di Mario Boccaccini
Un ciclone giudiziario interruppe il corso della politica italiana del dopoguerra quasi vent’anni fa, travolgendo i partiti sui quali si era retto il sistema politico ed istituzionale italiano, senza che vi fosse un’alternativa democraticamente spendibile, senza che si fossero create ancora le condizioni di un’alternanza tra una forza conservatrice e moderata ed una forza riformista di ispirazione laica e socialista, entrambe europee. Il nuovo sistema nasceva al contrario, recuperando forze prima ai margini, come quella missina e leghista e dall’altra affidando la sinistra ai dirigenti del vecchio partito comunista, appena avviato ad un percorso riottoso di ingresso in una tradizione socialista e socialdemocratica di tipo europeo. Nessuna delle grandi questioni che avevano motivato la fine della prima repubblica sono state risolte in positivo nella seconda , anzi , come possiamo vedere nelle difficoltà dell’ Italia ad uscire dalla grave crisi economica europea ed internazionale , hanno continuato ad impedire al Paese quel rinnovamento di cui aveva ed ha bisogno. Con le enormi difficoltà economiche in cui versa il Paese e con il morso della crisi ormai avvertita diffusamente dagli italiani, con perdita di potere di acquisto dei redditi i e degli stipendi , con la perdita dei posti di lavoro, con i fallimenti sempre più diffusi delle piccole, medie e grandi imprese, con una pressione fiscale che non può allentare la presa per via dell’ enorme debito pubblico. Domina l’incapacità di frenare ed invertire il processo di crescita della spesa pubblica improduttiva, ormai odiosa anche per i meno abbienti, alla cui difesa si sbandiera che sia informata. I nodi sono venuti al pettine, non ancora tutti, ma sono grandi nodi, che Monti cerca di sciogliere, potendo contare più sulla debolezza che sulla forza dei Partiti che lo sostengono e su un prestigio nazionale ed internazionale che tuttavia non può essere risolutivo, se non produce cambiamenti reali nel sistema paese Dopo vent’ anni dall’ inizio della prima repubblica sappiamo che di fatto essa ha già fallito (il governo Monti ne è la prova evidente, visto che nasce da una decisione emergenziale del Presidente della Repubblica ) ed è in attesa di certificazione di morte, la qual cosa avverrà certamente, al più tardi alle prossime elezioni. Significa che con il prossimo voto le cose cambieranno in meglio? Non è detto, anzi è improbabile che la situazione politica italiana migliori con una tornata elettorale. Molti giustamente dicono che occorre ancora Monti, ma ciò è possibile solo con un consenso ampio di forze politiche che pur avendo alcune differenze di programma, siano in grado di esercitare una leadership sufficientemente coesa sull’agenda Monti. Al contrario, sembra ancora che il tratto caratteristico del sistema politico italiano debba essere quello della reciproca delegittimazione democratica e del fascio nella difesa dei privilegi della casta, come si dice. La gravissima crisi economica ha offerto alla classe politica l’occasione, direi la necessità di un rapido e profondo cambiamento, improntato al risparmio dei fondi pubblici ed alla trasparenza del loro impiego. La semplificazione istituzionale (riduzione dei consigli, riduzione degli enti, riduzione degli emolumenti) continua a trovare adesioni nei proclami ed ostacoli nei fatti, mettendo in evidenza una totale assenza di leadership politica ed al fondo il disperato tentativo di attraversare la crisi senza cambiare. Invece il cambiamento è indispensabile, il risparmio è indispensabile, il finanziamento pubblico dei partiti è sbagliato democraticamente ed economicamente, senza risolvere la questione morale della corruzione alla quale ora somma il peculato e l’ appropriazione indebita, come fenomeni ricorrenti. Corre tra la gente una grande indignazione ed una grande richiesta di nuovo, buono e onesto. Molti sanno fare bene a declamare la retorica del rinnovamento e della moralizzazione, ma non basta e a volte sappiamo che si pratica l’esatto contrario. Si cerca invece una forza politica che sia così come dice di essere, coerente nei programmi e nei comportamenti. Ci sono tante persone oneste, capaci e disponibili a sacrificarsi, credendo nel dovere di fare qualcosa per la società, dopo aver dimostrato nella vita lavorativa e sociale chi sono , non chi dicono di essere . Questo però non e’ sufficiente , se non si cambia il sistema politico, aprendolo davvero alla possibilità per tutti i cittadini di entrare in politica alla pari, con pari possibilità di far sentire la propria voce, di far comprendere le proprie idee e di far verificare i propri comportamenti. Questo sistema non lo consente ed i partiti sono sempre più chiusi e sordi. E’ però possibile anche una rivoluzione dal basso. Io credo nella rivoluzione dell’esempio. Tutti i cittadini devono comportarsi in maniera sempre coerente con l’Italia delle loro idee. Devono pagare le tasse, non devono chiedere raccomandazioni, devono togliere il voto anche al partito della loro vita, se ne vedono limiti insuperati, devono educare i figli alla responsabilità ed a legare il loro futuro alla serietà nello studio e nella formazione, devono rispettare gli impegni verso la propria azienda se sono dipendenti e rispettare con scrupolo le regole se sono imprenditori, devono rispettare sempre le idee politiche e religiose del prossimo e difendere chiunque non sia in tal senso rispettato, devono cercare tra di loro le persone più capaci e spingerle all’impegno civico, mostrando pari disponibilità alla bisogna. Non devono chiedere allo Stato ciò che possono fare da loro e non devono pretendere che lo Stato si sostituisca a loro nelle responsabilità della vita, al contrario devono chiedere sempre che i soldi comuni (le tasse) siano ben impiegate, non generando sprechi e denunciando gli stessi, se riscontrati, anche nella quotidianità. Devono curare la propria salute, sapendo che il peso della cura della loro malattia è su tutti e devono coltivare il senso della legalità, sapendo che è l’ unico strumento che consente a tanti uomini di vivere liberi e nella scurezza esempio, il buon esempio, è travolgente, più efficace nel tempo di qualsiasi programma di governo, anche il più condiviso .