di Daniele Zandoli
Serata intrigante e molto interessante quella che il Panathlon Cesena del presidente Dionigio Dionigi ha organizzato al ristorante Cerina. Pubblico d’eccezione, numeroso e attento, per tutta la serata non vola una mosca. Stavolta non si parla di sport o perlomeno non di sport direttamente collegato ad eventi o personaggi. L’argomento è l’attività fisica come terapia nella lotta contro malattie gravissime come il cancro e i relatori sono eccezionali come le rispettive carriere. Il professor Dino Amadori ed il dottor Giovanni Paganelli dell’IRST di Meldola, uno dei centri eccellenti non solo in Italia nella lotta al tumore. Il preambolo di Dionigi è breve, conciso. “Gli sportivi imparano nelle rispettive discipline a lottare, a non mollare mai. Esempi eclatanti di sportivi che hanno dato battaglia al cancro vincendo sono tanti, tra gli altri quelli del ciclista statunitense Armstrong e del calciatore Acerbi, attualmente al Sassuolo”. Tocca poi a Dino Amadori chiarire quale sia il ruolo dello sport ma in generale dell’attività fisica nella buona qualità della vita e per la salute.
“ In Romagna ogni anno seimila persone si ammalano di tumore. Sono molti. Tassi di oltre 500 all’anno ogni 100.000 abitanti. Possiamo dividere i tumori in tre grandi famiglie per la loro pericolosità. La prima contiene i tumori che non permettono una diagnosi precoce né una prevenzione. Sono le leucemie, i linfomi. Per fortuna sono molto ben curabili e guaribili. La seconda famiglia contiene i tumori che permettono una buona diagnosi precoce ma sono difficili da curare se trovati in fase avanzata. Infine la terza categoria, quella dei cancri non curabili se scoperti in fase avanzata. Si possono evitare se si usano misure precauzionali. Il fumo, ad esempio, provoca il cancro al polmone. Le diete sbagliate provocano il tumore al pancreas, esofago, colecisti. Quando esplodono possiamo fare ben poco, ma di sicuro insorgono con diete alimentari inadeguate. Contro questi abbiamo tre armi: una buona terapia, una diagnosi precoce, ma soprattutto, a monte, una prevenzione primaria e cioè cercare di evitare che il tumore insorga. A parte rare forme ereditarie in cui la genetica ha un ruolo fondamentale la maggior parte dei tumori è dovuta a due elementi: la fragilità del genoma umano e i guasti legati all’ambiente, cioè quando l’agente cancerogeno agisce sul genoma. La prevenzione primaria vuole un genoma forte, lo si ottiene con una sana e robusta attività fisica. Oltre a tenersi lontani da quelle sostanze che si attaccano ai geni e generano i tumori. Quali? Il fumo in primis, il troppo sole, i raggi ics, gli agenti chimici. Da soli non provocano il cancro, devono trovare un genoma debole. Come si rafforza allora il genoma? Con l’attività fisica. C’è una molecola che potremmo chiamare killer, la AKT, che se attivata provoca il cancro. E’ molto influenzata dall’attività fisica, a certi livelli di attività fisica è disincentivata. Quindi l’attività fisica è un fattore fondamentale di prevenzione oncologica, è scientificamente provato. Attenzione, con la chemioterapia riduciamo del 35% la mortalità, con l’esercizio fisico del 30%. E’ una vera terapia, molto importante. Quali sono inoltre gli stili di vita a rischio? L’eccesso calorico, l’abuso di alcool, le sigarette, la troppa esposizione al sole, l’obesità. Tutti fattori di rischio rilevanti. Quali invece i nostri alleati, gli elementi protettivi? La sana dieta mediterranea, il gene giusto, l’attività fisica. Attenzione anche ai rapporti sessuali non protetti e alla epatite C che causa i tumori al fegato”. Non prende pause il professor Amadori, salvo quando ricorda la sua attività fisica giovanile nella natia Corniolo che probabilmente ha contribuito a mantenerlo in salute sino ad oggi. “Da quando ho cominciato la professione negli anni settanta la situazione