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Della creatività delle Antiche Terre Italiane

     Giugno 28, 2017   No Comments

di Lucio Cangini

Mettiamo che la democrazia sia un’opera d’arte alla cui realizzazione contribuisce il genio creativo di una singola persona, di un gruppo di persone che condividono un autentico ideale etico della comunità, di un popolo che si riconosce in nazione e, oggi, di una umanità che s ideve dare un senso unico di marcia sovrannazionale – i nuovi giorni della democrazia, per emancipare le dinamiche esclusivamente economico-finanziarie, tipiche dell’attualità mercantile, in civiltà globale.
Ecco, allora, le motivazioni di un pensiero creativo che concerta, concretizza, mette in armonia la vita quotidiana e dà significato etico ed estetico a tutto ciò che ha ragione di esistere in quanto esiste: chi ha conservato perché messo ai margini, in fase di mutazione epocale, si trova depositario, con padronanza di conoscenze e saperi manuali, di eccellenze ed unicità produttive di valenza universale. E’ il caso delle Antiche Terre Italiane.
Le Antiche Terre Italiane sono luogo sorgivo della creatività umana.
A pieno titolo storico sono la fabbrica non de localizzabile la cui interazione millenaria uomo-ambiente produce latte, carne, legno, energia rinnovabile, storia, arte, cultura, conoscenza, saperi manuali, difesa del suolo ed estetica del paesaggio, imprenditorialità artigianale ed industriale competitività, mutualità finanziaria e creditizia, democrazia della quotidianità equo sostenibile, valori essenziali per orizzonti futuri…
E, proprio nel giorno dopo giorno della quotidianità, nei disegni e nei graffiti del paesaggio delle Antiche Terre Italiane si respira l’aria mediterranea dell’Etica del Bello, da cui l’ispirazione concettuale di lobby etica.
Le nostre Valli, di Alpi, Appennino e Montagne in mezzo al mare sono, mai come oggi, la fabbrica più bella e sana, estesa e diffusa territorialmente di esclusiva proprietà dello stato e del popolo italiani. Quale proprietario imprenditore assennato non investirebbe strategie politiche e finanziamenti integrati nella valorizzazione strutturale e di mercato di una industria eco sistemica e biologica plurisecolare, in grado di migliorare le condizioni di vita di ogni singolo cittadino ovunque alberghi, dimori, studi, lavori?
Se dovessi sintetizzare il carattere associativo di Italia 2050, darei questa definizione: Lobby Etica della cultura identitaria delle Antiche Terre Italiane, per cogliere progettualmente l’opportunità irripetibile della radicale mutazione epocale in atto.
Lobbi Etica, la cui opera ruota su due “cardini garanti”, quali la collegialità istituzionale (Istituzioni civili e regligiose, università, imprenditori, banche) e il Collegio scientifico. Facendo leva su tre termini primari che sono: conoscenza; habitat di biodiversità socio-produttiva; democrazia della quotidianità. Siete mai stati al Castello di Frontone?
Si sale da Cagli. Di là, oltre il diserbato crinale del Monte Catria, i primi tetti ostentati agli occhi, scendendo verso il Tevere, sono quelli di Gubbio. Dintorno a verdeggiare c’è l’Umbria, secolare palcoscenico di affrancamento umanistico e liturgica eucarestia borghese, sul cui sconnesso assato si recita il sacrale respiro della terra e si ordisce l’originario canovaccio per una commedia dell’arte ispirata ad una democrazia impulsiva, che sia ariosità destinata ai polmoni emotivi dell’umanità. Spazialità come senso rassicurante d’infinito.
E, siccome il caso mai è causale, non sorprenda che San Francesco d’Assisi sia Patrono d’Italia e San Benedetto da Norcia lo sia d’Europa.
Il senso di democrazia, vero e proprio sesto senso connaturato all’animo umano, non può che essere linfa d’ancestralità e, perciò, più antico d’ogni storica memoria di civiltà.
Ma pure è dimensione futura, sfericità indicibile di un domani migliore del presente, più degno d’essere vissuto.
E’ il grembo dei nostri pensieri, fatto di aria, di acqua e carne dei sentimenti. Ognuno di noi, come ogni altro da noi, è nient’altro che la carne dei propri sentimenti. E, di questi, ne è sia identità che immagine.
