• I Nostri Sponsor

Loading...
Your Are in   Home     Opinioni     Ci vorrebbe una forza, un movimento, un gruppo …

Ci vorrebbe una forza, un movimento, un gruppo …

     Giugno 26, 2017   No Comments

Verso il 2014. Anno di elezioni amministrative, anche a Cesena. Per eleggere Sindaco e Consiglio comunale. Dopo le elezioni politiche del febbraio scorso, quella scadenza si è fatta di grande attualità. Si è messo in moto un gran fermento politico. Molto estemporaneo, per il vero. Nella nostra realtà è assente, da tempo, infatti, un vero dibattito politico. C’è molto chiacchiericcio su intenzioni di liste elettorali, su alleanze. Molto fumo, per il momento. Molta reazione d’impeto al risultato delle politiche di febbraio. Il buon risultato dei pentastellati ha squassato, anche localmente, i rapporti di forza. I locali grillini sentono un forte vento a favore. Pensano un ballottaggio per il sindaco (nel 2014). Il Sindaco attuale è subito corso a dichiarare che le cose proposte dai grillini alle precedenti amministrative (quattro anni fa) le ha già realizzate (è vero?). Come dire che gli elettori di quel movimento possono benissimo ritrovarsi nel sostegno al Sindaco, il prossimo anno. Qualcuno pensa che siano quelle le ragioni del buon risultato alle politiche del M5S? Ancora il Sindaco ha poi proposto che per il nuovo candidato sin-daco, l’anno prossimo, il suo partito (Pd) faccia le primarie. Lui stesso concorrerà, avendo fatto un solo mandato. Populismo? I ragazzi pentastellati intanto han-no cominciato a divi-dersi fra loro. Forse pen-sando a chi dovrà essere il candidato sindaco del M5S. Già si parla di una lista civica di sostegno all’attuale Sindaco (sen-za attendere il risultato delle primarie?). Voci di un rassemblement alter-nativo all’attuale maggioranza sono insistenti. Molta maretta c’è un po’ ovunque, dentro le singole sigle partitico-politiche e fra di loro. Insomma pare si stia delineando un primo abbozzo estetico dello scenario futuro dei vari posizionamenti preelettorali.

Le coordinate su cui spendere un qualche ragionamento ci sembrano queste. L’attuale Sindaco (con o senza primarie) guiderà Pd, Sel e qualche altra lista ad hoc, per continuare questa amministrazione comunale.

Riferimento: un ancor consistente elettorato di sinistra doc; l’apporto di un sistemico collateralismo assai organizzato; l’effetto elettorale non trascurabile della gestione e della spesa di questo pluridecennale sistema amministrativo e di potere; il dispiego comunicativo e propagandistico (assai agevolato), di sicuro effetto-immagine. Sarà in campo il M5S con molti “vaffa” e forse anche qualche proposta. Avrà molti elettori, magari meno che alle politiche. Di varietà notevole, ma accomunati da forte arrabbiatura. Ci sarà il Pdl, da solo o con altri, per marcare l’alternativa politica (come a livello nazionale) alla sinistra e, quindi, a questa amministrazione. Si avvarrà del trascinamento elettorale di molti che votano, alle politiche, per Berlusconi e in chiave di anti-sinistra (comunista). Le loro posizioni programmatiche locali saranno, in gran parte, obbligate dalla necessità della distinzione. Dicevamo di altre liste civiche, magari connesse a specifiche battaglie di questi anni ( dal manto stradale di Via Cesare Battisti, alla querelle del Savio beach, e via così). Ci sarà altro ancora. A partire dalle marette che dicevamo sopra. Che faranno sicuramente delle ipotesi sullo spazio elettorale avuto da Monti e da altre minori formazioni, alle politiche.

Il fatto più interessante che merita considerazione guardando al 2014, a partire dai risultati di febbraio scorso (sempre tenendo in conto, però, che elezioni politiche ed elezioni amministrative non sono quasi mai le stessa identica cosa), è la sopravvenuta maggiore varietà elettorale che ha stravolto la rigidità bipolare del più recente passato. Anche a livello locale. Allo stato non è sicura una vittoria al primo turno. È più probabile che sia necessario il ricorso al ballottaggio. La varietà elettorale è anche spec

chio di una maggiore “liquidità” sociale. È un fenomeno in atto da tempo che sta mettendo in discussione molti schematismi interpre-tativi. Anche a Cesena è così. Qui, però, in luo-go dei troppi che ancora si attardano nello sche-matismo di ieri, non sono molti quelli che cercano di mettere a fuoco il mutamento, so-ciale ed economico, che sta dispiegandosi. Non lo sta facendo la sinistra, ancor meno lo stanno facendo altre forze politiche. Questa carenza di tutta la politica nell’ affrontare questi mutamenti, nella nostra realtà locale – nel quadro del bipolarismo di questi anni – ha avvantaggiato la sinistra, la sua rendita di posizione. Qui non c’è ancora stato uno tsunami, ma solo un’onda grossa premonitrice. Bisognerebbe che la politica locale riflettesse. E invece, purtroppo, la politica continua ad essere presentismi, apparizioni, narcisismi, annunci, dichiarazioni. E i nostri grandi problemi? Perché di problemi ed anche grandi ne abbiamo, eccome! Non basta prendere atto della drammatica situazione economica e sociale locale. Nel nostro territorio sono dati straordinariamente preoc-cupanti quelli della disoccupazione e delle aziende che chiudono e che devono ridurre la loro attività. La crisi è generale. Tuttavia ciò non può costituire un alibi, perché non si faccia qui, localmente, quello che è possibile fare per fronteggiarla. Né può essere un alibi ritenere che solo altri, il Governo in primis, se ne debbano fare carico come è doveroso. Noi, ad esempio, su questioni rilevanti per la nostra realtà, abbiamo fatto proposte concrete, realizzabili. Indicandole come terreno e obiettivi di un rinnovato “patto sociale”, di impegno congiunto e attivo delle forze economiche, sociali e sindacali, e soprattutto delle Istituzioni, del Comune. Risultato? Comunicati stampa.

