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Noi, protagonisti del cambiamento europeo!

     Luglio 22, 2019   No Comments

Energie Nuove – NUMERO 1 – luglio 2019

Noi, protagonisti del cambiamento europeo!

di Sandro Gozi

Dovevano cambiare tutto in Europa. E il cambiamento è in atto, ma non ne sono loro i protagonisti. “Loro” chi? I nazionalisti e gli anti europeisti, dalla Lega di Salvini al Rassemblement National di Marine Lepen passando per il Movimento a 5 Stelle, gli spagnoli di Vox ma anche l’estrema sinistra francese di Mélenchon. No, loro tutti insieme non vanno oltre il 30% del Parlamento europeo. Ma oltre ai seggi, ai nazionalisti e agli anti europeisti di vario genere specie manca l’altro fattore decisivo per incidere in Europa: “insieme”. Sono tutti divisi tra loro, sparsi tra gruppi marginali, come Lepen, Salvini e Meloni, tra estrema destra ed estrema sinistra o o addirittura relegati nei non iscritti perché nessuno li vuole, è il caso dei pentastellati.

Però il cambiamento e in atto, eccome, in Europa.

Perché le forze tradizionali di centrodestra e centrosinistra hanno entrambe perso voti, si sono indebolite e da sole non riescono più a controllare il Parlamento europeo. PPE e S&D/PSE hanno entrambi perso quasi 40 seggi. E i Socialdemocratici perderanno ancora di più il 31 ottobre, quando dovrebbe avvenire la Brexit, con l’uscita dei deputati Britannici dal Parlamento europeo (in cui non sarebbero mai dovuti entrare in realtà, se fosse stata veramente rispettata la volontà degli elettori Britannici che hanno scelta di lasciare l’UE tre anni fa).

Allora chi sono i protagonisti del cambiamento, chi sono i veri vincitori di queste elezioni?

A mio avviso, due forze molto europeiste, in parte anche federaliste: i Verdi europei e il nuovo gruppo Renew Europe, di cui la nostra lista Renaissance, voluta da Emmanuel Macron, gli spagnoli di Ciudadanos e i Rumeni di Plus (oltre ai Libdem Britannici, a Strasburgo in attesa di Brexit) sono le forze principali: tranne i Libdem, tutte nuove nel panorama politico europeo.

Dobbiamo ora costruire una nuova maggioranza, promuovendo un’ampia alleanza tra tutte le forze europeiste. E sarà molto importante avere il sostegno anche dei Verdi, almeno per grandi progetti politici come la lotta contro il cambiamento climatico, la riforma della democrazia europea o la lotta contro le diseguaglianze sociali.

Intanto, il cambiamento è già cominciato con le nuove nomine europee: abbiamo un’Unione più rosa, con due donne, Ursula Von Der Leyen e Christine Lagarde per la prima volta alla guida delle due istituzioni più importanti dell’UE. Nuovi equilibri politici, con il primo. Ministro Belga Charles Michel, del nostro gruppo Renew Europe, che presiederà il Consiglio europeo.

E un’importante presenza del cento sinistra del sud Europa, con Borell, socialista spagnolo, e Sassoli, partito democratico, alla testa rispettivamente della politica estera e del Parlamento europeo. Peraltro, il nostro gruppo Renew Europe è stato molto improntate nell’assicurare l’elezione di Sassoli. Le ragioni? Le stesse che hanno spinto Macron a chiedermi di candidarmi in Francia. C’è un’altra Italia rispetto a quella del truce Salvini e del Gilet giallo Di Maio, un’Italia che vince scegliendo di stare al centro dell’Europa. Piccola soddisfazione anche mia personale, dato che predico dal 2016 che è con Macron che il PD e la sinistra europea devono allearsi per cambiare l’Europa. Il gruppo di Salvini e Lepen è marginale, così come quello di Giorgia Meloni. E solo Castaldo, furbo romano penta stellato, è riuscito grazie a una rete di accordi e scambi di voto segreto, a rimanere vicepresidente del Parlamento europeo.

Con Angela Merkel sulla via del tramonto, è Macron il nuovo leader europeo. È stato il protagonista dell’accordo sulle nomine. E ora deve e dobbiamo lavorare per cambiare anche l’agenda europea. Perché dopo il loro mediocre risultato (ad eccezione della Lega in Italia, che è una del principali delegazioni nazionali) il vero problema europeo non sono i nazionalisti, ma è lo status quo. Quello status quo pervicacemente praticato per troppi anni da Merkel e dal PPE, che ha allontanato tanti europei dalle loro istituzioni e ed è stato uno dei migliori “alleati” della crescita del nazionalismo.

Un’Europa potenza ecologica, una sovranità digitale europea, una difesa comune, la rifondazione di Schengen e la riforma della zona euro, un nuovo rapporto Europa-Africa, campioni industriali europei, promozione dello stato di diritto, dei diritti fondamentali e di nuove politiche sociali, a partire dal salario minimo garantito europeo, moltiplicazione delle iniziative e dei fondi per i giovani. E un patto Simone Veil per la parità di genere. Queste sono le grandi priorità per la rifondazione europea. L’Italia giallo-verde sarà ai margini di questi grandi processi, come e stata ai margini nella partita delle nomine. L’altra Italia al Parlamento europeo dovrà cercare di sopperire anche a questa drammatica situazione storica e politica in cui si trova il nostro paese, che dovrebbe invece essere nel gruppo di testa, con Francia, Germania, Spagna e altri paesi.

Ma non manca solo l’Italia in Europa. Mancano anche le forze europee del cambiamento, in Italia. Per tornare al centro dei processi europei, diventa sempre più urgente anche in Italia colmare questo vuoto politico con nuove iniziative europeiste, ecologiste, liberali e sociali. A partire dal nostro nuovo gruppo Renew Europe, possiamo dare una nuova spinta anche per rinnovare l’alternativa politica liberale e progressista in Italia. Mettiamoci al lavoro….!

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