Energie Nuove – NUMERO 2 – novembre 2017
Malatestiana: urge il ripristino del direttore-dirigente
di Claudio Riva
E’ superfluo spendere parole per affermare la grandezza e il valore della Biblioteca Malatestiana e delle raccolte ad essa annesse fra cui ci si limita a ricordare la biblioteca comunitativa (costituita con i libri requisiti alle comunità religiose dai soldati napoleonici), la biblioteca di papa Pio VII, la biblioteca Comandini, oltre al cospicuo fondo di manoscritti della collocazione 164.
Per illustrare tanta grandezza le varie direzioni che si sono succedute hanno dato vita a numerose e qualificate iniziative culturali. Ancor oggi lo attestano pubblicazioni e cataloghi. La nomina della Biblioteca a “memoire du monde” è pertanto un riconoscimento non solo del suo patrimonio librario ma anche di tutto il lavoro fatto dalla città di Cesena per la sua valorizzazione.
Consci del grande valore della Malatestiana, fin dalla fine dell’Ottocento, gli amministratori cesenati si sono preoccupati di preporre ad essa adeguati e competenti direttori con specifiche mansioni professionali fino ad elevarli nella pianta organica del personale al livello di dirigenti per la complessità e la varietà delle competenze richieste e per le responsabilità assegnate al fine di guidare e di valorizzare nel migliore dei modi la nostra maggiore gloria cittadina nell’ambito della cultura.
Da qualche anno, con l’eliminazione del dirigente specifico, la Biblioteca è rimasta priva della sua figura più rappresentativa. La Malatestiana è stata purtroppo declassata a branca dell’assessorato alla Cultura e affidata al dirigente della Cultura alla pari di quanto avviene nei comuni dove non c’è patrimonio bibliografico di alto livello come il nostro, e dove moderne e piccole biblioteche sono gestite da impiegati dell’ufficio cultura.
Sono anni che non si programmano e non si attuano ricerche di valorizzazione del patrimonio e delle risorse documentarie come nei tempi passati. Di contro la Malatestiana vede un numero sempre crescente di visitatori che fa piacere, ma la Biblioteca non può essere ridotta solo ad una attrattiva turistica per quanto bella ed interessante. E’ universalmente noto come ad un bene culturale si debba collegare un’attività di ricerca e di analisi che lo valorizzi. Questo è ciò che fanno le grandi istituzioni culturali.
Di fronte all’osservazione che i cambiamenti introdotti nel 2013 (e che si concluderanno nel 2019) hanno determinato “la necessità di una rivisitazione di tutta l’attività dei servizi e della gestione del personale della biblioteca” replico che non si possono raggiungere risultati eccellenti se dell’ampio mosaico di ruoli propedeutici si elimina la tessera principale attorno cui ruota il tutto. Avere dato vita ad un solo dirigente al posto di due non può essere ridotto al concetto di “avere paura del nuovo”. Chiedo solo di riattivare quello che nel passato era un ruolo di primo piano per la valorizzazione della Malatestiana. Se questo non avviene, il timore di un impoverimento della funzione principale della nostra maggiore gloria cittadina rischia di diventare sempre più palese.
Per tutto questo all’annuncio di assunzione di personale per la Biblioteca, ho proposto e torno a riproporre di ripristinare quanto prima il precedente ruolo di dirigente non solo autonomo e ben distinto dal dirigente della cultura, ma anche provvisto di specifiche competenze in codicologia e paleografia. Integro inoltre la mia proposta con la richiesta di provvedere a sostituire tutto il personale andato e che andrà in pensione senza limitarsi a due sole unità.
Sono pienamente convinto che un dirigente con specifiche competenze in codicologia e paleografia non solo contribuisca a valorizzare la Biblioteca ma che costituisca anche un valore aggiunto e una riqualificazione in meglio di tutte le competenze già esistenti in Malatestiana.
Un bene culturale può essere pienamente valorizzato solo con studi e ricerche appropriate che solo una persona con specifiche qualifiche può impostare e portare avanti. In questo contesto un dirigente a tempo pieno per la Malatestiana, distinto dal dirigente della cultura, diventa il fulcro per una sua piena valorizzazione. Sia chiaro che con la mia proposta non intendo sminuire il ruolo del dirigente e quello dell’ufficio Cultura. Gli riconosco nobili funzioni e vasti compiti che la tradizione cesenate ben attua e ben conserva. Per questo reputo che debbano continuare a sussistere entrambi i due ruoli dirigenziali: per la Cultura e per la Biblioteca. Con la reintroduzione della figura del dirigente della Biblioteca ci guadagnerà non solo la Malatestiana ma tutta la cultura cittadina e con essa tutta la nostra cara città di Cesena.
La mia proposta ha ricevuto il plauso di molti sia in città sia fuori. Con la nomina di un dirigente a tempo pieno la Malatestiana potrà riprendere quel suo glorioso cammino di “tempio del sapere” che per tanti anni l’ha vista attiva protagonista di promozione culturale sia nell’ambito della cultura umanistica sia in quello della storia del codice e del libro.