di Luca Serafini
Ha un motto incorporato, naturale, istintivo che non ha neanche faticato troppo a mettere puntualmente in atto e lo ripete spesso: “Nella mia vita sono sempre riuscito a stare a galla senza affogare nessuno”. Così è stato, così è Edmeo Lugaresi e non è certo blasfemo identificarlo proprio per quello che ha fatto, che è stato, e per come ancora si comporta, tra coloro che impersonificano il romagnolo doc con un avvinghiamento totale alla propria città. Cesena e il Cesena, eccolo il mondo extrafamiliare (compresa la partitina a maraffone al Circolo cittadino o al bar della galleria Cavour) di questo “ragazzo” classe 1928, orfano di padre dopo pochi mesi di vita, che si è laureato con lode nella università della vita iniziando a lavorare da ragazzino come garzone nella bottega dello zio facendo la barba ai soldati tedeschi. Grande intuito, laboriosità, tenacia, temperamento sanguigno (eccome) e un’onestà innata: questo il suo target, fedele stampo della nostra terra. Ed Edmeo Lugaresi non solo è riuscito a stare a galla ma ha nuotato nel mare della vita con ampie e vigorose bracciate e sì, non ha mai affogato nessuno. Sia da imprenditore ortofrutticolo (il suo magazzino è arrivato anche a una forza lavoro di 800 donne) che a presidente di un Cesena che nei 21 anni della sua epopea ha viaggiato sempre tra serie A e B. Insomma è stato il degno erede, sia professionale che sportivo, di suo zio Dino Manuzzi. Diversi nel carattere, simili nel colpo di genio, nell’intuizione che fa la differenza. Per spiegare la sua totale identi-ficazione con Cesena è suffi-ciente affidarsi a un semplice episodio. Nell’estate ’97 i suoi bianconeri, dopo 30 anni tra massima serie e B, retrocedono in C1. Per lui è un autentico dramma non solo sportivo, ma personale. E’ infatti convinto di avere tradito la sua città e vive così con tormento il declassamento di categoria. Nel dopo partita di Empoli, la gara che sancìsce la retrocessione, tra le lacrime ha solo poche parole ma convinte che fugano ogni dubbio: “Fino a quando ci sarò io il Cesena non fallirà, questa città e i nostri tifosi non lo meritano”. E non si sentì riabilitato, di nuovo in pari con la sua Cesena, fino a quando l’anno successivo non riconquistò la cadetteria con una promozione al volo. Di anima repubblicana non vincerà mai il premio fair play (proverbiali le sue arrabbiature con gli arbitri) ma quello dell’onestà è tutto suo.
E al potente Adriano Galliani del Milan, che aveva innestato la retromarcia dopo aver promesso ai bianconeri Virdis e Viviani, non esitò a dire con semplicità ma tanta efficacia: “Signor Galliani, io sono solo il presidente di una piccola società di provincia, lei dirige un grandissimo club ma come dignità vi posso comperare tutti”. La famiglia, il magazzino ortofrutticolo di via Piave e il Cesena: la sua vita si è snodata su questi binari, radicatissima nella città, nella sua città che mai ha deluso con tenacia e impegno professionale. “Mi sono sposato alle 7 della mattina in chiesa (ndr. con la signora Anna, scomparsa da poco, è stato sposato 62 anni: e lei è stata la trave portante di questo uomo tutta sostanza) -racconta spesso – sa il prete non mi vedeva tanto bene. Poi alle 8 il “pranzo di nozze” con caffelatte e ciambella e via tutti a lavorare. Non c’era tempo da perdere”. Cesena lo ama e lui lo sa: è da medaglia d’oro. La conferma, se mai ce ne fosse stata bisogno, è arrivata pochi giorni fa al Manuzzi dove la curva Mare, che negli anni calcistici lo ha anche contestato, lo ha abbracciato per la perdita della consorte con uno striscione grondante d’affetto: “Edmeo, siamo tutti con te”. E come si fa a non essere con uno così?
Ci sono persone che danno lustro alla realtà dalla quale provengono, nella quale vivono. Cesena è una realtà che può vantare molto. Molte persone, personalità, personaggi. In tanti campi. Sono ben fatte tutte quelle iniziative che riscontrano questi aspetti di “lustro” della nostra realtà. E chissà di quante ve ne sarebbe esigenza per appagare un elenco lunghissimo di meritevoli di menzione. Ma ci piace andare anche un poco più sotto i lucidi. Non è della notorietà che vogliamo parlare e alla quale ci vogliamo riferire. Della Riconoscenza. Questo, invece, vogliamo rimarcare.
L’Associazione culturale Energie Nuove ha ritenuto di promuove un proprio impegno: quello di indirizzare, periodicamente, un proprio attestato di riconoscenza nei riguardi di concittadini dal cui impegno, dalla cui attività e dal cui modo di essere, la nostra intera realtà locale ha potuto trarre e ricevere molto e di molto significativo. Non pensiamo di definire dei modelli (né ci arroghiamo il diritto di poterlo fare), ma di richiamare degli esempi. Da cui trarre positività.
Di uno di questi esempi, Luca Serafini dà segno eloquente e realistico. Della riconoscenza ad Edmeo Lugaresi è qualcosa che sentiamo forte il dovere e intera la sincerità di esprimere. Un sentimento che siamo sicuri di condividere con grandissima parte dei nostri concittadini. Per come è divenuto e come è stato imprenditore; per il lavoro e l’attività che ha profuso; per il ruolo significativo svolto nell’economia e per l’occupazione locali; per la storia e la vicenda dello sport e del calcio cesenati e romagnolo che gli devono tantissimo. Per l’uomo che è.
Denis Ugolini