di Mattia Altini
Se la vera “sfida” è continua-mente superare se stessi, farlo immersi in un contesto in forte cambiamento assume eviden-temente ancora più valore. L’Istituto Scientifico Roma-gnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori IRST – qui inteso come una totalità che al suo interno ha già saputo ricono-scere e insieme esaltare il ruolo di guida del pubblico così come quello di propositiva par-tecipazione proprio del privato sociale – nel corso dell’ultimo anno, ha intrapreso un cammino di duplice crescita. Parallelamente al complesso percorso avviato con l’ot-tenimento dello status di Istituto di Ricovero e Cura a Ca-rattere Scientifico (IRCCS) – percorso iniziato nel dicembre 2009 con l’inoltro alla Regione Emilia-Romagna della richiesta di avvio del procedimento e concluso l’anno scorso dopo lunghi e articolati passaggi volti a definire l’intrinseco valore assistenziale ricoperto per i nostri territori e il ruolo assunto nel sistema della ricerca nazionale – l’IRST opera all’interno di un panorama che sta cambiando volto, ri-modellato dalle forze centripete della contrazione nei trasferimenti statali e delle revisioni di spesa. Un contesto che coinvolge direttamente l’IRST come tutti i suoi più importanti interlocutori, in primis la Regione e le Aziende Sanitarie Locali romagnole.
La strada intrapresa dalla Regione e dalle aziende di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini a fronte di questi processi e dell’ineludibile necessità di rivedere ogni prospettiva in ottica più ampia, è quella della razionalizzazione, puntando a concentrare competenze, disponibilità e politiche in un articolato progetto di unificazione.
E, indubbiamente, tanta parte dei temi che in futuro saranno al centro delle decisioni del nostro Istituto, testerà le modalità di confronto e operosa cooperazione messe in atto con questo nuovo soggetto, la nascente Ausl Unica della Romagna.
A plasmare queste modalità sarà, anzitutto, la mission fondativa dell’IRST, l’essere riferimento per nuove linee di cura, autonomo motore della ricerca oncologica avanzata; binari imprescindibili lungo cui muoversi saranno anche principi e indicazioni definite dallo status di IRCCS. La “scientificità” riconosciuta al nostro Istituto con decreto dell’8 marzo 2012 a firma del Ministro Renato Balduzzi nella disciplina di “terapie avanzate nell’ambito dell’oncologia medica” ci impone e sprona di perseguire quella che è la nostra natura di cura e ricerca, offrendo differenti canali di reperimento fondi da quelli messi a disposizione per la finalizzata ai bandi per giovani ricercatori. L’oncologia è ancora, in ampia misura, un branca in cui l’assistenza clinica e lo studio non possono procedere disgiuntamente anche perché le malattie oncologiche vedono sempre maggiore rilevanza epidemiologica.
Restando nell’alveo IRST, gli oltre 14.400 pazienti presi in carico nel 2012 nelle tre sedi operative dell’Istituto Tumori della Romagna (Meldola, Forlì e Cesena) dalle varie unità e servizi, sono un dato purtroppo destinato a crescere, che richiede di predisporre risposte nuove, assecondare altre sfide. Per affrontarle crediamo sia necessario immaginare un nuovo modello, slegato da rapporti semplicisticamente univoci improntati sullo schema richiesta-servizio erogato, invece in grado di offrire una lettura totale delle esigenze di un territorio uniforme com’è quello della Romagna, un modello “popolazionale”.
Le enormi potenzialità in parte già espresse dall’IRST IRCCS sia dal punto di vista della ricerca sia da quello del reperimento fondi, unite all’adesione a tutto tondo alle dinamiche delle popolazioni, è evidente come possano portare a una proficua ricaduta, un’ulteriore crescita qualitativa e innalzamento delle risposte a tutto beneficio della cittadinanza.