• I Nostri Sponsor

Loading...
Your Are in   Home     Opinioni     IL DOVERE D’INDIGNARSI

IL DOVERE D’INDIGNARSI

     Giugno 26, 2017   No Comments

di Emanuela Venturi

“Dichiararsi di Destra o di Sinistra

è uno dei tanti modi che hanno gli uomini

per dichiararsi imbecilli”

(Ortega y Gasset)

Hanno vinto. A primo acchito viene da dire che hanno vinto “loro”, la Grande Rete: nessuno s’indigna e nemmeno si stupisce più per questioni importanti: hanno assuefatto le menti, narcotizzato i cervelli. Obbedendo al perbenismo cattolico da un lato, e al puritanesimo americano dall’altro, al massimo fingiamo di scandalizzarci per qualche fattuccio d’alcova (delle alcove altrui, naturalmente), con cui ci gettano fumo negli occhi per evitare di parlare di cose serie. E noi, colpevoli quanto loro, ce lo lasciamo gettare, quel fumo…

E’ evidente che la perdita di senso dei partiti politici è qualcosa che viene da lontano e che è stata studiata molto bene a tavolino. E’ evidente che un’Italia che sia – di nuovo – una mera espressione geografica deve far comodo ai “poteri forti”. (A proposito, dei rapporti dell’attuale Premier, che ci è stato imposto, con il cosiddetto Club Bildeberg non si parla un granché… Ah beh, è vero: ci sono Il Grande Fratello e L’isola dei Famosi…) Con un minimo di buonsenso e di distacco tutto è evidente, ma il buonsenso è ingombrante…

Se fossimo nella favola “Il Re nudo”, potremmo liberamente dire che sono tutti quanti ciambellani alla corte di uno stesso sovrano; purtroppo siamo in un paese reale e parlare costa e, dopotutto, ci sono pur sempre le partite di calcio, unico segno, ormai, di un’Italia unita o, meglio, di un’Italia!

D’altronde, non è che ci possiamo lamentare: noi non siamo un popolo per davvero, siamo qualcosa che esiste solo nella retorica storica: qualche pazzo in salsa dantesca, la vampata del Risorgimento, il rigurgito del dopoguerra e, per il resto, da noi, un divide et impera vige da sempre per cui, non avendo il senso della comunità, siamo perdenti in partenza. A riprova di ciò, l’atto finale del carrozzone dedicato alle celebrazioni del 150° anniversario della nascita della Patria* l’abbiamo affidato ad un comico che esprime faziosità ad ogni occasione.

Prendiamo, ad esempio, le discussioni sull’articolo 18 e del lavoro ai giovani: tanto per cominciare, prima di poterlo perdere, il lavoro, uno dovrebbe averlo! Dai trent’anni in su è pieno di desaparecidos del mercato del lavoro, di solito, laureati e, sulla carta, plurispecializzati, che, con lavori a contratti del cavolo non appaiono nemmeno nelle liste dei disoccupati! E fortuna che adesso il problema sta assumendo dimensioni degne di nota, perché, fino ad un paio di anni fa, quando molte più persone si ritenevano col fondoschiena bene a posto, nessuno si accorgeva neppure dei desaparecidos di cui sopra!

Ci hanno imbottito la testa con ‘sta fregnaccia della crisi, per cui, ci sono richieste “lacrime e sangue”: e il guaio è che noi ci crediamo pure! Certo, con la globalizzazione e i media, hanno fatto anni e anni di prove di regia venute bene: prima abbiamo creduto che saremmo morti tutti di aids, poi di mucca pazza, poi della gallina dai denti gialli e così via, finché siamo arrivati alla scoccata finale: ci dicono che è una crisi tale, per cui, quasi quasi, bisogna pagare per poter lavorare! E, si sa, se devi stare a capo chino per sperare di sbarcare il lunario, hai poca voglia e ancor meno interesse ad esprimerti!

Sono i soliti, vecchissimi metodi usati per tenere la gente in quell’ignoranza, in cui, la gente, vigliacca, sguazza beatamente: meglio un uovo oggi che la gallina domani e il gioco è fatto!

Già, perché di ignoranza si tratta ed è quella che è stata coltivata così bene da troppo tempo da partiti, chiese, sindacati, associazioni: da un lato, facendo studiare tutti, quasi indistintamente, si è solo riusciti ad abbassare – e di molto – il livello di cultura generale (non parliamo di senso critico, perché quello, ormai, è cassato alla nascita!), dall’altro, finora politici, politicanti, sindacalisti e così via, hanno, troppo spesso, avuto i loro interessi ad avvantaggiare persone ambiziose e sostanzialmente incapaci: queste sono sempre molto ben disposte, per avallare la propria insensataggine e per assecondare la propria ambizione, a dire sempre di sì, sono manovrabili e non creano problemi. Erano dei nulla e, grazie a loro e a chi c’è dietro, siamo arrivati al nulla totale, a un sistema marcio e svuotato, che sta implodendo su se stesso. Ed ecco la narcotizzazione dei cervelli…

Sarà mica un caso, infatti, che, ad esempio, a scuola, le materie umanistiche, quelle che fanno riflettere, abbiano sempre meno peso? Che all’Università siano venute meno, già da anni, le cattedre di Storia del Risorgimento, ossia dell’unico momento storico – o quasi – in cui ci sono stati virgulti di alzate di testa?…

Ci sarà anche ‘sta crisi – le situazioni sono ricorrenti nella Storia – ma quel che puzza, è che anche ‘sta roba sa di essere preparata a tavolino, e da molto tempo. Voglio dire: la peste era un flagello reale e ne morivano tutti, ricchi e poveri; come mai, invece, qua, i ricchi diventano sempre più ricchi e quello che si chiamava ceto medio (quello che, di solito, produce i cervelli) e i poveri diventano sempre più poveri?: non vuol dire, forse, che nella saccoccia li denari ci sono, ma che finiscono tutti in una direzione? Come mai, in un momento in cui – dicono – non ci sono commesse pubbliche, certe cooperative lavorano lo stesso? E nessuno si stupisce!

