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L’IMPRESSIONE CHE NULLA CAMBIA E MOLTO PEGGIORA

     Giugno 27, 2017   No Comments

Oramai ci restano solo le impressioni. Ne abbiamo parecchie. Ma solo alcune ritornano più spesso di altre. Si confermano lungo il susseguirsi del tempo breve e sulla base di fatti e di situazioni anche differenti fra loro. Una su tutte: la politica non ha più la P maiuscola davanti. La cultura politica in generale è una antologia di pensiero debole. Declino è il titolo della fotografia della politica italiana.

Senso dello Stato, delle istituzioni, dell’interesse generale – o come molti oramai dicono mutuando da un lessico da dottrina sociale della chiesa , del bene comune –  sono stati sfrattati dalla politica.

Oggi è fondamentalmente politicantismo di giornata, interesse minuto e immediato, particolare e personale. Perfino l’interesse particolare di partito al cospetto di questa politica contingente sarebbe riconoscimento di una certa nobiltà. Tutto si parametra su misure corte, cortissime.

È  più di una impressione che una buona riforma elettorale che renda funzionante il sistema politico e stabile la condizione dei governi non sia desiderata da alcuno. Né che alcuno si ponga un tale obiettivo preso come è dall’esclusiva preoccupazione del piccolo interesse di parte nel quale più direttamente si rispecchia il suo interesse personale. Occorrerebbe una intesa almeno fra le forze centrali e più responsabili dei due schieramenti. E occorrerebbe una condizione minima con cui favorire una simile intesa. In questo momento ciò corrisponderebbe di più e meglio agli interessi generali del paese. Ma questo pare fregare a nessuno. C’è un governo pessimo, decisamente insoddisfacente per la stragrande maggioranza degli italiani, compresa una gran parte di quelli che avevano voluto Prodi nelle elezioni dello scorso anno. È il risultato di visoni politiche che sanno di arretrato, ed è il prodotto soprattutto di una compagine governativa disunita senza anima, senza forti comunanze di intenti e di obiettivi. Quando addirittura non sono in contrasto furibondo al suo interno.

Una maggioranza risicata e divisa. Sotto continuo ricatto di forze minori ed estreme. Lasciare andare così le cose corrisponde solo all’interesse di potere che si è acquisito e che si vuole mantenere in barba a tutti e a tutto costi quel che costi. Del Paese chi se ne frega!

Vi sarebbe tanto vantaggio a girare pagina. Smettere un governo così. Farne uno di intesa responsabile per durare qualche mese. Per fare alcune riforme indispensabili. Una finanziaria che sia indirizzata  al riordino della spesa, all’avvio di un ammodernamento coraggioso e sostanziale del Welfare, a dare soluzione al problema delle pensioni sulla strada che oramai si era con difficoltà intrapresa. Bisogna corrispondere ai vincoli e agli inputs europei che oramai si sprecano, e non ci stiamo facendo gran bella figura. Contemporaneamente occorrerebbe fare una riforma del sistema elettorale non avulsa da soluzioni innovative di carattere istituzionale senza delle quali anche la riforma elettorale da sola è un pannicello caldo. Due sistemi su cui verificare la migliore adattabilità e funzionalità per il nostro paese: quello elettorale francese e quello tedesco. Senza inventare più di tanto da soli che tutte le volte finiamo in porcate di varia natura. Occorrerebbe questo.

Ma abbiamo l’impressione che Prodi stia di traverso a una simile prospettiva. Già! Il suo interesse è un altro: continuare a sopravvivere così. Non è da meno Berlusconi in quanto a vincoli auto determinati ed autoimposti di interesse personale. Anch’egli purtroppo, abbiamo l’impressione, stia di traverso a questa auspicabile soluzione. La strada che più preferirebbe è tornare alle elezioni il prima possibile senza nulla cambiare. Così che quasi obbligatoriamente il leader del centrodestra non può che essere ancora una volta lui stesso e solo lui. Chi altri in una situazione come questa così ferma da altre dieci anni!? L’impressione di Prodi e Berlusconi divisi ma a braccetto verso l’identico fine ultimo  non ce la toglie nessuno al momento. Con buona pace di Veltroni che deve stare attento: sulla graticola ci sta già; e in molti sono ansiosi di cominciare a  buttargli sotto carbone rovente. Se nel forse costituendo Partito Democratico vi fosse forte coesione  e se Veltroni ne fosse l’espressione vera ed altrettanto forte già sarebbe molto. Vorrebbe dire che una sponda per quella soluzione di responsabilità ci potrebbe anche essere. Ma di questa coesione deve fare parte l’obiettivo di mollare Prodi come leader politico e di governo; deve far parte una convergenza reale fra gli interessi di Veltroni, quelli di D’Alema, Marini, Rutelli, Fassino, Letta, Bersani e molta altra compagnia cantante. Taluni ritengono che è più facile l’intesa fra destra e sinistra che quella fra loro. Dall’altra parte occorrerebbe che Casini e Fini e non so chi altri potessero avere un mandato da Berlusconi a fare senza di lui o che potessero sganciarsi da soli allo scopo. Abbiamo l’impressione che diversi interessi mediocri corrano insieme a dare un non risultato. Senza contare le altre forze che sono lì pronte a tutto pur di impedire qualsiasi soluzione che ne comprometta gli spazi e le attese. Ultima spiaggia il referendum elettorale? Perché obbligherà le forze più responsabili a trovare una soluzione di riforma praticabile e condivisa? Perché costringerà a fare i conti con una soluzione più chiara del porcellum attuale di cui il referendum è un correttivo anche se molto robusto? Un’altra impressione che abbiamo e che quando sarà il momento di andare alle urne referendarie ci sarà chi si premurerà di fare cadere il governo e la maggioranza. Così si impedirà il referendum e si andrà a votare con il porcellum attuale, e lo scontro destra sinistra attuali, fra leader poco differenti dagli attuali, comunque con la stessa condizione di scontro incomunicabile degli attuali.

Chissà se ci faranno maturare l’impressione che una intesa responsabile e trasversale sia possibile per innovare davvero qualcosa di cui l’Italia avrebbe un gran bisogno. Continuiamo solo a sperarlo. Ma abbiamo l’impressione che sia una delle tante speranze a cui sono seguite cocenti delusioni. Ancora una volta.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 27, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 27, 2017 @ 9:15 am
  •   In The Categories Of : Politica Nazionale

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