è molto migliorata. Allora su cento malati di cancro si salvavano in 40, oggi se ne salvano 75, quasi il doppio. In Italia oltre due milioni hanno attraversato il cancro salvandosi”. Anche Gianni Paganelli snocciola alcuni dati che testimoniano quanto l’attività fisica sia importante nella prevenzione in primis e poi nella cura del tumore. “Parlo del tumore alla mammella per cui esistono statistiche molto indicative, le donne che fanno attività fisica hanno un’incidenza della malattia del 23 per cento in meno rispetto alle sedentarie. Se la donna che prima non pratica sport dopo l’operazione comincia una giusta attività fisica riduce del 30 per cento la probabilità di morire. Quindi l’attività fisica non solo previene ma aiuta a guarire. Altri studi dimostrano quanto intensa debba essere l’attività per essere efficace. Moderata per due o tre ore a settimana, meglio se intensa con almeno sette ore. L’attività fisica per le donne è importante anche perché combatte l’osteoporosi e la depressione. Altro tumore contro cui l’attività fisica è efficace è quello al colon retto. Riduce il rischio del 32% se si pratica sport prima di scoprire la malattia e del 73% se si inizia dopo, soprattutto per le donne. Terzo tipo di tumore frequente è quello alla prostata. Dopo gli ottanta anni quasi tutti gli uomini lo contraggono. L’importante è non morire, l’attività fisica riduce il rischio di morte del 61%”. Riprende la parola il professor Amadori per spezzare una lancia anche a favore della dieta, stimolato dall’osservazione di un commensale. “Una dieta sbagliata è responsabile del 35% dei tumori, pensate che il fumo ne provoca il 30%. Quali sono gli elementi della dieta che aumentano il rischio? Se si eccede con le tagliatelle al ragù, col salame. Ricordo i contadini di una volta che la mattina facevano colazione con la pancetta rosolata sulla fiamma del camino, a pranzo salame e tagliatelle e sangiovese in abbondanza. Comportamenti sbagliati, alla luce di quanto si sa oggi. Un suggerimento, se bevete due spremute di arancia dopo ogni pasto i rischi diminuiscono sensibilmente. La vitamina C infatti blocca le sostanze cancerogene. Bene mangiare tanta frutta e verdura, in particolare melograno, mirtilli, ortaggi, verdure, sono cibi protettivi. Mangiate almeno 4 o 5 porzioni di frutta la giorno”. E le diete? Per dimagrire ormai non si contano le diete più o meno pubblicizzate. E’ ancora Amadori a intervenire senza peli sulla lingua. “ Il dottor Dukan è stato radiato dall’ordine dei medici, certe diete sono nocive per le ovaie, danneggiano i tessuti nobili con la carenza di certi elementi, favoriscono la depressione. Qualunque intervento sbilanciato provoca danni. Se volete stare bene è sufficiente eliminare i dolci e i grassi animali, introdurre non più di 1500 calorie al giorno, preferire i carboidrati, frutta e verdura, poca carne e molto pesce azzurro”. Infine Paganelli. “Il fumo è un killer, chi fuma è coglione due volte, spende tanto e si ammala vicino alla pensione, per cui lo stato lo frega due volte. Sul cibo sono meno oltranzista, dopo un eccesso basta fare un po’ di sport sano. Cioè tanto meglio un bel giro col cane tutti i giorni piuttosto che lunghe sedute di jogging sabato e domenica”. Infine il professor Claudio Vicini, presente alla serata, aggiunge un suo contributo. “Lo sportivo ha un fisico integro, reagisce meglio. A pari età dimostra anche maggiore capacità di sopportare, inoltre in caso di intervento chirurgico ha muscolo tonico. Infine l’aspetto psicologico, fondamentale per affrontare le malattie, è robusto in chi pratica sport, abituato a lottare, a superare le difficoltà. Sopporta livelli di terapia più alti”. In sostanza prevenzione, sana alimentazione, stili di vita virtuosi. Soprattutto tanta attività fisica per evitare o combattere al meglio il tumore, il killer dei nostri tempi.