Qualche consenso. Ma nulla più. Iniziative concrete nessuna. Anche da parte dell’Amministrazione comunale. Se solo si dedicasse a questo un poco del tempo – come quello dedicato, ad esempio, ai problemi della squadra di calcio – si verrebbe a capo di qualcosa.

È vero che noi proponiamo un lavoro che non è di immediata risulta di immagine sulla stampa. Ma è altrettanto vero che non si hanno soluzioni in quanto si finisce con le fotografie sulla stampa, ma se si lavora a costruire scelte ed organizzazione diverse.

Come quelle che riguardano i tempi amministrativi e burocratici, troppo lunghi e di cui soffrono aziende e quindi anche l’occupazione. Siamo nella più grande ed acuta crisi che vive il nostro paese ed il nostro territorio.

Bisogna che al centro della responsabilità e dell’impegno di tutti ci siano le questioni ed i problemi veri della nostra società e dei cittadini. In particolar modo in tempi come questi dove le risorse sono scarse e limitate e i bisogni sono invece crescenti e sem-pre più acuti e dram-matici. Si devono com-piere scelte forti, indivi-duare precise priorità. Insomma occorre un governo vero. Non ba-stano annunci ed appari-zioni. Occorre Politica con la “P” maiuscola, non con la “p” di popu-lismo. È fondato il timo-re che si vada verso il 2014 avendo, da parte dei più, non questa principale preoccupa-zione, bensì quella preminente, elettoralistica e propa-gandistica.

La nostra opinione è che a Cesena ci vorrebbe, anche in vista del 2014, una forza, un movimento, un gruppo, che affermasse le impegnative scelte che si possono e si devono perseguire da adesso e nei prossimi cinque anni per amministrare, bene, meglio, la nostra realtà.

Per fronteggiare con efficacia – come è nelle nostre possibilità locali di fare – la gravissima crisi della nostra economia e della nostra società. Riaffermando e riattivando, con forza, impostazioni e modalità di governo locale, che pure sono state nella migliore tradizione politica ed amministrativa di Cesena. Di cui si è potuto avvalere il nostro sviluppo. Che è stato, in passato, il concorso, politico e culturale, di più forze, con uno spiccato senso delle istituzioni e di responsabilità. Ci vorrebbe una forza, un movimento, un gruppo, espressione di una moderna cultura di governo, riformista e liberale. Magari capace di sollecitare e motivare una rinnovata attiva partecipazione di quella classe dirigente, imprenditoriale, professionistica, del lavoro, del volontariato, di cui la nostra città è ricca. Che attualmente, però, si tiene ai margini della vita pubblica ed istituzionale, rimanendo ancorata al proprio individualismo, nel proprio circoscritto ambito di attività.

Che è anche quella borghesia (nell’accezione del saggio di De Rita) la cui “eclissi” è foriera di impoverimento culturale, politico e di classe dirigente: “Un paese senza (quella) borghesia finisce per considerare superflui i corpi intermedi della rappresentanza, in primo luogo i partiti. Il rapporto diretto tra la moltitudine del ceto medio e la sua classe dirigente senza ethos si radicalizza in un populismo di massa. Viene meno la necessità delle mediazioni che sono alla base del buon funzionamento della democrazia rappresentativa…Diventano irrilevanti i luoghi istituzionali, a partire dai consigli comunali,.. dove la politica dovrebbe trovare la propria sede naturale di dibattito e di decisioni. Le Istituzioni appaiono autoreferenziali, burocratiche, distanti. E sul campo arido… resta solo una personalizzazione della leadership…

Il resto scompare.” Parliamo di quella “bor-ghesia moderna – non più classificabile attra-verso categorie squisi-tamente ottocentesche -che è un’avanguardia che produce movimen-to, mobilità sociale, svi-luppo… che sente una responsabilità collettiva, se ne fa carico, sulla base di interessi generali e non solo di pulsioni particolari, l’intero sistema”.

Ci vorrebbe una forza, un movimento, un grup-po, che affermasse, in una coerente visione di prospettiva di sviluppo economico e sociale della nostra realtà, le scelte gli impegni, le iniziative concrete che occorrono, da adesso e nei prossimi cinque anni.

Per fare un welfare e una sanità di maggiore qualità ed efficacia; per dare soluzione agli obiettivi del “patto sociale” che abbiamo richiamato; per aiutare l’impresa e l’occupazione; per attivare un credito agevolato ai giovani che vogliono fare impresa; per riorganizzare il territorio, l’urbanistica, e rimuovere il settore di costruzione, edile ed infrastrutturale. È lo spaccato di proposta e di azione politica che ci piacerebbe ci fosse. Da subito. E verso il 2014. Così che ne venisse un miglioramento vero, rispetto allo stallo e alla condizione attuali. “La voce dei principali soggetti della nostra economia e perfino della società civile è rimasta troppo a lungo prigioniera di un assordante silenzio”. Si può dire anche per Cesena?

Ecco perché ci vorrebbe…

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 26, 2017
  •   Author By :
  •   Last Updated : Giugno 26, 2017 @ 10:30 pm
  •   In The Categories Of : Opinioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You might also reading...

Friday For Future a Cesena

Read More