici di incidenza di nuove patologie tumorali nel complesso inRomagna ammontano a 4637 nuovi casi di tumore nei maschi all’anno e 3776 nuovicasi di tumore nelle femmine all’anno per tutte le sedi di tumore escluso cutenon melanomi, con un tasso standardizzato per età (in riferimento allapopolazione standard europea) di 528,5 per 100.000 abitanti maschi e 394,9 per100.000 abitanti femmine.

 

 

Lapopolazione italiana nel suo complesso ha un tasso standardizzato di incidenzadi tumore per età di 467,7 per 100.000 abitanti maschi e 339,6 per 100.000abitanti femmine, quindi si deduce che la popolazione romagnola tendenzialmentesi ammala di cancro più di quanto avvenga in media nella popolazione italiana.

 

 

(Fonteepidemiologica ITACAN: AIRTUM ITACAN, Tumori in Italia, Versione 2.0.Associazione Italiana dei Registri Tumori – periodo di analisi 2004-2008 per laRomagna e 2005-2009 per Italia/AIRTUM).

Relativamentealla mortalità per tumore in Romagna, il numero di morti per anno è 2056 maschie 1569 femmine, con un tasso standardizzato (in riferimento alla popolazione standardeuropea) di 213,1 per 100.000 abitanti maschi e di 125,1 per 100.000 abitantifemmine.

 

 

 

Lapopolazione italiana nel suo complesso, pur ammalandosi tendenzialmente di menocome abbiamo visto sopra, ha una mortalità per tumore pressoché analoga aquella romagnola, con un tasso standardizzato di 219,7 per 100.000 abitantimaschi e 122,5 per 100.000 abitanti femmine.

 

(Fonteepidemiologica ITACAN: AIRTUM ITACAN, Tumori in Italia, Versione 2.0.Associazione Italiana dei Registri Tumori – periodo di analisi 2004-2008 per laRomagna e 2005-2009 per Italia/AIRTUM).

Losviluppo nelle tecnologie mediche e biomediche negli ultimi decenni è statocaratterizzato da un consolidamento di strumentazioni molto sofisticate che cipermettono di osservare in profondità l’organismo umano. Il progresso dellamedicina si è basato su un progresso soprattutto di tipo tecnologico con unprogressivo perfezionamento delle tecnologie, oltre ad un progresso anchemetodologico, cioè uno sviluppo della metodologia clinica costituita daiprincipi generali, dalle regole e dalle procedure cui il clinico conforma ilsuo operato. Risulta pienamente giustificato sostenere che proprio lo sviluppodella metodologia medica abbia costituito la guida per lo stesso sviluppotecnologico.

Inquesto contesto, si assiste al cambiamento e all’evoluzione della medicina,intesa come approccio al malato e ai suoi bisogni: il passato è statocaratterizzato da una medicina cosiddetta “d’organo” in cui la sede del tumorecostituiva l’indice che determinava l’approccio al paziente e il suo percorsodiagnostico-terapeutico. L’oggi e il domani sono invece contraddistinti da unamedicina molecolare, ovvero nell’identificazione di mediatori e di meccanismid’azione responsabili delle malattie, nello sviluppo di strategie terapeutichefarmacologiche, cellulari e molecolari per rallentare la progressione dellemalattie e lo studio delle basi molecolari e genetiche di malattie rare;valutazione di alterazioni genetiche responsabili dello sviluppo di malattie raree caratterizzazione di polimorfismi genetici che predicono la risposta deipazienti alla terapie farmacologiche per malattie mono e poligeniche.

L’assettoclassico di un’oncologia diffusa sul territorio si scontra con questo nuovomodus operandi e si rende sempre più stringente la necessità di operare uncambiamento negli assetti organizzativi con lo sviluppo di nuovi modelliorganizzativi.

 

Inuovi scenari culturali, scientifico-tecnologici e socio-sanitari impongono unariflessione sul ruolo degli IRCCS che non può prescindere dalla consapevolezzache assistenza e ricerca devono interagire in modo forte con il territorio dicompetenza. In altre parole, la ricerca scientifica non deve più essereconsiderata prerogativa esclusiva degli IRCCS bensì deve essere portatacapillarmente anche sul territorio.

