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Che lerciume! Ma la gente!?

     Giugno 26, 2017   No Comments

La politica è in continuo degrado. Non passa giorno che non si sia costretti a registrare che il lerciume non solo continua, ma aumenta. Il giudizio sempre più diffuso non è solo un “vaffa” sonoro e forte; è disprezzo. Marca un distacco che va ben oltre la semplice indignazione. E la risposta della politica è pressocchè, nulla, inesistente. Né possono considerarsi tali le reazioni immediate ed istintive, come quelle che subito si sono adottate ad esempio da parte della Conferenza Stato-Regioni. Non che non abbiano qualcosa di buon il taglio di molti sprechi previsti dalle leggi regionali per la politica. Il tutto, però, è mosso, da una tale massa di ipocrisia che bisogna temere. Le Regioni hanno anche proposto che si intervenga per non aumentare e per diminuire il numero dei consiglieri regionali. E sono sempre gli stessi politici delle Regioni italiane che solo pochissimo tempo fa, mettendo mano ai loro statuti, si erano prodigati per aumentare sensibilmente ed ingiustificatamente il numero dei consiglieri da eleggere, mentre nulla avevano fatto per correggere le distorsioni – semmai ne hanno create di ulteriori – della legislazione di spesa per gruppi e “funzionamento” politici. Che siano imbecilli, non lo crede nessuno. Che siano pericolosi ed inadeguati dovrebbe essere evidente a tutti. I vertici delle Regioni (nella conferenza Stato-Regioni) e non solo loro, dovrebbero assumere l’unico atteggiamento che sarebbe giudicato seri dimettersi. Non lo faranno mai. Né i partiti glielo chiederanno. Non ci sono più partiti veri, nemmeno come quelli tanto bistrattati della cosiddetta prima repubblica, che erano realtà di gran lunga più serie e migliori dell’accozzaglia di oggi. Ma ciò che è drammatico è che non lo chiederà la gente, compresa quella iper incazzata che dicevamo. Essa disprezza, lancia strali, e poi chi si è visto si è visto. Così non cambierà nulla. Quando l’opinione pubblica, compresa quella più sensibile ed anche più attrezzata, che potrebbe farsi sentire e partecipare battaglie concrete di rinnovamento e di cambiamento, preferisce invece non impegnarsi, non esporsi, allora oltre al rumore dell’indignazione altro non ci sarà. C’è anche chi si indigna per questo e non solo per il degrado olezzoso della attuale politica. La logica di ridurre tutto a mucchio selvaggio, e di colpire nel mucchio sempre e comunque, questa sì è roba da indignare. Perché è il brodo di coltura di tutti gli imbarbarimenti. Anche nella politica, anche oggi, anche se meno, non tutti sono uguali. Colpendo nel mucchio ne godranno i peggiori che continueranno, e non si aiuteranno i migliori che potrebbero invece avviare qualche cambiamento. Insist non tutti sono uguali. Stiamo parlando di persone e quindi non possiamo arrivare ad assumere criteri netti ed assoluti che peraltro sono inesistenti. Il mondo non si spacca con nettezza fra buoni e cattivi. “Stinchi di santo” – se mai sono esistiti e ne dubito – non esistono adesso e da parecchio, non ne esistono in alcun dove e neppure in politica. Qui, però, è fondamentale – deve essere imperativo – serietà e correttezza. Lo richiede e lo necessita il ruolo alto di responsabilità e della rappresentanza volti al perseguimento di interessi collettivi e generali. Il punto è di saper guardare nel vivo delle soggettività, delle storie personali e delle storie politiche sia dei singoli che dei collettivi e delle soggettività in quegli stessi collettivi. Se non si comincerà a discernere al meglio, fra le diverse credibilità, e se non saranno sempre un numero maggiore di persone a farlo, difficilmente ne verrà fuori qualcosa di buono. Questo discernimento non va ridotto a schema di parte. Va portato in ogni parte. Perfino i sinistresi più ottusi – e ce ne sono ancora parecchi – devono capire che non c’è la parte buona e la parte cattiva. Ogni parte ha in sé sia l’una caratteristica che l’altra. Vale a sinistra come a destra. Tutto constatabile, eccome! “Superiorità morale” non esiste. Quella che la sinistra si attribuiva talvolta è servita ad essa stessa perché al suo interno si fomentassero e si perpetuassero delle immonde immoralità. C’è bisogno di passione civile, di partecipazione civile, di senso di responsabilità, di senso dello Stato, si direbbe, senso cioè delle comuni istituzioni della nostra convivenza civile e democratica. Gli ingredienti per cogliere, pur nelle differenti ispirazioni e visioni culturali e politiche, il senso dell’interesse generale a cui indirizzare l’azione politica. I difensori esclusivi del proprio egoismo, dell’interesse esclusivamente personale; quelli che difendono esclusivamente la propria casta, di categoria, di professione, di privilegio; quelli che si sono avvalsi e si avvalgono di esclusive pratiche clientelari, che racchiudono il mondo della loro esistenza e delle loro attese dentro gli esclusivi confini del piccolo clan, parentale, politico, di partito, di organizzazione sociale e di categoria; quelli che il lavoro l’hanno avuto per scambio, dentro il legame di favore, da questi ed altri ancora che ne verrà? Vorranno cominciare a fare i cittadini sul serio invece di ovattare la loro “sudditanza” con urla all’insegna di una supposta indignata, perché lesa, “cittadinanza”? E tanti altri vorranno partecipare ed esporsi? Discernere. A cominciare fra le persone. C’è storia a cui fare riferimento. Comportamenti. Stili. Coerenza di intendimenti e di proposizioni. Non esistono gli “aureolati”, ma quelli più seri e piu credibili di altri sì. E non certo privi di difetti, magari