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Cesena e la mediocrità preelettorale

     Giugno 28, 2017   No Comments

di Denis Ugolini

Ne scriviamo appena poco prima di andare in stampa. Neppure tre mesi e si voterà anche per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio comunale di Cesena. In campo c’è solo la ricandidatura di Lucchi, per un secondo mandato. Con la solita stretta alleanza elettorale sinistrese. Ci sarà anche una nuova lista indipendente. Ovvio che se ne faccia, da quella parte, un grande sbandieramento di novità. Al momento è evidente che sia stata procacciata solo a quello scopo. Lo sbandieramento. Arriveranno, annaspando, altre presenze elettorali. Ovvio. Ancor più ovvio è che non siamo davanti a una contesa meritevole di particolare attenzione. Non è nemmeno una contesa. Sarà una semplice conta numerica di posizionamenti elettorali. Il grande impegno è quello, prevalente, dei narcisi (di una abbondanza straripante). Difficile dire che di fronte alla riproposizione del modo di amministrare attuale (peraltro di una debolezza che sarebbe oltremodo confutabile), ci sia una maturata e ben confezionata proposta alternativa e di qualità. Questa, proprio, ci pare non ci sia per niente. I grillini sono la formazione che, a giudicare dalle molte demagogie messe in campo dai sinistresi al potere, più preoccupa Lucchi e i suoi sostenitori. Non tanto perché i grillini locali siano tali da avere qualità e capacità, politiche e di proposizione amministrativa, da impensierire per questo. Anzi, di questo paiono decisamente sprovveduti. Si teme invece che siano un coagulo forte di arrabbiature e scontenti che sono in gran auge e diffusione nella nostra opinione pubblica. Questo consenso è preso dal grillismo in sé. Non certo dai narcisi grillini locali. Questi semmai hanno solo da contendersi circa chi saranno gli eletti che la lista di per sé guadagnerà. Guardando a destra, in contrapposizione con la sinistra, si sta appena cominciando a capire come si delineerà la presenza elettorale. Delle liste. Il resto informe, politico e propositivo, è fuffa. Contrapposizione: il segno distintivo. Forza Italia deve contarsi, dopo la separazione del Ncd. Quest’ultimo, Pri, Udc, Lega saranno una sola lista o altro? Chissà! Tutti insieme saranno in alleanza a sostegno di un comune candidato Sindaco. Da settimane e mesi sono in strana sorta di lizza quattro nomi. Rimasti a due adesso. Dimostrazione più palese della totale inesistenza di una anche minima leadership, non si poteva dare con tanta cruda chiarezza ed evidenza. Alla fine, sia la candidatura a sindaco, sia il resto altro non pare se non il modo di accaparrarsi qualche eletto in Consiglio comunale. Parrebbe che si sta laboriosamente mettendo a punto qualche altra presenza elettorale. I così detti Liberaldemocratici? Se sarà si vedrà. Il tempismo di questi movimenti preelettorali è tale che suffraga, comunque, in generale, l’assenza sostanziale di una preparazione adeguata di una alternativa o di un progetto degni di particolare nota. Di tutto questo infatti non basterà a dare nemmeno il senso un seppur ben confezionato (tutti ne avranno uno) documentino o elenco di punti programmatici. Certo che anche a volersi motivare, giacché cittadini, in vista di queste elezioni comunali, non sarà facile. Né gli stimoli sono un gran ché. Lo abbiamo detto anche nel numero scorso di questo periodico. Ci pare che la partita elettorale comunale sarà giocata solo nella metà campo della sinistra. Lucchi può dormire sonni tranquilli circa il risultato finale. Semmai il fondato timore che lui e il Pd potrebbero avere è che non si vinca al primo turno e che possa essere necessario il ballottaggio. Nell’eventualità, con chi? A sinistra temono soprattutto i grillini. Comunque, e con chiunque, ci fosse, sarebbe un fatto non certo irrilevante. Esterniamo sensazioni, non facciamo certo previsioni. Non ne siamo capaci. Se qualcosa del genere può succedere non crediamo dipenda dalla presenza di una forte e capace alternativa intesa a coagulare un ampio consenso come condiviso progetto di governo locale migliore. Questo non ci pare ci sia. Semmai sarebbe l’esito di uno smottamento elettorale dovuto a scontento (spesso assai giustificato) della parte politica attualmente maggioritaria. È ovvio che, seppur per queste e non altre ragioni, comunque sarebbe interessante un’ipotesi di ballottaggio. Insomma anche per queste elezioni al fondo al fondo saremo in presenza della dicotomia che dicemmo alla vigilia delle elezioni di cinque anni fa: cacicchi e narcisi. Come e dove orientare il nostro personale voto? Perché non ci estraniamo dal voto. Senso e dovere civici lo richiedono e lo obbligano. Quindi? Lo diremo e non l’ultimo giorno utile, ma per tempo. A giochi fatti di liste e di proposte. Abbiamo chiaro i parametri a cui ricondurre il nostro indirizzo elettorale. Segnali forti, non generiche enunciazioni, a dare concretezza di attuazione, di assetto, all’ambito programmatorio e di dimensione ottimale, per efficaci politiche di infrastrutturazione e di logistica, di sviluppo economico e culturale. L’ambito e l’integrazione romagnola a cui fanno riferimento molti contributi nelle pagine di questo Energie Nuove. Dare slancio all’Asl unica romagnola, correggendo e andando ben oltre il pessimo inizio che una politica debole e miope, regionale e locale, ha concesso fosse il peggiore possibile. Dare vita su questo piano e su quello comunale, per le loro prerogative, al Patto sociale che a un coerente impegno di fronteggiamento della crisi chiama, con le istituzioni, le forze sociali ed economiche disponibili a coinvolgimenti effettivi. Per non continuare nella pochezza di semplice sopravvivenza e di piccolo cabotaggio delle politiche di oggi. In verità più che politiche, che non ci sono state, si è trattato di inflazionatissime enunciazioni e dichiarazioni, presenzialismo a go go, demagogie un tanto al chilo. Ci attendiamo l’innesto di cultura liberale e riformatrice per riorganizzare il welfare e le politiche sociali. Per riorganizzare con efficienza una macchina amministrativa limacciosa, invadentemente burocratica, quand’anche non esplicitamente vessatoria. Per una cultura e per una azione di governo che si sostituiscano alla mera gestione del potere valsa fino ad oggi. Piegata al parziale, al discrezionale, quand’anche non priva di una certa iattanza. Che si possa vedere nelle politiche di bilancio, in quelle urbanistiche, in quelle sociali e in quelle culturali. Ci attendiamo di misurare precisioni di impegno (o almeno buone volontà) in queste direzioni. E insieme a queste e coerentemente con queste qual’è la composizione delle squadre (la Giunta) che i candidati sindaco proporranno. Chi all’interno suffragherà e manifesterà con più chiarezza quell’indirizzo culturale. Non siamo a corto di parametri validi a cui ricondurre un indirizzo elettorale che rifluisse in altrettanta validità. Se possa essere o se può essere così non mancheremo di esplicitarlo con chiarezza. Ci manca ancora di conoscere, nel suo complesso, a quale offerta politica ed elettorale fare riferimento. Per quella che è in campo ci manca ancora di potere valutare se vi saranno innovazioni del tipo richiamate. O se queste, è anche nel proposito futuro che continuino a mancare.

  •   Published On : 6 anni ago on Giugno 28, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 28, 2017 @ 9:03 am
  •   In The Categories Of : Politica Locale

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