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Il Governo Monti: un esempio per le élites e i cittadini

     Giugno 27, 2017   No Comments

di Luigi Tivelli*

Mi sembra che sin qui gli osservatori politici non abbiano colto una significativa opportunità, tra le altre, che il Governo Monti può rap-presentare per il Paese. E’ ormai noto a tutti che pesa sull’Italia non solo la questione della qualità e delle performances della classe politica, ma anche un problema di qualità, anche in termini di etica pubblica, delle classi dirigenti in genere, come ha colto, tra gli altri, Giuseppe De Rita, con la sua peculiare capacità di percepire in profondità i fenomeni sociali (L’eclisse della borghesia; GLF, Editori Laterza). I mali delle classi dirigenti si chiamano, in sintesi, gerontocrazia, autorefenzialità, assenza di meritocrazia, familismo, scarso senso dello Stato.

Ebbene, il processo di costituzione del Governo Monti ha comportato l’ascesa negli scranni di Ministro, Viceministro o Sottosegretario di autorevoli appartenenti a diversi spezzoni delle élites, aduse, sin qui, a tenersi distanti dalla politica, salvo una certa tendenza a denigrarla.

La composizione dell’Esecutivo Monti, non a caso, è fatta di professori universitari, professionisti di rango, top manager, banchieri e civil servant. E così esponenti di questi che sono i filoni principali delle nostre élites sono entrati nel melting pot dell’Istituzione-guida della democrazia. Fra l’altro, sembra che vari di essi abbiano rinunciato a ricchi emolumenti, pagando in termini di sacrificio economico il loro ingresso nell’Esecutivo. Si tratta di un modo significativo di dare l’esempio agli altri appartenenti alle stesse élites, tanto più rilevante in quanto la prima funzione delle classi dirigenti dovrebbe essere proprio quella di “dare l’esempio”. Questo comporta un primo segnale di risveglio di un certo senso dell’etica pubblica e di un chiaro senso dello Stato. Un messaggio che si spera possa raggiungere e coinvolgere tanti altri appartenenti alle élites.

D’altronde, lo stesso Senatore Monti aveva mostrato già in sede di esposizione al Senato di avere ben presente tale funzione esemplare del suo “Governo di impegno nazionale”, che – rilevava Monti in quell’occasione – significa “assumere su di sè il compito di rinsaldare le istituzioni civili e istituzionali, fondandole sul senso dello Stato”. Ed aveva anche dimostrato in modo plastico e penetrante di avere ben chiaro il nodo istituzionale e civico che, grazie anche alle carenze etiche e di vision delle élites, pesa sul Paese.

In un passaggio sostanzialmente “bucato” dalla stampa aveva infatti rilevato: “è il senso dello Stato, è la forza delle Istituzioni, che evitano la degenerazione del senso di famiglia in familismo, dell’appartenenza alla comunità di origine in localismo, del senso del partito in settarismo”. Se solo il Governo Monti riuscisse a contribuire a trasformare tali patologie, di cui portano la responsabilità le intere classi dirigenti (e che purtroppo coinvolgono anche milioni di cittadini), in una fisiologia civica e istituzionale, sarebbe con grande “dono civile” per tutto il Paese, idoneo “a riconciliare maggiormente i cittadini e le Istituzioni, i cittadini alla politica”, come ha chiosato il Presidente-economista, che mostra però anche una certa cultura istituzionale, politica e sociale.
*Editorialista e scrittore

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 27, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 27, 2017 @ 9:34 am
  •   In The Categories Of : Politica Nazionale

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