Ecco perché ogni legge, ogni norma istituzionale e amministrativa dello Stato, ogni voce di bilancio finanziario della Res Publica non può che avere, a proprio fondamento, una misura etica di garanzia che valga a priori, al fine di monitorare , oltre che orientare, in termini sociali ed economici, la giusta ed equa efficacia della spesa pubblica, in osservanza e rispetto della Carta Costituzionale.
Il Comune Montano è storico insedimaneto di civiltà e autentico “luogo europeo” dei doveri e dei diritti democratici.
I Comuni Montani italiani rappresentano, nel loro insieme, un habitat di biodiversità democratica, culturale e produttiva unica in Europa. Habitat che non solo va tutelato, bensì valorizzato, tanto da poter essere trasformato in risorsa motrice di impareggiabile qualità per la vita urbana e per un modello di sviluppo continentale ed intercontinentale basato sull’interdipendenza territoriale con le aree metropolitane e le fasce costiere e sull’economia integrata ecosostenibile.
Nei territori del Comuni Montani, l’interazione quotidiana uomo – ambiente è garanzia di investimenti sia pubblici che privati, rappresentando la più collaudata fucina di filiere produttive d’eccellenza. Fucina mai sufficientemente presa in considerazione come matrice di nuovi e stabili posti di lavoro, di cui i Comuni sapranno essere i primi promotori progettuali.
I Comuni Montani sono presidio quotidiano di un livello democratico che non si limita al solo aspettoi economico. Infatti il dialogo interpersonale tra “indigeni”, basato sulla fisicità del rapporto umano e la dotazione naturale di risorse “endogene” divengono fattori fondamentali di progettualità dove Sindaco, Consiglieri comunali e cittadini si incontrano al bar, nei luoghi di lavoro, al campo di calcio, in piazza, in chiesa … giorno dopo giorno, immancabilmente.
Una verace comunità attiva, i Comuni Montani. In grado di fare maturare idee e realizzare progetti, con l’adesione ideale e partecipazione attiva di ogni singola persona.
Se non vogliamo disperdere, lasciandola estinguere a coda di topo, questa straordinaria dotazione fattrice di solide (per quanto a rischio) aggregazioni sociali, costumi di laboriosa creatività e ancora salutari modi di “abitare la vita”, ci è d’obbligo mettere testa, cuore e mano ad un dinamico disegno strutturale di trasmissione delle conoscenze (saperi manuali) lette e reinterpretate anche in termini economico-commerciali globali e portate a sistema produttivo diversificato quanto concertato, fra i quattro settori produttivi; primario; secondario; terziario e tecnologico innovativo. Facendo appropriato uso delle tecnologie più avanzate. Le specifiche diversità territoriali di “vocazione”, a tal guisa, concorrono alla costruzione di un unico, più giusto, più diffuso e rassicurante senso di marcia verso il futuro.
Un processo permanente di comunicazione, quindi, tra passato e futuro. Tra genitori e figli. Un progetto generazionale che pure si presti come vettore politico-identitario e come collegamento di continuità comunicativa tra le generazioni e i variegati caratteri zonali socio-produttivi delle Vallate delle Antiche Terre Italiane.
Una intelligenza generazionale che fa della propria memoria labbra, occhi e pietre futuranti.
Una intelligenza generazionale che sappia trasmettere, attualizandoli permanentemente, i valori tradizionali costitutivi d’identità e senso di appartenenza. Che sappia, come è uso plurimillenario di montagna, accogliere e fare tesoro della diversità.
Valori da porre sia come sostentamento etico-ideale, sia come “misura garante” che accompagna e supporta – di adeguati lumi di ricerca scientifica applicata e costanti pratiche di monitoraggio – le dinamiche di cambiamento avviate, che non dovranno mancare di equi approdi economici e forme di vita modernamente appaganti.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 12:01 pm
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