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IRCCS-IRST il futuro

     Giugno 28, 2017   No Comments

di Mattia Altini

Il cambiamento dell’organizzazione del sistema sanitario locale a cui stiamo assistendo in questi giorni nei nostri territori rappresenta un momento per molti aspetti storico, unico. In particolare, proprio in queste settimane sta giungendo a maturazione il percorso di unificazione, in una sola realtà, delle quattro Aziende Sanitarie Locali della Romagna: Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. Un cammino articolato, complesso quanto ambizioso, che punta a mettere a sistema – in un’area che può contare numerosi punti in comune, in primis quello epidemiologico – le migliori pratiche attualmente messe in campo dalle singole Aziende, rendendole così accessibili a tutti i cittadini romagnoli. E’ un riassetto organico che coinvolge in prima battuta anche l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST), oggetto della ferma volontà della Regione Emilia–Romagna, condivisa con la parte privata – Istituto Oncologico Romagnolo e cinque fondazioni bancarie – di entrare nel capitale della Srl IRST, rafforzandone in maniera preponderante la percentuale e il ruolo di parte pubblica.

All’interno di un contesto in così netta ridefinizione, IRST ha inteso rafforzare il ruolo propositivo e di volano di sviluppo assunto negli anni, continuando nel suo ambizioso cammino di consolidamento e, al contempo, crescita. L’incremento nelle linee delle attività assistenziali proposte nonché nella ricerca traslazionale, mission propria dell’IRST e declinata in tre linee all’interno delle quali si raccolgono tutti i progetti scientifici ed organizzativi dell’Istituto, testimonia il costante orientamento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS). Ad esempio, per quanto riguarda le attività di cura parliamo di oltre 14.770 pazienti unici presi in carico nel 2012 (+7,6% rispetto ai 13.731 del 2011) nelle tre sedi operative dell’Istituto Tumori della Romagna (Meldola, Forlì e Cesena); a livello di ricerca le sperimentazioni cliniche attive in Area Vasta Romagna nel 2012 erano 141 (+23,7% sul 2011) di cui 60 con IRST come centro unico (+20% su 2011) mentre sono più di un centinaio le progettualità proprie dell’Istituto in campo epidemiologico-organizzativo, clinico e biomedico.

Evidentemente, però, né la conferma né la crescita dei volumi d’esercizio possono esser sufficienti per raccogliere le crescenti sfide poste dalla malattia tumorale e tanto meno per tentare di darvi risposta. Per affrontarle, crediamo sia necessario immaginare un nuovo stile, slegato dai rapporti semplicisticamente bidirezionali del paradigma oggi alla base della maggioranza delle attività socio-sanitarie: quello del committente e del produttore di servizi. Questo schema, incentrato sulla minimizzazione dei costi di produzione, la selezione delle prestazioni ad alta resa, l’investimento in sola ottica di redditività, ha spesso fallito sia nell’assicurare bilanci sostenibili alle aziende sanitarie sia per la qualità generale dei servizi offerti.

L’idea dell’IRST è, viceversa, proporre un approccio rivolto ai cittadini, non più unicamente basato sui servizi ma sulle necessità dei residenti. Quindi, un approccio “popolazionale” che miri al contenimento del costo pro-capite ed al soddisfacimento dei bisogni e al principio di appropriatezza come regola per il contenere i  volumi di produzione e dove l’obiettivo non sia il mero pareggio ma il risultato di missione.  Uno schema che, strutturato su un territorio omogeneo e uniforme com’è quello della Romagna, siamo convinti possa raggiungere tutti i target fissati.

