di Piero Pasini
Come le galassie nello spazio siderale vengono inghiottite dai buchi neri, così anche il Pri, con le dovute differenze se non altro quantitative, sta scivolando nel suo buco nero “politico”. L’ultimo tassello è stato dato dalla definitiva estromissione dal partito di Giorgio La Malfa, ex segretario e figlio non “trota” del mai dimenticato Ugo La Malfa. La sua cacciata ha fatto volare gli stracci in seno alla piccola famiglia repubblicana, infatti Giorgio La Malfa ha definito la sua espulsione “un sollievo, ormai il partito è ridotto ad un porcaio”. Bella frase!! Molto signorile, se non altro perfettamente in linea con il linguaggio aulico e manzoniano tenuto dai politici italiani attuali, che può essere detta da chi sbattendo la porta se ne va, ma non è così infatti il Giorgio era stato espulso a maggio del 2011, contro l’espulsione aveva fatto ricorso ai probiviri i quali nei giorni scorsi hanno confermato l’espulsione. Appare evidente che non è lui che ha sbattuto la porta, ma sono gli altri che gliel’hanno sbattuta in faccia pertanto l’epiteto “porcaio” lanciato con violenza e cattiveria suona come il ringhio del cane pidocchioso che viene messo alla porta dalla padrona di casa. Naturalmente l’effetto della sua cacciata dal Pri nel panorama politico italiano non ha sortito nessun effetto se non qualche trafiletto qua e là nei giornali. Calma piatta quindi, se Giorgio sperava in un sommovimento popolare ha sbagliato di grosso. Il suo peso politico rasenta lo zero assoluto. Potrebbe assurgere però a stella di prima grandezza dimettendosi da parlamentare del Pri lasciando il seggio che scalda da ormai 37 anni e che nelle ultime legislature ha avuto grazie a Silvio Berlusconi e non per merito delle “legioni” di repubblicani votanti per lui. Fantapolitica, in Italia nessuno si dimette e Giorgio si terrà ben stretto il suo scranno che gli garantisce stipendio e lauta pensione. Tuttavia se il Pri vive la sua agonia a Cesena è ancora una forza viva, per questo abbiamo chiesto ad alcuni noti esponenti dell’edera come Luca Ferrini, Denis Ugolini, Luigi di Placido alcune considerazioni personali su quanto avvenuto anche in merito ai futuri sviluppi del partito. ” L’affermazione che il Pri sia un “porcaio” è molto forte, immeritata e prodotta dall’arroganza di chi ha sempre voluto fare di testa sua – commenta Luca Ferrini ex vicesegretario dell’edera, membro del consiglio nazionale in quota Francesco Nucara e consigliere comunale del Pri a Cesena – quanto al futuro del partito le idee e i principi che animano i repubblicani sono nella cultura che portiamo avanti, non in un singolo uomo. Ugo La Malfa soleva dire che il partito repubblicano è un’orchestrina che canta, peccato che in questo caso il figlio Giorgio sia stonato. Ho seguito la “vicenda” dell’espulsione e posso dire che è stato fatto
di tutto per ricondurlo alla ragione e alle norme statutarie. Ma lui non ha voluto mai intendere. Non può agire come se il partito fosse cosa propria e mettersi al di sopra di ogni regola. Lo stesso segretario Francesco Nucara gli ha sempre detto che sarebbe bastata anche solo una cartolina di scuse per essere riammesso. L’arroganza però ha avuto il sopravvento sulla ragione”. Più pacato ma allo stesso tempo deciso è il commento di Denis Ugolini da alcuni anni rientrato in seno al partito repubblicano e da sempre di fede laica e mazziniana. “Quello che ha detto Giorgio La Malfa – commenta Denis Ugolini – è un’espressione forte che non mi sarei mai aspettato dall’uomo e dal politico. Che il Pri viva una sua crisi è evidente ma da lì a dire che è tutto un “porcaio” ce ne corre. L’espulsione poteva essere evitata attraverso un dialogo interno serrato ed aperto a nuove prospettive. La cacciata di Giorgio mi rattrista, ma ormai non è più questione di schieramenti su cui posizionare il partito, bensì quello di trovare un nuovo modo di far politica che superi i vecchi steccati”. Luigi Di Placido, consigliere comunale del Pri a Cesena che non sempre ha avuto, come sua ammissione, rapporti idilliaci con Giorgio La Malfa spezza però una lancia a favore. ” Non mi aspettavo questa espressione così forte – dice Luigi Di Placido – è chiaro che in ogni partito ci deve essere una disciplina interna, ma è anche vero che c’è una dignità personale come quella di Giorgio La Malfa che considera finita l’alleanza con il centrodestra berlusconiano. Vorrei che chi si è dato tanto da fare per espellerlo si impegnasse anche nel dare al partito una direzione politica adeguata e certa. E’ ormai da anni che i nostri deputati come Francesco Nucara, Luciana Sbarbati, Antonio Del Pennino fanno vita politica a sé senza articolare una politica partitica nazionale nella quale ci si possa riconoscere. Comunque sono assai dispiaciuto per la perdita di Giorgio che in tutti i casi rappresenta una testa pensante anche perchè la sua espulsione va inserita in una gestione spregiudicata e letta come una volontà di normalizzazione del dibattito politico interno su un’unica direttiva”. Ed ora, cosa sarà del Pri? Il Pri senza un La Malfa avrà un futuro? Inutile nascondersi dietro un dito, il Pri è morto, morto definitivamente, ma non è solo nel cimitero gli fanno buona compagnia tutti gli altri partiti che hanno amministrato l’Italia dal dopoguerra fino alla fine dello scorso secolo. Oggi c’è un nuovo modo di far politica, dove non è tanto l’uomo quanto l’idea o la cultura storico-politica-economica che si afferma nel dibattito e muove il meccanismo della cosa pubblica. Le recenti elezioni in Germania hanno rappresentato un grande successo del partito dei “Pirati”, così si definiscono i navigatori di internet in Germania, non dobbiamo nascondere che pure il “Movimento cinque stelle” omologo italiano rappresentato dal capocomico Beppe Grillo ha avuto nelle ultime elezioni amministrative un grosso successo che nulla impedisce di pensare che possa essere ripetuto nelle prossime elezioni politiche creando non pochi problemi in particolare alle sinistre. Trascurare questi segnali sarebbe cieco e disonesto nei confronti dell’elettore. Ormai nuovi sistemi di comunicazione e di dialogo si vanno affermando, da facebook alle chat, alla posta elettronica oppure alla grande facilità di pubblicare in casa una rivista o un giornale. Sulle ali di internet un nuovo mondo si va aprendo, un mondo dove ciascuno è veramente libero di esprimere la propria opinione e soprattutto un mondo dove non c’è un leader ma è l’opinione che la fa da padrona.