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Cercasi nuova offerta politica

     Giugno 26, 2017   No Comments

di Denis Ugolini

Il dibattito sul sistema elettorale è esplicativo della condizione della politica italiana, dei suoi limiti, delle sue contraddizioni, della sua corta visione, della sua pressocchè esclusiva dedizione a interessi di bottega. Peccato che la stragrande maggioranza della pubblica opinione non se ne curi lasciandolo una prerogativa dei soli addetti ai lavori. Il sistema elettorale attuale, il “porcellum” – universalmente considerato una schifezza con il suo abnorme premio di maggioranza alla coalizione maggiore e con i suoi “nominati” al Parlamento anzichè eletti – non può e non deve essere il sistema valido per le prossime elezioni politiche. Più di un milione di firme avevano richiesto un referendum per modificarlo. La politica sta tardando a trovare una soluzione. Ognuno cerca di far passare nelle aule parlamentari quella che gli è più conveniente. Per combinare le alleanze che desidera; per riuscire a strappare più voti e più eletti per le proprie fila. Che il Paese possa andare meglio; che la politica trovi qualche forma per aiutarsi a rigenerare una credibilità che ha perduto completamente; tutto questo non interessa ad alcuna delle forze politiche attualmente in campo. Checchè ne dicano, il grosso delle loro ciance è solo ipocrisia. Bersani e parte del PD, per quanto abbiano criticato il porcellum, se ne avessero il pretesto e l’occasione, farebbero carte false per mantenerlo. Adesso che i sondaggi danno vincente quella parte. L’orientamento volge a un ibrido maggioritario-prporzionale, con un premio di maggioranza per il partito o per la coalizione (ancora da decidersi) che otterà più voti. Forse tornano le preferenze per scegliere dentro le liste dei candidati. Alcuni vorrebbero il ritorno a una ampia quota di collegi uninominali. Comunque tutto misurato su singole aspettative di interesse di partito. Importante è vincere e raggiungere l’agognata stanza dei bottoni. Per farne che cosa è secondario, interessa poco e non ne hanno neppure l’idea. Forze politiche incartate, oltre che screditate, senza una visione ed una proposizione di spessore relative al Paese, a come fronteggiarne il presente drammatico e a come e quale futuro predisporlo. Il porcellum non è riproponibile. Sarebbe una vergogna. È ugualmente una vergogna pensare che si possa in qualche modo riproporre una situazione come la precedente fatta di contrasti fra tifoserie urlanti che si vogliono reciprocamente delegittimare. Non è riproponibile lo scontro fra berlusconismo ed antiberlusconismo. Anche se il “fenomeno berlusconismo” ha lasciato strasichi ovunque, non solo a destra. Berlusconi declinante, la destra è spappolata. Dall’altra parte, la sinistra è fortemente divisa al suo interno. Le primarie già offrono uno spaccato eloquente. L’accordo degli “intenti” fra Bersani, Vendola e Nencini mette insieme una aggregazione per fare massa e per cercare di vincere. Non ci raccontino che quella è la base del futuro governo del Paese perché non ci si può credere. Sono protagonisti che su troppe cose hanno posizioni fra loro inconciliabili. Se poi si ingegnassero per restare compatti per gestire il potere che possono raggiungere – su quelle premesse – c’è ancora più da temere. Non solo, ma sarà necessario dopo le elezioni fare intese con altre forze politiche per avere una maggioranza di governo. In quanto il sistema al quale si sta lavorando è tale che difficilmente attribuirà una maggioranza subito e forte alla forza o alla coalizione che prevarrà. C’è chi lavora assiduamente perché questo sia il risultato. A quel punto anche la sinistra degli “intenti” se prevarrà rispetto agli altri comunque non sarà autosufficiente quindi dovrà cercare di coinvolgere talune forze centrali. Ma Casini non vuole saperne di Vendola. Almeno è quello che asserisce adesso prima delle elezioni. Questa