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La politica che non c’è

     Giugno 27, 2017   No Comments

Lo scontro fra schieramenti ha raggiunto livelli altissimi. È acerrimo, cruento. Una generale pochezza. Verrebbe spontaneo urlare un appello al senso di responsabilità. Ma in questo momento non c?è appello che tenga. Soprattutto pare non vi sia in giro un adeguato e diffuso senso di responsabilità. Tutto continua a girare intorno a Berlusconi. Contro di lui è aperta da tempo una grande battuta di caccia, senza esclusione di colpi. La reazione di difesa non è meno agguerrita. Un rovistare scandalistico che impazza. Sui giornali, nelle Tv. Una guerra vera e propria. Che intanto scava solchi profondi, divisioni, partigianerie contrapposte. C?è una sorda e aperta lotta di potere. Evidente. Come evidenti sono i soggetti fondamentali che sono in campo e che la alimentano. E altri che stanno all?erta a bordo campo, pronti alla prima occasione di tornaconto a buttarsi nella guerriglia dalla parte che conviene. Non riguarda solo le forze politiche, ma anche gruppi finanziari, editoriali, pezzi di organi dello Stato, la Cei e la gerarchia ecclesiastica, settori economici, sindacali. Alla faccia dell?interesse generale del Paese e ? come si dice ? del bene comune. Espressioni di cui pare freghi niente ad alcuno, buone a sciacquarsi la bocca da parte di molti. Il tutto condito, da una parte e dall?altra, da esagerazioni di ogni tipo, compresa una grossa dose di disinformazione volta a confondere anziché chiarire e far capire. Del resto nessuno vuole fare ragionare o favorire opinioni e preferenze serene e motivate. Si cercano e si contano i partigiani acritici. Si confonde, si aizzano  e si cavalcano gli umori, quelli più primordiali. Odio, rancore, risentimento, antipatia e via così. Uno sputtanamento diffuso. Uno spettacolo vergognoso, dentro il quale si possono fare tutti i distinguo che si vogliono, ma dal quale nessuno si salva completamente. Non c?è la politica, quella vera e seria. Non c?è e non si offre, in questo momento, né da destra né da sinistra. Certi sussulti, certi individualismi di buona fattezza che pur ci sono e talvolta si scorgono, vengono subito sommersi e annegati da questa piena che impazza. Perfino gli appelli e la tenuta del Presidente della Repubblica non riescono a modificare questa situazione.

Ho le mie opinioni, eccome! Ma qui preme sottolineare un’esigenza che va oltre le nostre stesse convinzioni. Bisogna venir fuori da questo smarrimento della responsabilità e della responsabilità politica in particolare. Bisogna da parte di tutti riappropriarsi di un modo serio di intendere la contesa e la dialettica democratica. Per quanto essa possa essere dura, non deve esondare dal suo alveo di correttezza che deve essere impregnato,almeno, di un minimo senso istituzionale e di condivisione di una necessaria convivenza civile. Berlusconi può non piacere, ma ha vinto le elezioni; ha una maggioranza. L?opposizione di oggi può generare una nuova maggioranza domani. Dipende dalla capacità che avrà di dimostrarsi migliore e più preferibile dell?attuale. Deve valere dalle capacità politiche, se ce ne sono. Dal computo di chi vince e di chi perde sul piano del consenso democratico degli italiani. Non si può aspettare che un qualsisi pirata della strada butti sotto la macchina chi ha vinto le elezioni, per poterle vincere a propria volta. Non solo. Chiunque governa e ha una maggioranza, ha di fronte tali e tanti problemi, di così straordinaria complessità, che non è ? e non sarebbe – in grado di affrontarli con un minimo di adeguatezza in assenza di un rapporto costruttivo e anche di una certa collaborazione con l?opposizione o le parti più responsabili di essa.

Il sistema politico attuale è contrassegnato, piaccia o meno, da Berlusconi. Questo tipo di bipolarismo è merito o demerito, a seconda di come lo si vede, principalmente di Berlusconi. Egli è il coagulo dell?attuale centrodestra così come è oggi; ma anche del centrosinistra, così come esso è oggi. La politica responsabile dei politici seri, non del politicume che comunque purtroppo abbonda, non abdica, non si ritira aventinianamente in attesa che passi la nottata. Agisce e opera nella situazione data, per volgerla anche a un cambiamento radicale, ma con responsabilità nazionale e democratica, non con sguaiatezza e irresponsabilità. Perché tutto comunque si scarica sul paese, sui problemi, sui disagi e sulle difficoltà che vive la società italiana e soprattutto la parte più debole di essa.

Va fatta politica vera. Operando sul terreno proprio della politica. Che non sono le camere da letto. Ma nel Parlamento e nelle Istituzioni, nella società oberata da problemi e disagi enormi. Occorre una considerazione però. La politica attualmente non c?è. È scarsa. In gran parte impazza lo scontro per bande e quel che abbiamo detto. In giro e intorno a noi c?è più politicume che politici. Ma quel che è in politica è lo specchio esatto di quel che è nella società. Il ceto politico rispecchia il paese che lo ha scelto. Il che vuol dire che per un impegno volto a migliorare e far migliore la responsabilità politica e chi la deve esercitare direttamente, c?è spazio. Soprattutto per i cittadini a cui non piace essere semplicemente in qualche gregge e che hanno forza di indignarsi avendone più di una ragione. Soprattutto a essi ci rivolgiamo, e di essi vogliamo essere un riferimento attivo.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 27, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 27, 2017 @ 9:27 am
  •   In The Categories Of : Politica Nazionale

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