di Giuliano Zignani
Che il nostro Territorio sia ancora un isola “relativamente” felice è un dato di fatto. Ma che la tendenza sia quella che volge verso un incomprensibile peggioramento della qualità della vita e del lavoro, è un dato di fatto.
Sino a qualche anno fa avrei iniziato questo breve intervento con … “il nostro territorio è un isola felice” … purtroppo è innegabile che la situazione del “sistema lavoro” o del “diritto lavoro” anche nel Comprensorio Cesenate, tanto per non allargare la discussione a livello provinciale, stia inevitabilmente deteriorandosi. E sta deteriorandosi non solo per la quantità di lavoro che sempre più viene meno ma anche e soprattutto per la qualità.
Assistiamo infatti a un costante e sempre più subdolo sfruttamento dei lavoratori che sempre più spesso lavorano sotto lo scacco di imprenditori privi di remore che, con l’ “attenuante” della crisi, li pongono di fronte al classico incipit: “o mangi la minestra o salti dalla finestra”. E oggi saltare dalla finestra è un vero e proprio salto nel buio nel quale si rischia di cadere dalla padella alla brace.
A questo punto non possiamo che chiederci una cosa: Cesena e più in generale il nostro Territorio possono permettersi tutto questo?
Possiamo noi, che ci siamo da sempre fatti vanto della qualità del vivere e del lavoro del nostro mondo imprenditoriale, per la verità non privo di nei dei quali parlerò in seguito, oggi accettare supinamente tutto questo? A mio avviso no. Proprio per questo da tempo ho lanciato la proposta di un “Patto per la Crescita” che diviene di giorno in giorno sempre più una evidente necessità, più che una opportunità, per la nostra comunità. Il bollettino di guerra delle ore di Cassa Integrazione che mensilmente arrivano sul Tavolo della UIL di Cesena non lasciano dubbi sul da farsi. Bisogna agire e subito. Oggi in Italia gli ammortizzatori sociali, innegabilmente, hanno perso il loro scopo. Fungono sempre più da paracadute per la fuoriuscita dal processo produttivo di lavoratori anziché essere una temporanea rete di tutela per il rientro nel posto di lavoro. A tal proposito, e come detto anche in precedenza, dovrebbero farci riflettere i report prodotti in tal senso dalla nostra Provincia sui dati occupazionali.
Il Mondo si è capovolto e con esso le aspettative di centinaia di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie che nel nostro comprensorio vivono. Suona per questo come un monito più che come una celebrazione il 7 Ottobre, giorno in cui è ricorsa la giornata mondiale sul lavoro dignitoso, istituita dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati, per promuovere iniziative Nazionali che valorizzino la qualità del lavoro ed il rispetto dei diritti fondamentali per tutti i lavoratori e lavoratrici. E proprio con questo spirito da tempo cerco di stimolare le Associazioni degli imprenditori e la Politica a prestare più attenzione alle gravi violazioni dei diritti dei lavoratori che vengono attuate anche nel nostro territorio da imprenditori più o meno noti.
Mi rammarico molto quindi, quando proprio quegli imprenditori che più di altri hanno costruito la loro fortuna a Cesena anziché prestare attenzione al rispetto dei diritti, li calpestano creando situazioni di forte disagio nella nostra Società Cesenate.
Devo infatti registrare che proprio qui, proprio a Cesena, e proprio in questi giorni lavoratori in chemioterapia sono costretti ad andare al lavoro pena la perdita del posto e il licenziamento.
Proprio qui, proprio a Cesena, e proprio in questi giorni lavoratori con gravissime patologie invalidanti sono soggetti a quotidiane visite fiscali quale monito per il loro rientro: un prossimo e certo licenziamento.
Non solo, pur essendo il nostro, un territorio che vive della qualità del proprio lavoro, sempre più spesso come UIL registriamo atteggiamenti di aziende, anche di grandi dimensioni, che sempre meno rispettano le norme in tema di garanzie contrattuali e sicurezza lavorativa, anche in maniera plateale, ma, e questo colpisce molto, nel più totale disinteresse da parte della classe politica locale.
A questo punto è doveroso chiederci se viviamo veramente nella “Valle del Benessere”, ovvero quello che vorrei comprendere dalle istituzioni locali è, cosa esse intendano con il termine “benessere”, in una situazione dove aumenta sempre più la povertà, dove la nostra Provincia dal 2004 al 2012, ha visto raddoppiare il tasso di disoccupazione. Naturalmente parliamo anche di nuove povertà. Occorre quindi un salto culturale non indifferente, da parte della classe politica locale. Altroché giochi e giochini tutti interni ai vari schieramenti. Qui, a Cesena, ci sono famiglie che soffrono, famiglie che vivono con un reddito attorno ai 600,00 Euro mensili quando và bene,e credo non sia necessario ricordare che sotto un reddito famigliare di 900,00 Euro mensili, si è nella fascia di povertà. Quindi, siamo sempre più convinti che questa situazione generale, stia togliendo sempre più dignità alle persone e alle loro famiglie.
E’ quindi ancora più doveroso che tutte le parti politiche del nostro Territorio, e ancor più i nostri amministratori locali, si attivino per l’apertura di una discussione franca e concreta su quale Progetto dare al Territorio e su quali valori ricostruire il “Lavoro” come soggetto e non come aggettivo di una prossima campagna elettorale.
Mi auguro pertanto che il Lavoro e la sua qualità non trovino spazio nella discussione dei prossimi mesi al solo fine di attrarre consensi elettorali ma siano invece il fulcro della discussione, della Politica e del fare Amministrazione, che ha visto questi due sostantivi“lavoro” e “qualità” come fondamenta del nostro vivere comune.