Come mai, a tutt’oggi, ci sono delle strane trasmissioni di DNA, per cui, il soggetto che lavora nel posto pubblico X, trasmette il tale posto pubblico, o affine, al figlio, dopo averlo ricevuto dal padre? Come mai, ad esempio, nessuno mette mano alle maternità lavorative nella scuola? (a tutt’oggi, con la “crisi”, ci sono supplenti che percepiscono la cosiddetta maternità senza aver lavorato nemmeno un giorno!)

E cosa diciamo delle tante intere famiglie che, per anni, in tempi ancora non sospetti, andavano a sollazzare alle terme, a spese di tutti? Non paghiamo noi, oggi, anche quegli errori lì? E lasciamo stare il vespaio di stipendi e benefit di parlamentari e simili: solo poche settimane fa, la commissione che doveva stilare un rapporto sui parlamentari ha rimesso il mandato, perché la raccolta dei dati è risultata praticamente impossibile!

E nessuno si stupisce più di niente! Anzi, se solo osi dire qualcosa, sei guardato come un marziano, qualcuno che non ha mica capito come funzionano le cose: magari sei pure uno poco scemo o bonariamente ingenuo!… Cosa possiamo pretendere?: uno pseudo-popolo che si comporta da lestofante, può essere governato solo da chi si comporta come un lestofante! Poi, è chiaro, non è questione solo dell’Italia, è una “crisi” mondiale: e giù che ci sparano dei dati e delle percentuali: che non sono mai le stesse e mai che dicano come le ricavano! Ma va bene così, ci va bene così: il materialismo razionalista del XXI secolo capisce solo i numeri, quindi: “Hanno fame? Date loro brioches!”.

Un esempio? Una percentuale che non manca mai, che è diventata come le vitamine che si danno ai bambini, è il PIL, quel famoso PIL, che non tiene conto di indicatori relativi al benessere sociale (come, invece, ad esempio fanno il GPI, il FIL, l’ISU e così via), ma i bene-informati usano quello e non è il caso che ci facciamo tante domande!

Monti & C., in cui, per non andare fuori dal coro, molti dichiarano di avere enorme fiducia, accennano a qualche movimento diverso? No! Marcano ancora di più questa linea e con una supponenza quasi nauseante! Dunque?… Sono stati, forse, toccati gli armamenti fuori dal suolo italiano? Macché!: ti dicono che è questione di delicati equilibri internazionali e tu, ignorante, non puoi capire! Anzi, ti tolgono le festività, se non in maniera ufficiale, in maniera sostanziale e devi pure essere contento!

Va a finire che vorrebbero pure farci credere che “serioso” è sinonimo di “serio”!…

Fin dallo scorso mese di Dicembre, un’ottantina di docenti di Economia di tutta Italia si era data man forte per mettere in guardia dalla manovra recessiva prospettata dal Governo, ma, evidentemente, nessuno ha ascoltato né loro, né la semplice logica degli artigiani, che si sperticavano ad esprimere un concetto molto ovvio, ossia che uno che rimane senza soldi, non li può spendere e, di conseguenza, l’economia si ferma, anziché avanzare… Che riforma è spremere denaro da quelli che hanno sempre pagato? Ah, beh, anche questo non si può dire: se no, si fa demagogia…

Poi, è chiaro, tutti hanno paura. Nessuno (tranne i pochi intimi) si fida più dei partiti e tutto questo fa, drasticamente, parte di un gioco sottile e contorto che ha smantellato certe sicurezze con la precisione di un kamikaze: prima la gente dà totale delega (e sbaglia), poi perde fiducia in chi ha ricevuto la sua delega, ma non manda a casa la persona che ha disatteso le speranze (e sbaglia), anzi, lascia che questa svuoti gli strumenti di espressione democratica (e sbaglia); qualcuno, in qua e in là, rimane fuori dai circuiti e la gente se ne frega (“tocca a lui!”: e sbaglia); poi, la gente, crede a quel che le viene propinato (sbaglio totale), infine, si affida a chi fa le cose “per il suo bene” (ed è la catalessi!): a ‘sto punto, la gente, si sveglierà solo se e quando avrà davvero fame e, purtroppo, allora, sarà tardi! Amen

Emanuela Venturi – Citoyenne

*una parola che, 2011, si può di nuovo usare: negli anni ’70 venivi bollato come “fascista” se la pronunciavi al posto di “Paese”!

  •   Published On : 6 anni ago on Giugno 26, 2017
  •   Author By :
  •   Last Updated : Giugno 26, 2017 @ 10:16 pm
  •   In The Categories Of : Opinioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You might also reading...

Friday For Future a Cesena

Read More