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No alla deriva sudamericana del Paese

     Dicembre 20, 2018   No Comments

Energie Nuove – NUMERO 2 – novembre 2018

No alla deriva sudamericana del Paese

di Fabio Scacciavillani – Chief Strategy Officer Oman Investment Fund (OIF)

L’Italia si trova di fronte ad un bivio epocale. Dalla partita politica in pieno svolgimento dipenderà il futuro del paese per il prossimo decennio e per tutto questo XXI secolo. La posta in palio non deve essere sottovalutata: si tratta di impedire la deriva sudamericana verso cui viene spinta l’Italia dal peggior governo della sua Storia. Un governo che in pochi mesi ha portato l’economia in recessione e ha distrutto pervicacemente 20 anni di durissimi sacrifici e strenue battaglie politiche per portare un minimo di controllo nella spesa pubblica e un minimo di efficienza nello stato.

E’ lampante che il cosiddetto governo giallo-verde abbia come obiettivo lo sfascio dei conti pubblici e il ritorno agli anni degli sprechi monumentali di cui si nutrono milioni di perdigiorno e di cui si sono alimentate le organizzazioni criminali per decenni. I referenti politici del partito di Casaleggio sono i parassiti che chiedono ossessivamente da anni le prebende a vita (pagate dai contribuenti) a cui li aveva abituati il clientelismo catto-comunista. La Lega invece fa ampio, anche se non esclusivo, riferimento a ch pretende la pensione a 50 anni o agogna l’impiego senza responsabilità nelle industrie di stato decotte come l’Alitalia. Insomma, detto in estrema sintesi, questo è il governo ideale di chi vuole timbrare il cartellino in mutande e tornare a dormire.

Peraltro la Lega e i grillini avevano giurato di non governare mai insieme. Avevano chiesto il voto in campagna elettorale proprio per essere su due lati opposti della barricata. Chi aveva votato il centrodestra per non cadere nelle mani di un partito guidato da un manipolo di ignoranti farneticanti si è ritrovato il peggio dell’Italia a esultare dal balcone di Palazzo Chigi.

Ora stretti in un osceno intreccio i leader di questi partiti e il loro lacchè si illudono di riportare le lancette della storia agli anni 70 e 80. Quello fu un periodo di completa dissolutezza economica e morale in cui attraverso il debito pubblico si finanziarono sprechi monumentali di uno stato inefficiente e corrotto. Una classe politica screditata e imbelle comprava il consenso e placava gli appetiti di un’elettorato irresponsabile. In sostanza la gente disprezzava ministri e parlamentari, ma li votava perché ne ricavava prebende e benefici indebiti. Quell’andazzo, a cui le orde sovraniste vorrebbero tornare in pompa magna, fu circoscritto ma non del tutto debellato con l’ingresso nell’euro. Ed è per questo che Salvini, Di Maio e il codazzo di servi che li adulano hanno in odio la moneta comune di un’Europa che rappresenta la Civiltà.

L’euro, moneta forte, di caratura mondiale, rivale del dollaro non permette quei trucchi da baraccone messi in opera da politici falliti e incapaci. L’euro non consente ad esempio le svalutazioni periodiche che drogavano per qualche mese le esportazioni ma distruggevano la competitività di lungo periodo del sistema industriale italiano e lo spingevano verso produzioni e fabbriche da terzo e quarto mondo. L’euro non è compatibile con imprese pubbliche decotte tenute in vita dallo squallido intreccio di boiardi di stato e sindacalisti collusi col potere. L’euro non permette di scaricare i debiti sulle prossime generazioni per pagarsi i voti della marmaglia famelica.

Per questo il governo gialloverde attraverso una legge di bilancio demenziale è deciso a creare uno scontro epocale con l’Unione Europea e spingere il paese fuori dal consesso delle nazioni civili per poter governare sulle macerie. Una volta furoti dall’euro, fuori dalla disciplina di bilancio, dagli impegni che ci legano ai paesi avanzati, come un’orda di roditori, i vari Salvini, Savona, Di Maio, Tria e Di Battista si avventerebbero sul patrimonio che i lavoratori italiani onesti hanno messo da parte in decenni di sacrifici. Gli insulsi neoperonisti che si ritengono i padroni della Penisola sono decisi ad espropriare il risparmio degli italiani per trasferirne i frutti  ai propri supporter. In questo modo, come nello Zimbabwe di Mugabe, potrebbero mantenere il potere per decenni, grazie anche al lavaggio del cervello gia’ ampiamente sperimentato in rete e ora esteso anche alla TV. Le tecniche di manipolazione delle masse studiate dalla Casaleggio attribuirebbero le colpe del disastro economico a farneticanti ipotesi di complotti, ai poteri forti, ai nemici esterni nella riedizione tragicamente comica di un’autarchia stracciona.

Per impedire la sudameicanizzazione del paese la resistenza al peggio deve cominciare da ognuno di noi. In famiglia, sui luoghi di lavoro, tra la cerchia di amici, sui social media. Non dobbiamo cedere allo sconforto ogni volta che dal teleschemo sentiamo vomitare le menzogne costruite a tavolino dal Casalino o dal Paragone di turno. Anzi ogni conato di vomito con cui vogliono insozzare le nostre esistenze deve indurci a non piegarci, ad opporci con maggior vigore al circolo vizioso di ignoranza, parassitismo e declino verso cui questo governo cerca di spingerci.

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