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Lotta non vaffa

     Giugno 26, 2017   No Comments

Più in fondo di così? Può essere. Cade nel vuoto ogni richiamo al senso di respon-sabilità. Anche se autorevole, come i tanti del Capo dello Stato. Nel suo discorso di reinvestitura, alle Camere riunite, ha sferzato gli astanti. Che hanno applaudito. Chissà a chi pensavano si rivolgessero i moniti di Napolitano? Per la seconda volta Presidente della Repubblica. Un caso senza precedenti. Risultato della più drammatica crisi della politica italiana. Anch’essa senza precedenti, negli anni della nostra Repubblica. Dalle ultime elezioni è uscito un sistema politico squassato. La sinistra pensava di vincere. Non ha cambiato la legge elettorale (il porcellum), perché voleva stravincere. È implosa. Berlusconi sembrava finito e invece ha recuperato. La destra pareva a brandelli, s’è rifatta. Avvinghiata al suo capo e dipen-dente dalle sue sorti e vicende. Il M5S (gril-lini) ha preso un sacco di voti. Ha molti parlamentari. Uniti sui “vaffa”. Sul resto c’è da vedere. È, però, un “fenomeno”. La cui evoluzione può fare involvere il sistema. Speriamo non quello democratico. I grillini hanno conquistato molta centralità. Bersani ha ultimato il suo naufragio con un tenace slinguacciamento ai pentastellati. Che l’hanno mandato a quel paese. Ma c’è una parte della sinistra che lo continua, ritenendo che il grillismo sia più di una sua costola. Con la sinistra allo sbando ha recuperato spazio anche Berlusconi. Con prove di re-sponsabilità; in parte sicuramente anche tattiche. Fondamentale il ruolo di Napo-litano, adesso c’è il Governo di Enrico Letta, con vice Alfano. Maggioranza: Pd, Pdl e montiani. Unica soluzione possibile. Fin da subito dopo le elezioni. E, invece, si è perso tempo per arrivare al governo presieduto dal vice invece che dal segretario del Pd. Il Pd ha un nuovo segretario, Guglielmo Epifani (ex Cgil), fino al congresso. Poi si vedrà. Di lato: le vicende processuali di Berlusconi. Nel pieno della drammatica crisi economica e sociale. Non priva di tensioni crescenti. Più in fondo di così? Ci vorrebbe che il governo durasse. Per farsi sentire in Europa. Per agire su crescita e occupazione. Per ridurre la pressione fiscale. Riordinare lo Stato (abolire le Provincie; rivoluzionare la burocrazia). Per riformare la Costituzione, la forma di governo. Magari!

Ma, subito, deve cambiare la legge elettorale. Durerà il Governo? Farà alcune di queste cose? La classe politica è quella che è. Parecchia pochezza. Nel suo complesso essa, comunque, è specchio di noi tutti, il popolo. Negarlo è un alibi. Spocchioso.

Molti ritengono il cambiamento sia quello dei “vaffa” e la delega in bianco a chi più li urla. L’assemblearismo della piazza (scar-sa, ma rumorosa),i follower, twitter, facebook. Suvvia! Lo ha capito anche Matteo Renzi che li ha eliminati dal cellulare “perché ne ero drogato”. Quel tempo, dice, lo dedica alla poesia. Meglio. Dopo “Fuori” e “Stil novo” leggeremo anche “Oltre la rottamazione”, il suo nuovo libro. Renzi è indubbiamente una risorsa cui guardare con attenzione. Da sostenere. Non è difficile per noi condividerne parecchio. Ci soffermiamo sui contenuti; altri cercano solo nomi nuovi. Ma i maggiori problemi li avrà ancora, in buona parte, dal suo Pd e dalla sinistra. Dopo certa rottama-zione non ne avrà meno. Di persone non da poco, come i D’Alema e i Veltroni, sarebbe meglio averne, invece della molta pochezza che li ha rimpiazzati. Continuiamo a fidare che sia la rottamazione culturale il crinale più impegnativo di Renzi. Verso una sinistra liberale e riformatrice.Quella sinistra democratica attesa da tempo.

Ci si chiede perché dedichiamo maggiore attenzione alla sinistra. Siamo estranei a partigianerie ideologiche. La nostra idealità volge alle sorti della democrazia repub-blicana. Non alle sorti di un partito. Una sinistra democratica ed una destra demo-cratica, che si alternano in un sistema istitu-zionale rinnovato e condiviso. Una destra (ben oltre l’anomalia del berlusconismo); una sinistra (ben oltre la sua supposta superiorità morale). Deriviamo da cultura laica e democratica (molto ugolamalfiana), liberale (gobettiana, da cui mutua il nome stesso di questo nostro foglio). Inclinazione e sensibilità esplicative. Già una risposta. Lo sono pure le “politiche” che sollecitiamo e proponiamo. Nel dibattito più generale come in quello locale. Per risolvere problemi veri, con proposte concrete e realizzabili. Mentre intorno abbonda e trova spazio molto presentismo e chiacchiericcio.

“E la cosiddetta società civile, incattivita da una crisi feroce che incrementa a dismisura non la lotta, ma il rancore sociale, protesta, sì, senza rappresentare però una risorsa (seppure critica, seppure polemica) di cambiamento”. Fin dall’inizio, qui, abbiamo indicato e percorso il solco di un impegno di “cittadinanza attiva”. Continuiamo. Fossero maggiori ed ancor più estesi questo impegno e la partecipazione sarebbe un bel reagire (la lotta che occorre) al vasto declino in corso. Anche a livello locale trarrebbe forza un miglioramento politico ed ammi-nistrativo di cui c’è bisogno.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 26, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 26, 2017 @ 10:30 pm
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