di Emanuele Chesi
A Forlì cinquemila firme di cittadini sono riuscite a fermare ilprogetto del Comune di abbattere diciassette piante in corso Diaz. Settemila epassa firme a Cesena non hanno stoppato il progetto di riqualificazione dipiazza della Libertà con la cancellazione del parcheggio. Nella nostra città ilcontrasto tra l’epilogo dei due episodi di mobilitazione civica ha fattoscalpore, a tutto danno della più volte annunciata disponibilità al confrontoda parte dell’amministrazione comunale di centrosinistra guidata da PaoloLucchi. Sarebbe facile glorificare il dietrofront del sindaco forlivese DavideDrei come dimostrazione di resipiscenza democratica. In realtà, brutalmente, lagiunta del cittadone ha preso atto dell’impopolarità dilagante di un progettocomunale tutto sommato secondario (la sostituzione di vecchi bagolari con piùambientalmente corretti peri in fiore). Ben diverso il caso cesenate, dove ilprogetto di pedonalizzazione di piazza della Libertà – a torto o ragione – èuno dei punti qualificanti del programma elettorale del sindaco. Eprobabilmente anche un atto decisivo per lasciare un ‘segno’ sulla cittàdell’amministrazione lucchiana al secondo mandato.
Segnalate le dovute differenze, resta però sul tavolo l’immaginedi una città dove lo scollamento tra una buona fetta dell’opinione pubblica eil partito di maggioranza appare ormai evidente. Oltre settemila firme conl’amministrazione raccolte in larga misura nel bacino del centro storico hannoun peso ragguardevole. E’ commisurabile col consenso al 54% raccolto dalcentrosinistra alle ultime comunali? Ovviamente no. Si tratta di due pianidiversi, non ne può uscire in automatico una delegittimazione delle sceltedella giunta. Ma il problema, specialmente in chiave futura, resta. E’ un problema che riguarda da vicino il Pd, così come ilcentrodestra. Per i democratici si pone in particolare la questione delrapporto col mondo del commercio, dove fino ad oggi ha goduto di buone aperturedi credito. Basti pensare che anche il presidente del comitato di piazza dellaLibertà si è dichiarato ex elettore Pd. Un elettorato in obiettiva sofferenza che per questo si va sempre più radicalizzando. Ma anche ilcentrodestra ha di che ragionare, visto che la mobilitazione dei comitatiprescinde ormai dalla mediazione partitica. D’altra parte però ilprotagonismo dei cittadini è un segnale positivo per una città da troppo tempo abituata a un sottofondo di conformismo e di timore reverenziale versoqualsiasi forma di potere. Un groviglio di questioni che amministrazionee partiti hanno il dovere di raccogliere e interpretare. E che devono ispiraresocietà civile e corpi intermedi ad assumere una presenza più forte ed attenta.
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