L’IstitutoScientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori IRST, è il mezzoattraverso il quale sperimentare, nell’ambito della programmazione sanitariadella Regione Emilia-Romagna, un diverso rapporto pubblico-privato per larealizzazione di programmi comuni e coordinati da parte degli entipartecipanti.

Taleintervento si configura in primo luogo quale razionalizzazione dell’assettodell’assistenza oncologica romagnola già esistente, ricercando soluzionigestionali, supportate da economie di scala, tendenti a realizzare ilmiglioramento e la qualificazione dell’assistenza attraverso lo sviluppo dellaricerca, nel quadro di un programma complessivo di riorganizzazione eriqualificazione degli interventi in materia di assistenza, ricovero e curadelle malattie oncologiche per l’intero bacino della Romagna.

Anchesulla base delle esperienze già condotte, di cui la più recente ed evolutariguarda la gestione IRST del Servizio di Radioterapia del Presidio ospedalierodi Ravenna a partire dal 1° gennaio 2014, si ritiene pertanto utile perseguirela realizzazione del modello organizzativo e gestionale che trasferisca nelterritorio la disponibilità di facilities ad elevata specializzazione, le competenzee le iniziative di un IRCCS oncologico, con standard assistenziali aggiornatialle più recenti conoscenze scientifiche.

Permantenere l’intero sistema di presa in carico della popolazione del territorioromagnolo, al passo con il livello qualitativo dell’IRCCS e garantire ilgoverno della ricerca scientifica oncologica, si pone una nuova riflessione sulruolo degli IRCCS nel perseguire e verificare obiettivi condivisi che evolvonoverso un approccio “popolazionale” e di sistema, garantendo l’autosufficienzaterritoriale, la non ridondanza dei servizi, senza tralasciare l’ottimizzazionenella gestione del personale (equipe unica nel territorio romagnolo).

Questoapproccio implica un coordinamento centralizzato, non necessariamente unagestione, delle funzioni e delle attività oncologiche, con attenzioneall’appropriatezza degli interventi, al miglior utilizzo delle risorselimitate, ai risultati di salute, alle garanzie di uniformità, accessibilità,universalità e prossimità

Sitratta di creare una rete oncologica “geograficamente delocalizzata”,massimizzando il rendimento delle risorse disponibili e favorendo latransizione concettuale da Comprehensive Cancer Center (CCC) a ComprehensiveCancer Care Network (CCCN), in linea con le recenti indicazioni dellaPresidenza del Consiglio dei Ministri

Lascelta di strutture CCCN sembra la più idonea e sostenibile, anche se unprogramma di questo tipo non può prescindere da diverse necessità, in primisquella di implementare un sistema di monitoraggio che si basi, dapprima, su unaserie di indicatori relativi alle raccomandazioni emesse.

Inaccordo con i vertici delle Aziende Sanitarie, è stato necessario articolare unrapporto strutturato tra le attività proprie dell’Istituto ed alcune altreattività, che ricadono all’interno di un percorso di approccio globale alpaziente oncologico.

Ungestore unico delle attività di ambito oncologico con riferimenti territorialiaziendali che possano fungere da “ponte” con le rispettive strutturechirurgiche potrebbe contribuire enormemente all’aumento di efficacia e diappropriatezza, a tutto vantaggio dei pazienti.

Prerequisitoprimario e sostanziale per la realizzabilità dello scenario che vieneconfigurato oltre a una popolazione di 1.100.000 abitanti, che costituisce unabase ottimale per un progetto di riorganizzazione,  è la strutturazione di un complesso unitarioche raccolga al proprio interno le risorse professionali, umane, tecnologiche escientifiche per l’assistenza e la ricerca oncologica nel territorio romagnolo,legando quindi tra loro strutturalmente i nodi della rete.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 12:19 pm
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