molti. La natura umana è complessa. Occorrono regole buone e rispettate e fatte rispettare. Allora molto si corregge, molto si cambia, molto si migliora. È possibile. Occorre saper scegliere chi si dispone con credibilità a fare regole buone. Esempio Lazio. La legislazione che ha consentito i truffatori l’hanno fatta dei truffaldini desiderosi di abusare. Fiorito non si è fatto le leggi da solo. Ne avrà abusato più degli altri. Il punto non è solo Fiorito e quanti, anche se meno di lui, ne hanno abusato comunque, e sono tanti. Il punto non è solo la misura dell’abuso oltre il normale buon senso. Il punto è che quelle leggi e quelle regole sono uno scandalo e scandaloso è chi quelle ha approvato. Nel Lazio se si escludono i radicali gli altri pari sono. La differenza è che i radicali li hanno votati una minoranza e gli altri sono di gran lunga i più votati e rappresentativi del popolo laziale. Anche di quella parte che adesso si indigna. Non ci consta che solo i radicali abbiano continuato ad indignarsi. Non tutti sono uguali. Esempi se ne possono fare molti recenti e passati. Ce ne sovvengono alcuni. In Emilia-Romagna, un po’ di anni fa, ci fu uno scandaletto. Taluni eletti come consiglieri regionali, alcuni come sindaco ed assessori, provenivano da impieghi in ambito cooperativo, dipendenti di singole cooperative o di associazioni delle stesse. Si scoprì che per taluni di questi, una volta eletti, furono fatti risultare livelli di impiego e retributivi di provenienza assai più alti di quelli che in realtà avevano, prima di entrare nell’aspettativa a seguito dell’elezione. Ciò comportava che l’Ente e l’Istituzione, dove erano stati eletti, doveva come corrispettivo all’azienda di provenienza più di quello che in realtà avrebbe dovuto. Vogliamo chiamarla una certa distorsione di denaro pubblico con eccedenze illegali? Sta di fatto che si colpì nel mucchio. Profondamente ingiusto, perché alcuni furono espliciti lestofanti, sia individualmente sia le loro organizzazioni di provenienza (un sistema organizzato a delinquere), altri, invece, furono semplicemente seri ed onesti. Sarebbe interessante saper quanta opinione pubblica fondò su quelle basi un seppur minimo discernimento. Non tutti sono uguali. Si parla tanto di società partecipate, ad esempio dalle Regioni, che sono origine di spreco e di scarsissima resa. Un proliferare enorme specie negli ultimi tempi. Ci sovviene che esisteva il Polo Scientifico e Tecnologico di Bologna. Realtà esaltatissima da certa parte politica. Se ne riscontrarono spese enormi a piè di lista per progetti che poi finivano in un cassetto, senza alcuna applicazione e ricaduta. Ne beneficiavano in diversi, accademici, consulenti di varia natura ed estrazione. Responsabilità e buon governo avrebbero richiesto che i finanziamenti della Regione supportassero progetti che oltre all’Università coinvolgessero (anche finanziariamente) le imprese interessate e che avrebbero applicato quella ricerca e progettualità per innovare il proprio sistema produttivo ed organizzativo. Alcuni progetti avevano questa caratteristica. E furono opportunamente finanziati. I più, invece, non l’avevano affatto. Erano solo dispendio e spreco per tenere in piedi una struttura senza resa e per fomentare elargizioni di altrettanta non resa. Sofisticata forma di clientelismo? Certo. Da dentro la Regione si avviò una politica che mirava ad interrompere quello spreco di denaro pubblico. Parte dellUniversità convenne e così pure parte del Comune di Bologna (insieme alla Regione soci fondamentali del Polo). Quella nuova politica portava dritto alla chiusura del Polo. E così fu. Dopo molte riunioni e pressioni per tenerlo ugualmente in vita. Solo la minaccia di una crisi politica della Giunta regionale sbloccò la situazione. Non tutti sono uguali, ma state certi che chi mosse in quella direzione non potè contare su degli apprezzamenti. Anzi. E molti altri esempi ancora si possono portare. Insomma a ben guardare si potrebbero avere buone e molte basi per discernere e per far sì che si attivassero forze per cambiare positivamente. Anche di questi tempi si può. Come non vedere una risorsa in tal senso Davide Giacalone ed il tentativo che lui ed altri hanno mosso in Sicilia, sulle orme del quale è sperabile che anche altrove ci sia movimento analogo ai livelli locali e regionali ed anche a livello nazionale. Come non vedere favorevolmente ciò che muove “Fermare il Declino” di Oscar Giannino in vista delle prossime elezioni. Come non considerare positivamente Matteo Renzi, Sindaco di Firenze, che sta portando una ventata cospicua di rinnovamento culturale, di contenuti. Quella di Renzi che ci piace è la “rottamazione culturale” e lo scardinamento delle incrostazioni degli schemi e di certi equilibri politici che produrrà. Lo scenario ed il panorama attuali fanno assai schifo nel complesso. Ma siamo in una situazione nella quale l’offerta politica per i cittadini può non essere la stessa di questi anni. Le opzioni non sono solo le attuali formazioni politiche con il loro enorme fardello di discredito. Non sono solo l’astensione arrabbiata e menefreghista. Non è solo il sostegno a qualche “vaffa”, peraltro alcuni ben congegnati. Ci può essere anche altro come sopra segnalato. Ma senza il protagonista vero e più importante non succederà nulla. La “cittadinanza attiva” è, sarebbe, questo protagonista. Speriamo di non dovere dire ancora “buona notte popolo”.

  •   Published On : 7 anni ago on Giugno 26, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 26, 2017 @ 10:18 pm
  •   In The Categories Of : Opinioni

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