di Piero Pasini
Benedetti Repubblicani, se non ci fossero sarebbero da inventare. Appena mettono fuori la testa subito sono in grado di animare il dibattito e stimolare nuove soluzioni politiche, questo ancora di più dimostra che sono le idee che contano forse più dei voti elettorali. I repubblicani di Cesena propongono un nuovo modo di fare politica amministrativa, pochi punti d’azione che coinvolgano però tutti gli abitanti delle terre di Romagna. In una città come Cesena che al momento langue per quanto riguarda il confronto politico, un momento di grande valore politico si è manifestato venerdì undici novembre con un convegno dal titolo “Disegnare il futuro, le idee repubblicane si confrontano con il territorio” organizzato presso l’Hotel Casali dal gruppo consiliare del Partito Repubblicano, forza di opposizione nel consiglio comunale di Cesena. Che i repubblicani, elettoralmente parlando, in città non superino il 5,5% ottenuto nelle ultime elezioni amministrative è un fatto consolidato come è consolidato che, seppure forza piccola e di minoranza ha sempre riscosso per le sue idee e per le sue
prospettive progressiste le attenzioni delle forze politiche locali e delle associazioni di categoria e sindacali che si sono presentate con i loro maggiorenti all’incontro. Non è passata sotto tono la massiccia presenza in
sala della componente locale del Partito Democratico rappresentata del Presidente della Provincia di Forlì – Cesena Massimo Bulbi, accompagnato dal Sindaco della città malatestiana Paolo Lucchi con Daniele Zoffoli,
segretario del Pd di Cesena e il consigliere regionale pidiessino Tiziano Alessandrini.
Di rimando è apparsa in maniera estremamente marcata l’assenza del ben che minimo rappresentante del Pdl, della Lega Nord e del Movimento 5 Stelle. Che queste assenze, in particolare quelle dei partiti all’opposizione a Cesena , sia sintomatico di un riavvicinamento locale tra Pd e Pri? Forse è troppo presto dirlo, certamente i pezzi da novanta del Partito Democratico presenti lasciano supporre un’apertura alle tematiche affrontate dai Repubblicani. Nella sua prolusione iniziale, Luigi Di Placido, consigliere comunale e capogruppo del Pri nell’assise, si è soffermato sul fatto che “Abbiamo volutamente parlato di territorio per segnalare la volontà di uscire dalle logiche campanilistiche e orticellari, in una visione più complessiva che deve diventare sempre più la parola d’ordine dell’agire quotidiano”. “La crisi che stiamo vivendo in ambito locale e in maniera più ampia in Italia ed in Europa – ha continuato Luigi Di Placido – ha fatto si che nulla domani sarà come prima, nonostante questo e i dolorosi rimodellamenti che si dovranno attuare bisogna sempre mantenere alta la qualità dei servizi che offriamo ai cittadini e questo sarà possibile solo se impareremo a ragionare su ampi spazi come un’“area vasta” che interessa tutte le provincie romagnole in modo da razionalizzare i servizi, fare maggiori economie, migliorare ancora di più la qualità dell’offerta e non svilire l’ente locale”. Cinque sono i punti nodali da considerare e da sviluppare entro una precisa massa critica per i
Repubblicani: sanità, logistica, processi di integrazione, razionalizzazione burocratica, politiche culturali. Questi cinque punti rappresentano la cartina di tornasole della buona politica, una politica che si deve rendere conto
che se non si ragiona su grandi aree di applicazioni e quindi su un numero elevato di cittadini si è destinati al fallimento. Nei loro interventi i rappresentanti politici e delle associazioni di categoria hanno evidenziato una sintonia su quanto espresso dal partito repubblicano ravvisando, seppur nelle diverse visioni, un contenuto comune che merita di esser sviluppato per generare le sinergie necessarie per portare a compimento i momenti nodali della futura politica amministrativa. “La cosa non può che farci piacere – ha sottolineato
Luigi Di Placido nella conclusione del dibattito – non tanto per l’aver dimostrato che i repubblicani sanno ancora stare al centro del dibattito politico, quanto per il servizio che pensiamo di aver reso ai nostri territori con il coraggio delle idee e delle proposte. Adesso aspettiamo di verificare che, al di là delle dichiarazioni di apprezzamento, ci sia la volontà dichiarata di agire. Essa pertanto deve necessariamente tradursi in una
scaletta precisa di tempi e modi. E proprio la loro concretezza sarà il metro con il quale misureremo le affinità con le altre forze politiche e decideremo il futuro delle nostre collocazioni”.