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Il partito Starbucks

     Giugno 26, 2017   No Comments

di Francesco Gualdi

In tutta Europa il fenomeno è abbastanzacomune: sono sempre di più i partiti, specie i grandi partiti, che sicomportano più o meno come il modello Starbucks. Attenuano il contenutoideologico, cercano di ampliare il proprio consenso anche oltre i tradizionalisettori elettorali, fanno un forte riferimento al leader. I politologi li hannochiamati “partiti pigliatutto”, ma vale la pena approfondire.

Cos’hanno in comune il Pd di Renzi, iConservatori di David Cameron e la Cdu di Angela Merkel? Sono senza dubbio partiti che sirivolgono ad ampie fasce dell’elettorato, con leader forti che governano irispettivi paesi. Ma soprattutto, occupano il centro.

Occupare il centro non è un’espressionemolto felice, essendo la traduzione di “occupy the centre ground”, che ininglese ha tutt’altro significato. Da noi, banalmente, si riconduce tutto allemanovre in quella vasta galassia che va da Casini a Verdini, da Alfano a MarioMonti. Ma occupare il centro non significa fare accordi, accordini eaccordicchi con i partiti di centro. Significa essere il perno della scena politica,e non solo.

La grande forza del Pd, nell’Italia del2015 – e presumibilmente anche nei prossimi anni, a meno di crolli improvvisidel sistema – è quella di accentrare le azioni della politica. E’ il Pd a darele carte, a dettare l’agenda, a essere egemone da un punto di vista culturaleancor prima che partitico. Per capirci: ci sono sondaggi che danno i 5Stelle apochi punti percentuali dal Pd. Ma, numeri a parte, la forza del Pd, personificatanella sua leadership, è quella di determinare le scelte politiche di fondo delPaese. In questo i 5Stelle dimostrano di essere ancora marginali, o se sipreferisce, residuali.

Il Pd occupa il centro della scena nonperché fa cose di centro (o di destra, come qualcuno vorrebbe far credere), maperché si rivolge alla maggioranza del Paese con un messaggio progressista cheperò fa breccia anche in quelle categorie storicamente molto diffidenti dallaSinistra tradizionale. Un atteggiamento perfettamente consono con quel “VeroProgressismo” di cui scrisse l’Economist nel 2012: un centrismo radicale,capace di tenere insieme lotta alle disuguaglianze e crescita economica.

Analogamente fanno, con ovvie sfumature, inGran Bretagna i Conservatori e in Germania i Cristiano-democratici. Non pensosia un caso se in tutti e tre i Paesi considerati, le opposizioni sono ingrande difficoltà. Lo sono i laburisti, alla presa con una difficiletransizione che sa molto di Novecento; lo sono i socialdemocratici tedeschi,pure al governo; lo sono le forze di centrodestra in Italia, ad oggiframmentate e incerte sul da farsi.

Ecco che allora i partiti pigliatutto sonodiventati i partiti Starbucks. Hanno ampliato il loro discorso, smussato leideologie, instaurato un filo diretto con quella classe media che èstoricamente decisiva per far vincere le elezioni e per costruire maggioranzedurevoli. In più, hanno messo un po’ di cacao sul Frappuccino.

Fuori di metafora: questi partiti,impegnati nella sfida di governo, sono stati capaci di contraddistinguere lapropria azione da politiche innovative, azioni di rottura con la propriatradizione, che li hanno proiettati nella contemporaneità senza passare dallacasella di via. David Cameron ha impugnato la bandiera dei diritti civili(sottraendola al Labour e ai Lib-Dem), Angela Merkel ha “rubato” temi e votialla Spd e ai Verdi puntando forte sull’ecologismo. E il Pd? Su scuola, mercatodel lavoro e tasse ha dimostrato di sapere creare un profilo di rottura. Ma lavera grande occasione sarà quella di puntare con forza su temi che inItalia sono spesso stati ignorati o trattati con eccessiva sufficienza.

Da questo punto di vista, il temadell’innovazione digitale è paradigmatico. Nessuno se ne è occupato negliultimi anni, e molte forze politiche sembrano onestamente poco interessate. Sesostenuta con convinzione, l’innovazione digitale può essere lo strumento concui portare benefici e vantaggi a milioni di cittadini e imprese nella vita ditutti i giorni. Scommettere sull’innovazione, e spingere il proprio governo ascelte coraggiose in merito, significa proiettarsi nel futuro con la stessarapidità con cui Starbucks decise di mettere il wi-fi gratuito nelle propriecaffetterie. Ma soprattutto, significa intestarsi politicamente una battagliache parla alla testa e al cuore del Paese, diventando ancora di più centralinel discorso pubblico italiano.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 26, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 26, 2017 @ 10:53 pm
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