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Cultura e territorio a tutela della propria identitá

     Novembre 29, 2017   No Comments

Energie Nuove – NUMERO 2 – novembre 2017

Cultura e territorio a tutela della propria identitá

di Francesca Rossi (Laureata in Beni culturali. Studentessa Scienze Politiche)

In questo momento storico così interessante, sempre aperto a nuovi orizzonti e grandi opportunità, non possiamo perdere di vista quello che invece fa parte del nostro quotidiano: la storia del territorio che accomuna ognuno di noi e che si trova alla base delle comuni origini. Comprendere il passato del luogo in cui si vive è prima di tutto un dovere di ogni cittadino che, attraverso la conoscenza degli avvenimenti che ripercorrono la storia della propria città, diventa consapevole di un’eredità da valorizzare e tramandare alle generazioni future. Mettere in luce i cambiamenti che la buona politica apporta al territorio può favorire il desiderio di acquisire conoscenze legate alla storia della città in cui si vive e trovare modalità adeguate a far si che quel desiderio si concretizzi in un “agire culturale” diffuso, capace di accrescere e dare importanza all’identità di ognuno di noi.

Nell’epoca della globalizzazione è necessario esaltare le particolarità culturali di cui è ricco il nostro Paese in ogni singola città. Come viene sottolineato dallo scrittore Predrag Matvejević (1932-2017), la cultura nazionale rimane la base di ogni cultura particolare nella misura in cui afferma ed esprime le identità del popolo a cui appartiene e le collega con le culture mondiali. I suoi compiti non sono più gli stessi del periodo in cui hanno iniziato a formarsi le comunità nazionali. Essa deve, entrando in “coalizioni” internazionali, liberare se stessa dal mito della nazione e dai fantasmi del nazionalismo per collaborare, non solo sul piano politico e sociale, ma anche sul piano culturale. Una società asfittica, che non investe sulla cultura, è destinata a finire e per questo motivo il sistema deve sostenere le nuove idee di valorizzazione del territorio. Secondo il mio punto di vista solo così la storia culturale del territorio può riacquistare un ruolo centrale come strumento di ricchezza sia interiore, per ognuno di noi, sia esteriore per la città stessa.

Cesena, da sempre teatro di avvenimenti storici di rilevanza nazionale, nel corso dei secoli ha ospitato grandi luminari e pensatori che dovrebbero avere accesso privilegiato nella memoria dei cesenati. Alla luce di queste prime considerazioni, alimentate da una curiosità innata personale per la storia della mia città, nasce la mia tesi di laurea “ I Gesuiti espulsi a Cesena e il Monastero del Corpus Domini delle Clarisse Cappuccine ”. In questo studio mi occupo della Compagnia di Gesù e dell’operato dei gesuiti a Cesena.

Le uniche notizie su padre Blanes sono raccolte in alcuni documenti conservati nel Monastero del Corpus Domini di Cesena e le indagini compiute sui documenti conservati, presso l’Archivio Diocesano di Cesena, l’Archivio di Stato di Cesena e nell’Archivio del Monastero delle Clarisse Cappuccine, così come gli studi sui Gesuiti esiliati a Cesena, in realtà seppur di grande interesse, non mi hanno fornito informazioni rilevanti su Padre Blanes. A questo punto, grazie alla mia determinazione, ho avuto l’opportunità di conoscere due studiosi spagnoli dell’Università di Alicante, Carlos A. Martinez Tornero e Francesc-joan Monjo I Dalmau, grazie ai quali ho potuto innanzitutto rettificare il nome del gesuita nella trascrizione dattiloscritta, fino a quel momento male interpretata, da Blaney a Blanes, di seguito, grazie a questa collaborazione, ho avuto accesso ad altri dati biografici del gesuita scoprendo che è nato ad Alicante il 05 giugno del 1737, è entrato a far parte della Compagnia nel 1759 nella provincia di Aragona, diede i voti dell’ordine il 15 agosto del 1770 e nel 1767 divenne sacerdote nel Collegio di Alicante, fu imbarcato a Salou il 1 maggio del 1767 nell’imbarcazione nominata “Nuestra Senora de la Compencion” ed arrivò a Bomnifacio il 28 agosto del 1767. In Italia dimorò a Ferrara e nel 1788 il Gesuita lo si ritrova a Cesena fino alla sua morte.

Quello che vorrei mettere in evidenza attraverso la narrazione della mia esperienza personale universitaria, sono due aspetti a mio avviso importanti: da una parte la consapevolezza che fare ricerca culturale è un mezzo straordinario per interfacciarsi con altre realtà culturali europee e in

questo senso, mi piace pensare al concetto di liberalizzazione culturale come manifestazione positiva di un mondo senza confini perché, come ho mostrato precedentemente, solo attraverso la ricerca trasversale con altri paesi europei sono giunta a delineare la figura di Blanes in Italia, in particolare a Cesena. L’altro aspetto che mi sembra evidente è aver avuto l’opportunità di toccare l’anima storica della città e questo mi ha permesso di pormi una domanda: quante storie, situazioni, vicende, avvenimenti, eventi ha respirato la nostra città? Per non parlare dei personaggi che hanno fatto la storia e hanno percorso le strade di Cesena e che molti di noi nemmeno conoscono.

Per realizzare questo obiettivo sarebbe necessario investire su alcune potenzialità note a tutti ma sempre difficili da esaltare come : istruzione, ricerca, educazione permanente e investimenti sul patrimonio artistico e culturale. Per quanto riguarda l’istruzione, si potrebbe investire sulla curiosità dei bambini che potrebbero scoprire la città attraverso percorsi accattivanti e mirati, relativamente ad educazione permanente si intende la capacità degli adulti di interessarsi alla cultura e alla storia di Cesena attraverso percorsi di studio e ricerca, si potrebbe investire sulla tutela del patrimonio artistico dalla salvaguardia delle opere d’arte dall’inquinamento pedogenetico a quello atmosferico fino ad arrivare alla tutela di siti di interesse artistico, storico e culturale.

Secondo il mio punto di vista tutto questo potrebbe essere possibile attraverso l’utilizzo di nuovi canali comunicativi volti a sensibilizzare la cittadinanza e utili a coloro che hanno sete di cultura di innamorarsi perdutamente della nostra splendida città: Cesena.

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