di Ines Briganti
E’ in corso, nella nostra città, un interessante scambio di opinioni su come valorizzare la nuova Biblioteca Malatestiana all’indomani della sua inaugurazione. In particolare le proposte avanzate sulla stampa locale di istituire un premio letterario hanno suscitato l’interesse dell’Amministrazione e non solo. A tal proposito anch’io mi ero espressa molto in generale con riflessioni che ancora ritengo valide anche se necessitano di approfondimento. Brevemente dicevo che: a) nel nostro Paese sono già tanti i premi letterari di modesto livello, quindi bisogna pensare a un progetto di alto profilo, a respiro europeo, degno della Biblioteca Malatestiana Memoria del Mondo; b) aggiungevo inoltre che è necessario avvalersi della collaborazione di personalità di alto profilo culturale e anche assicurarsi le risorse necessarie col contributo di istituzioni pubbliche e soggetti privati. Ma per entrare più nel merito e per spiegarmi meglio mi avvalgo di quanto scriveva Andrea Emiliani a proposito della mostra organizzata dalla Biblioteca Malatestiana su Malatesta Novello Magnifico Signore: “questa è una mostra ricca di documenti, frammenti corrosi di realtà un tempo palpitanti, reliquie di un senso della memoria di disperata ricchezza … nelle sequenze di oggetti, di documenti, di sculture … tra monete e ceramiche ad uso si celebra … un’idea forte della quotidianità e del suo porgersi alla dimensione temporale e a quella spaziale”. Collego direttamente a queste parole il suggerimento di Denis Ugolini, laddove propone di istituire un “prestigioso premio letterario connesso alla Malatestiana e alla cultura e alla storia di Cesena e nazionale”. Il premio letterario dunque, a mio parere, dovrebbe tener conto della cultura e della storia -ricchissime per altro- del periodo e dei luoghi malatestiani nel contesto nazionale ed europeo. A tal proposito voglio citare un progetto che in qualità di assessore portai in giunta dal titolo < Romagna ed Unione Europea verso il terzo Millennio. Idee e progetti per la valorizzazione delle risorse locali nell’era della competizione globale>: “la concentrazione, in un raggio di poche decine di chilometri , di alcune forme di offerta culturale di assoluta rilevanza mondiale rischiano di non esercitare appieno le enormi potenzialità di attrazione … se rimarranno specificità locali…. per le singole componenti del sistema Romagna appare sempre più difficile e costoso ritagliarsi un ruolo di nicchia. … non è un caso che dall’Unione Europea giungano segnali sempre più eloquenti di attenzione rivolta a progetti d’area, che riconducano ad un sistema di alleanze territoriali più vasto le tante richieste di interventi che giungono da una molteplicità di realtà locali”. Era il 1996 ma l’ho recuperato perché mi sembra tuttora particolarmente calzante col nostro tema. Possono sembrare considerazioni più pertinenti ad una concezione economicistica della cultura ma in realtà voglio usarle per meglio spiegare cosa intendo per premio letterario legato alla Biblioteca Malatestiana. Esiste già, a livello romagnolo e regionale, la rete delle case Dei poeti e degli Scrittori che vede insieme operative, per alcuni eventi, Casa Serra, Casa Pascoli, Villa Silvia-Carducci, Casa Moretti, Casa Monti, solo per citarne alcune, che hanno, com’è testimoniato dai nomi, uno stretto legame con la nostra biblioteca. Se allunghiamo un poco lo sguardo con occhi di persone appunto del terzo millennio, che disconoscono i provincialismi e i localismi, senza rinnegare il grande valore della letteratura e della cultura di provincia, vediamo come l’autografo dell’Esame di Coscienza di Renato Serra “incarna l’ansia moderna nella forma meno provinciale e più europea, nell’occhio di un clima palpitante di sussulti, di tensioni laceranti, di gesti vitali …: nelle pagine dell’Esame di Coscienza pulsa la storia della prima generazione moderna e comincia a vivere il dramma forse non ancora concluso dell’Europa”(E. Raimondi). Di Giovanni Pascoli e della sua dimensione europea la critica si è accorta solo qualche anno fa: ” Giovanni Pascoli che leggeva Poe nella traduzione di Baudelaire, intellettuale e poeta europeo come pochi altri per stili, per spazi mentali , per pensieri filosofici” (Y. Bonnefoy). Infine, uno dei progetti che l’Amministrazione realizzerà per l’inaugurazione della Nuova Malatestiana si intitola “Il libro nell’era digitale”: ci si pone come obiettivo il compito di analizzare il ruolo che le biblioteche possono assumere nell’epoca digitale. Dunque la Biblioteca Malatestiana per come è stata pensata e voluta dal suo Signore , rispecchia perfettamente la concezione che del sapere avevano i nostri umanisti. Concezione diffusasi poi in tutta Europa: le humanae litterae rappresentano un’idea della conoscenza e una concezione della vita in cui le lettere, le arti, le scienze devono formare l’homo faber fortunae suae capace però di stare nel grande consorzio umano proprio in quanto “socievole animale”. Con un po’ di presunzione mi piace pensare che a questo straordinario capitale, prezioso e unico, debba essere intitolato un premio letterario degno di un’istituzione insignita del titolo di Memoria del Mondo.