La declinazione di un approccio innovativo, dettato dalle esigenze del territorio, dell’IRST e dell’intera Rete Oncologica della Romagna, segna un’ulteriore conferma della forza e della bontà dell’architettura societaria del nostro Istituto; l’attestazione che la gestione di attività sanitarie da parte di soggetti di fatto non profit è possibile. In tal senso, IRST intende porsi come realtà al fianco dei numerosi esempi presenti già oggi nel panorama internazionale. In particolare, la partecipazione privata “sociale”, che non a scopo di lucro, ha consentito all’istituto un importante penetrazione territoriale, sovvertendo nei fatti l’idea dell’IRCCS quale monade competitiva a discapito delle realtà territoriali limitrofe. Questo è un valore aggiunto, messo a pilastro del modello gestionale assunto da IRST per definire il proprio immediato futuro, il proprio ruolo “guida” dell’Oncologia in Area Vasta Romagna; lo schema organizzativo innovativo del Comprehensive Cancer Network incarna pienamente lo spirito partecipativo e, al contempo, è in completa sintonia con le più accreditate esperienze dell’Organisation of European Cancer Institutes (OECI) e dell’Association of American Cancer Institutes (AACI),

Certamente, conciliare i dettami del codice civile in tema di società di capitale con la mission dell’Istituto, la maggioranza pubblica e le regole di sistema dei Servizi Sanitari Regionali è stato ed è difficilissimo, anche a causa della mancanza di una disciplina chiara ed univoca in materia. Ogni passo che l’IRST muoverà sarà sottoposto alla legislazione vigente sugli IRCCS, alla Legge regionale n. 29 del 2004, alle indicazioni ministeriali e governative, portato a discussione sui tavoli della Regione e della futura unica Conferenza Socio-sanitaria. Ogni ostacolo sarà sperabilmente superato, così come lo è stato fino ad oggi, perché portare il vantaggio – il valore di un IRCCS – in ambito di rete permetterà una sinergia fortissima tra le competenze maturate nelle Aziende Sanitarie della Romagna e l’ambito di ricerca traslazionale tipico di un IRCCS, la valorizzazione della produzione scientifica anche di coloro che nella rete vorranno fare parte del progetto. In termini assistenziali i drivers che “certificheranno” il successo del progetto saranno il livello di autosufficienza per patologie oncologiche ed affini garantito alla popolazione della Romagna, l’aumento della complessità dei trattamenti in stretto raccordo con le conoscenze scientifiche nel settore, la certezza di tempi di attesa che non pongano a rischio gli outcome dell’intervento sanitario, costi procapite di popolazione competitivi con le più importanti esperienze nazionali ed internazionali e comunque in tendenziale contrazione per effetto dell’aumento dei rendimenti delle risorse in campo.

D’altronde, esistono già convincenti esempi delle grandi potenzialità espresse dall’IRST nella sua veste di IRCCS. Tra queste spiccano le sinergie attivate con le AUSL di Forlì, Cesena, Ravenna, quali la gestione diretta dei Day Hospital di Forlì e di quello Oncoematologico di Cesena nonché l’innovativo progetto, approvato recentemente dall’intero Consiglio di amministrazione IRST, di partner-ship con l’AUSL di Ravenna nella disciplina radioterapica.

Ci attendono sfide sempre più imponenti ma parte delle soluzioni ha una prospettiva di certezza: la piena collaborazione tra l’IRST IRCCS e la nascente AUSL Unica della Romagna. Solo nella condivisione e nella prospettiva comune, l’IRST IRCCS potrà incrementare i valori di autosufficienza oncologica, l’attrattività verso malati che non potendo contare su un’offerta valida migrano da fuori Regione e non ultimo valorizzare al meglio una freccia importante nella nostra faretra, i trattamenti complessi. Di pari passo, il già significativo tasso di reperimento delle risorse, sia pubbliche sia private – nel 2012 i finanziamenti ottenuti per sperimentazioni cliniche sono stati pari a 1.4 milioni di euro, i progetti di ricerca attivati con fondi pubblici o privati sono stati 21 per un valore economico di 1.8 milioni di euro – non potrà che aumentare grazie a finanziamenti nazionali ed internazionali, a vantaggio dell’intero territorio romagnolo.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 11:53 am
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