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Molta mediocrità

     Giugno 27, 2017   No Comments

“Se il berlusconismo è al capolinea…dovremo pur chiederci perché il governo prosegua nella sua non attività. Non credo sia dovuto solo al facile acquisto di voti…, quanto piuttosto al naufragio della sinistra, incapace di proporre una qualsiasi prospettiva che non può essere solo quella stancamente ripetuta,< Berlusconi se ne deve andare>. Nessuno sa cosa la sinistra – in primis il Par-tito Democratico – proponga relativamente ai problemi più urgenti oggi sul tappeto. Non come affrontare la crisi finanziaria, non come impostare una lotta contro l’evasione fiscale…; si parla di patrimoniale ma non si dice come la si voglia applicare. Nessuna proposta per avviare a soluzione i problemi della crescita e dello sviluppo….sulla legge elettorale…, la divisione sul referendum è dimostrazione di mancanza di idee e di coraggio. Non evochiamo i problemi dal testamento biologico ai finanziamenti delle scuole private, ai benefici fiscali per i beni ecclesiastici a fini di lucro. Sarebbe poi retorico chiedere al PD se si sente partito laico, dati i consensi che cerca in Curia. In questo panorama, nel deserto di idee, non primeggia solo la latitanza del governo di fronte ai problemi reali del Paese: fa da contrappeso l’assenza di un programma politico della sinistra…” Questa l’analisi, parecchio esatta, di Tullio Gregory sul Corriere della sera. Come venire a capo dello scontro in atto da tempo fra le bande partigiane contrapposte che se ne fanno e dicono di tutti i colori? Uno sbocco è quello di arrivare alla guerra guerreggiata fino a che ne rimane solo uno sul campo. Ma penso che tutti vogliamo scongiurare una simile evenienza. Sarebbe disastrosa. Ma continuiamo a camminare verso il baratro. Oltre allo scontro per bande siamo anche alla divisione all’interno delle bande stesse. Andare alle elezioni anticipate? Bisognerebbe che non ci fosse una maggioranza in Parlamento, o ci vorrebbe anche qui un accordo. Che non c’è. Può succedere che le divisioni interne alla maggioranza arrivino a determinare questo sbocco. Ma se andiamo alle elezioni, magari per evitare il referendum sulla legge elettorale (sempre che la Corte Costituzionale si forzi ad ammetterlo) basterà per venire a capo di questa situazione politica? Intanto è bene ricordare che si andrebbe a votare con questo attuale sistema elettorale (il porcellum) con il suo premio di maggioranza e con le liste bloccate che piacciono ai vertici sia dell’una parte sia dell’altra, perché così decidono loro chi fare eleggere. E nel premiare i servizievoli ( al posto di lasciar scegliere agli elettori magari i più meritevoli) ne verrà fuori ancora una volta, e magari più estesa, la mediocrità della classe politica. Berlusconi si ritirerà? Non si ricandiderà? Tanto per sgombrare il campo da quell’avvitamento continuo e duraturo “pro o contro Berlusconi”? Non è detto. E comunque le contrapposizioni fra le parti saranno condizionate ancora dalla situazione attuale e dal berlusconismo che, seppur declinante, non è eliminato e non è escludibile facilmente. Sulla base dell’analisi di Gregory sarebbe anche bene non trascurare l’eventualità di ritrovarsi con la medesima condizione politica e di confronto fra maggioranza e minoranza, con annesse divisioni fra loro e al loro interno. E quindi ancora più governicchio che governo. Se Berlusconi non si candidasse certo dovrebbe stemperarsi lo scontro frontale. Chissà forse si attenuerebbero anche certi accanimenti a lui avversi e non solo sul fronte politico. Legittimo e doveroso dubitare. Allora c’è un’altra strada: quella della responsabilità che farebbe mettere un poco in moratoria almeno gli spigoli più appuntiti dello scontro per arrivare ad una intesa su poche riforme essenziali. Certo una riforma del sistema elettorale. Purchè seria, non un nuovo pasticcio. E quindi non questo porcellum, ma neppure il semplice ritorno al mattarellum. Una volta che ci si mette le mani sarebbe bene non limitarsi a passare da una porcata a una semplice porcatina. Non sol si potrebbe anche ridurre il numero dei parlamentari. Se ne parla spesso. Bene. L’occasione a quel punto è ingorda per spingersi fino alla definizione della nuova forma di governo. Che è parte della riforma costituzionale che bisogna fare. Alla quale ha senso abbinare un coerente sistema elettorale che eviti, come è successo fino ad oggi, di essere tale da confliggere con una architettura istituzionale che non lo pre-suppone. La responsabilità vorrebbe questo. La buona cultura politica anche. Ma questa classe politica sprigiona poca responsabilità. E sprigiona ed esprime molta mediocrità. Ci sono risvegli che lasciano sperare? Obbiettivamente non man-cano anche se non paiono tanto forti. Ne facciamo accenni anche nelle pagine che seguono. A destra, a sinistra, nella borghesia, nella società civile. Vanno incalzati, sostenuti, partecipati. È un modo per dare un attivo contributo.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 27, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 27, 2017 @ 9:32 am
  •   In The Categories Of : Politica Nazionale

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