parte e non solo, anche certi spappolati di destra e certi settori di sinistra, magari per diverse ragioni, vorrebbero che dopo le elezioni fosse ancora Monti a guidare il governo. Se non Monti direttamente, un similmonti comunque. Argomenti per questa prospettiva ve ne son gli impegni assunti in sede europea ed internazionale sul piano finanziario e delle politiche di bilancio, che non potranno essere disconosciuti, che anzi dovranno essere continuati; una crisi da affrontare che richiederà collaborazioni e non mere contrapposizioni; esigenze di riforme profonde che non si potranno neppure mettere in agenda se non ci sarà spirito collaborativo e disponibilità ognuno a tagliarsi almeno un dito. Senza considerare che questo governo, partito abbastanza bene e che sta continuando con pochezza di risultati e ricchezza di annunci, al momento solo aleatori, esso stesso o parte di esso sta lavorando alla prospettiva del loro riproporsi. E senza trascurare in questo baillame che Naplitano è a scadenza; che vuole essere in funzione per essere lui ad incaricare il nuovo Presidente del consiglio dopo le elezioni; che solo dopo si faranno le elezioni per il nuovo Presidente della Repubblica. E c’è corsa, eccome!, decisamente non irrilevante sull’evoluzione stessa delle cose che stiamo affrontando. Pasticci in cui è difficile districarsi. Adesso, poi, son di moda le primarie. Roba non seria. Fatta in precedenza per camuffare un plebiscito di indicazione di candidato premier. Adesso raffazzonate non si sa bene per cosa. Per dire chi sarà il prossimo premier se vince la sinistra (al suo interno si fanno le primarie)? Ma sarà il Capo dello Stato che dovrà indicarlo presupponendone la capacità di dare vita ad una maggioranza di governo nel Parlamento. E se il sistema elettorale sarà tale che non sfornerà subito una maggioranza evidente, potrebbe contare poco chi avrà vinto le primarie e se avrà guidato la coalizione prevalente ma non autosufficiente. Del resto non può essere che così, perché per quanto ce la menino e ce la intortino, il sistema costituzionale di riferimento è sempre lo stesso di carattere parlamentare. Appropriatissimo con un sistema elettorale proporzionale, confliggente ( e lo si è visto in questi anni di seconda repubblica) con un sistema maggioritario e un bipolarismo bastardo come quello italico. Quindi? Che fare? La reazione immediata ed istintiva sarebbe quella di mandarli tutti a quel paese. E in verità parecchi si atteggeranno proprio così. O non andranno a votare o voteranno a sostegno di qualche vaffa. Tentazione forte. Sbocco legittimo. Ma poi? Già, perché la politica fa schifo, ma il paese bisognerà pure che abbia un governo e che soprattutto non involva – vista la situazione e questi orizzonti – verso il declino del sistema democratico. Un rischio tutt’altro che recondito se si va avanti così. Ovvio che non basta sperare che il sistema politico impazzito, da solo rinsavisca. Né basta indignarsi e fuggire per la tangente semplice del rifiuto ( astensionistico o camuffato di vaffa). Certo che altra parte di popolo che non solo si riconosca in queste reazioni non se ne vede molta. Tuttavia crediamo che ci sia ancora una certa capienza. Fatta di attenzione seria e di voglia di reazione seria. Cè anche qualche movimento a fare emergere qualche proposta di una certa nuova offerta politica. Segnali ce ne sono, ancora confusi, ancora incerti, titubanti. Tant’è! Noi vogliamo essere attenti osservatori e se ce ne sarà data la possibilità anche attivi nel concorrere ad aiutare qualche buon tentativo. Cerchiamo proposte concrete e buone e persone serie e credibili. A cui poter dare una mano. Il panorama attuale ci disorienta e ci sconcerta.

  •   Published On : 6 anni ago on Giugno 26, 2017
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  •   Last Updated : Giugno 26, 2017 @ 10:23 pm
  •   In The Categories Of : Opinioni

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