di Stefano Bernacci
Inuna società dove le tradizionali formedi aggregazione e di espressione delle esigenze sono ripetutamente messe indiscussione, riaffermare il ruolo di rappresentanza delle organizzazioniimprenditoriali significa avere la consapevolezza della necessità di averemoderni strumenti capaci di creare valore per le imprese, anche dal punto divista sindacale.
Il presidio del territorio, le azioni perfavorire processi di integrazione e confronto fra imprese e la progettualitàsui temi dello sviluppo economico e sociale della comunità sono fattori competitivi, che possono fare la differenza nelle dinamiche dei diversiambiti territoriali.
Il“senso” di un’organizzazione di rappresentanza non può ritrovarsi nella meraerogazione di servizi, ma è quello di rappresentare degnamente interessicollettivi.
Ledifficoltà che gran parte dei sistemi associativi sta scontando non dipendesoltanto dalla crisi economica che ha modificato profondamente il sistema delleimprese. La crisi oggi riguarda principalmente quelle imprese e quei sistemi associativi che nonriescono a reggere le sfide del cambiamento e non sono capaci di leggere letrasformazioni e offrire risposte in sintonia con il mutare dei tempi.
Dalpunto di vista della rappresentanza in questi anni abbiamo assistito altentativo di superamento della tradizionale funzione dimediazione fra politica e imprese esercitata dalle organizzazioni. Da una parte gli amministratori ricercano unrapporto diretto con i cittadini, spesso in maniera strumentale per ottenere unconsenso in bianco sulle loro decisioni. Dall’altra, nascono forme di espressione del dissenso soprattuttoattraverso la costituzione di comitati spontanei che radicalizzano le posizionie, pur non portando generalmente adalcun risultato, spingono sovente le associazioni verso un dilemma: oesacerbare i toni per assecondare la rabbia della gente, oppure cercaresoluzioni ai problemi, con il rischio però di non essere assecondati daidecisori politici e di risultare troppo e concilianti nella percezione deicittadini imprenditori.
Un problema di non facile soluzione e che richiede capacitàdi ascolto, identificazione dellepriorità, ricerca di soluzioni adeguatee di metodologie di comunicazione appropriate.
Abbiamo peraltro la consapevolezza che “Velocità”, “Semplificazione”,“Comunicazione” rappresentano parole d’ordine dell’attuale fase politicae che con questi aspetti le organizzazioni debbono misurarsi se voglionosvolgere un ruolo incisivo di tutela delle imprese avendo sempre più come riferimentoambiti istituzionali e territoriali differenti rispetto agli attuali.,
L’evoluzione del quadro istituzionale con la progressivanascita di enti di area più vasta rispetto agli attuali ambiti provinciali, losviluppo delle Unioni dei Comuni con le possibili fusioni di molti di questi, creeranno unaprofonda trasformazione delle logiche organizzative di rappresentanza e dipresenza sul territorio.
Nell’attuale caos istituzionale sembra andare di moda lanecessità di creare livelli associativi speculari ai nuovi ambiti istituzionaliquasi che la modernità consista nel superare l’attuale localismo nella ricercadi ipotetiche economie di scala nelle attività e, soprattutto, nella riduzionedei costi. Alcuni sistemi associativi hanno già scelto la strada degli ambiti“romagnoli” mentre altri sono intenzionati a farlo a breve. Non siamo difensoridello status quo ma riteniamo semplicistiche certe soluzioni che vengonoprospettate.
Se il problema, ad esempio, è l’eccessiva frammentazionedelle sigle associative all’interno di settori merceologici ormai superatinella loro capacità di costituire perimetri di rappresentanza (commercio,artigianato, industria, agricoltura, cooperazione) proporre come soluzionemodelli di fatto uguali al passato con l’unica differenza della dimensioneterritoriale, potrebbe rappresentare una soluzione inadeguata.
Per capirci: una possibile Confartigianato della Romagnasemplificherebbe la diffusione diassociazioni dello stesso sistema operanti in aree sempre più omogenee ma nonrisolverebbe il problema della rappresentanza unitaria degli interessi delleimprese artigiane e nemmeno quelli delle piccole e medie imprese a prescinderedall’inquadramento in settori merceologici sempre di più privi di senso.Insomma: se da una parte l’evoluzione del quadro istituzionale costringe adinterventi di semplificazione di alcune funzioni, dall’altro una dimensioneassociativa territorialmente più ampia non risolve automaticamente i problemilegati ad una maggiore capacità di rappresentanza degli interessi delleimprese.
Condizione fondamentale per ogni possibile processod’integrazione dovrà essere quella di non disperdere il patrimonio di relazionicostruito nel territorio e soprattutto iprincipi ed i valori identitari di ognisistema associativo, imperniati sulla democrazia interna, fondamentale perconsentire ai dirigenti imprenditori l’esercizio di quella funzione dirappresentanza politica fondata su un processo di partecipazione alle scelte ead un modello di responsabilità diffusa.
Nellanostra esperienza abbiamo predisposto ad esempio il Codice Etico della Confartigianato Cesena improntandolo ai valoridi legalità e correttezza e ribadendo la responsabilità sociale di cuil’associazione e le imprese debbono farsi portatrici. Ben 1.051imprenditori hanno partecipato alrinnovo degli organi per eleggere 75 delegati con un’età media di 45 anni. Di questi, 22 sono delegati per la primavolta, 21 sono le donne e 14 i giovani sotto i 40 anni. Attraverso il vincolostatutario nessun delegato ha più di 65 anni ed è stato come di consuetorispettato il limite dei mandati per la Presidenza. Questi numeri rappresentanola prova tangibile del cambiamento in atto e del nostro lavoro per innalzare ilivelli di democrazia interna.
Ilvalore associativo si misura oggi non soltanto con l’esercizio della funzionedi rappresentanza, ma anche attraverso il valore che si trasmette alle impresenel supportarle nella competizione presente sui mercati. In questi anni,attraverso molteplici iniziative (Campus d’impresa, Internazionalizzazione,supporto alla creazione di reti d’impresa, Innovazione) abbiamo cercato difornire alle imprese progetti, strumenti, momenti formativi ed informativiidonei allo scopo.
Abbiamosviluppato nell’ultimo quadriennio una quantità rilevante di attività svolgendouna funzione di connettori fra le imprese e con le opportunità esterne.
Iprogetti “Alto Italiano”, “Fablab”, “Lufthansa”, “Italian Makers Village”,“Bottega scuola” “Accademia della meccanica”, “ITS alta formazione” nonrappresentano modalità occasionali, ma il modo con cui sempre di più vogliamosviluppare la nostra relazione con le imprese.
Nonesistono modelli teorici capaci di offrire soluzioni automatiche per vincere lasfida del cambiamento e della modernità. E’ necessario, il giusto mix di idee,passione, talento, competenza e dedizione. Una organizzazione di rappresentanzaseria deve invece guardare vicino e lontano insieme. La funzione esercitata daicorpi intermedi è indispensabile, a patto che questi continuino a coniugareinteressi delle imprese rappresentate e bene comune.