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Cultura a Cesena: luce (fioca) e ombre (lunghe)

     Giugno 28, 2017   No Comments

di Giampiero Teodorani

A fine anno vedremo finalmente la Grande Malatestiana, anzi la Nuova. Anche gli aggettivi hanno la loro paternità, storia e quindi importanza etimologica!
Dopo oltre dieci anni di lavori, il trasferimento del Liceo Classico Vincenzo Monti e investimenti che hanno assorbito gran parte delle risorse comunali, vedremo i risultati. Sicuramente dal punto di vista architettonico si tratta di un grande intervento di risanamento e in alcune parti di ristrutturazione, che conferisce all’edificio la originaria monumentalità. Attendiamo i dati tecnici che sicuramente saranno forniti in occasione della inaugurazione e magari, un piano economico di gestione della nuova struttura. Vogliamo capire, se oltre a essere “grande e nuova”, continuerà a essere pure “malatestiana”, la Casa dei Libri che si è formata nel corso dei cinquecentocinquanta anni di vita e che con le ulteriori superfici a disposizione dovrebbe divenire un organismo veramente importante.
Sono due le biblioteche: quella antica e la moderna. La prima costituita da 307 incunaboli e circa 4000 cinquecentine; al 1870 i volumi erano 21600. La seconda, da 72.000 volumi a scaffale aperto, 50.000 nel deposito e altri numeri importanti, quali opuscoli, periodici e in base a una convenzione del 2002 con l’Università, testi per le facoltà presenti a Cesena. Un valido sistema di consultazione e prestito, che sarà ripreso dopo una interruzione (francamente inspiegabile) di diversi mesi. A tutto ciò si deve aggiungere il periodo “modernissimo” e contemporaneo dei servizi informatizzati che la rete offre, sicuramente destinati al potenziamento.
Non vogliamo essere capziosi e rovinare la solennità del momento ma il timore che anche la Malatestiana possa divenire “polifunzionale”, come fu per il Centro San Biagio è forte. Negli ultimi tempi i segnali sono stati precisi: l’ex deposito librario è diventato sede per mostre d’arte moderna e di antiquariato di donazioni varie, sotto la cuspide neogotica c’e una saletta per riunioni, gli incontri importanti non si fanno più al Palazzo del Ridotto, ma nella ex palestra e forse domani nell’ex aula magna del Liceo Monti, la mediateca transita alla Biblioteca (vorremmo capire cosa rimane del tanto celebrato San Biagio, visto che anche la Scuola Musicale Corelli se ne va a Palazzo Nadiani).
Insomma, il timore che manchi un progetto complessivo per gli istituti culturali cittadini, era e rimane, concreto. Intendiamoci, se si ritiene che per Cesena il Polo Malatestiano, basta e avanza, e si dichiara l’impossibilità di programmare altri interventi, alla luce delle generali condizioni della finanza pubblica (ma questo va dichiarato!), la scelta può apparire comprensibile e legittima. Si sa, infatti, che i piani culturali per la città e anche i progetti riguardanti singole strutture sono sicuramente influenzati dalle situazioni finanziarie contingenti; ma certo non si possono compromettere futuri disegni di più ampio respiro, che forse si potrebbero domani realizzare. Intanto, nel transitorio si potrebbero prendere in considerazione, per realizzare certe economie, taluni onerosi affitti che l’Amministrazione deve sostenere, come quelli per il San Biagio, la Casa Serra, il deposito librario in zona stazione e altri ancora, e verificare se esistano più convenienti alternative.
Del resto, la leggenda metropolitana, dei poli culturali e del museo diffuso, ha già ampiamente dimostrato non solo la sua inconsistenza sul piano concettuale, ma anche l’inattuabilità sul piano strutturale e gestionale. Progettare e aprire musei inesorabilmente destinati all’inattività, con l’eventualità addirittura di rimanere chiusi per mancanza d’organico (cosa che già oggi sta accadendo qui a Cesena) non possiamo più permettercelo.
Sul sistema museale cittadino, ci siamo dilungati nel numero di febbraio-marzo 2011 di questa rivista, e per quanto riguarda i giudizi espressi sulla situazione attuale ad essa rimandiamo il lettore, anche se è qui opportuno ribadire un punto: che tutti i beni culturali di pertinenza pubblica, e dunque anche quelli degli Enti Locali, per legge, vanno tutelati, salvaguardati, conservati. A questo scopo servono pinacoteche e musei, in grado però anche di valorizzare e far conoscere i propri patrimoni. Queste condizioni a Cesena non esistono più, basti guardare l’attuale stato di abbandono della civica Pinacoteca, che pure era stata inaugurata con ogni cura appena trent’anni or sono all’interno del San Biagio e ottime referenze s’era guadagnata nel sistema museale regionale.
Bisogna dunque correre ai ripari se Cesena non vuole continuare ad essere “cenerentola” tra le città e i luoghi d’arte di Romagna.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 8:57 am
  •   In The Categories Of : Politica Locale

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