di Gian Paolo Castagnoli*
Una loro idea ce l’hanno: la fusione tra le Ausl di Cesena e Forlì, su cui ci sono le spinte del sindaco forlivese e le frenate di quello cesenate, sarebbe riduttiva. Bisogna invece arrivare ad una Ausl unica romagnola. In gennaio proprio la Uil ed “Energie Nuove” proveranno a fare un affondo, organizzando insieme un incontro pubblico, con la presenza delle istituzioni e delle forze economiche e sociali del territorio. Obiettivo: sottoscrivere un appello, da inoltrare alla Regione per chiedere di aprire una discussione concreta sulla revisione della governance del sistema sanitario. Zignani ed Ugolini sono convinti che «non si può più andare avanti così. La qualità della sanità locale e regionale è buona, ma le risorse sono sempre meno. Allora bisogna chiedersi come difendere i servizi, nonostante i tagli che saranno inevitabili. Noi siamo convinti che non si possa continuare a moltiplicare tutto per quattro per avere ogni servizio ovunque. Area Vasta non può essere solo il laboratorio analisi di Pievesestina e la centrale unica del 118. Sulla sanità è calata una coltre di eccessiva burocrazia – attacca Ugolini -. C’è molto controllo ma poca governance. Serve una svolta, per arrivare al superamento del conservatorismo campanilistico da cui è affetta la politica sulla questione della sanità, con i cesenati che difendono Cesena, i forlivesi Forlì, i ravennati Ravenna e i riminesi Rimini. Per fare un esempio, se nella lotta contro i tumori si dispone di un’eccellenza come l’Irst di Meldola, non si possono continuare ad avere servizi oncologici parcelizzati in tutti gli ospedali».Per superare questa frammentazione, Ugolini e Zignani sono convinti che la strada da battere sia la nascita di un’Ausl unica per l’intera Romagna. Non solo per i risparmi che si otterrebbero riducendo da quattro ad uno delle direzioni generali con i rispettivi apparati ma perché una scelta simile smonterebbe questa “logica dell’orticello”. Sul piano concreto dei servizi, lo schema auspicato dai timonieri della Uil e di “Energie Nuove” è sintetizzabile così: le emergenze e le urgenze sanitarie, i servizi chiave ambulatoriali e il trattamento dei disturbi cronici dovrebbero restare diffusi in modo capillare, ed anzi rafforzati; invece, le eccellenze e gli interventi programmabili andrebbero pensati sulla base di bacini d’utenza allargati, nell’ottica dell’Area Vasta Romagna. Sul primo versante, vengono lanciate due sfide: il «superamento della situazione vergognosa in cui versa il pronto soccorso dell’ospedale Bufalini» e la «realizzazione a Cesenatico di un ospedale della costa, elevando il “Marconi da semplice punto di primo intervento a vero e proprio pronto soccorso». Ma prima di tutto a Zignani ed Ugolini preme «smuovere con l’incontro di gennaio la classe politica e dirigente, dormiente su questi temi fondamentali ed interessata a parlare solo di parcheggi e centro storico».
*giornalista Corriere Romagna